Giornalismo
Giornalisti sportivi i più odiati
Indiscreto 26/04/2024
Come mai i giornalisti sportivi in Italia sono in testa a tutte le classifiche dei social network relative alle interazioni? La risposta è banale: il tifo, di chi li legge/guarda ma anche il loro. Meno banale è dare una dimensione quantitativa al fenomeno che vede Fabrizio Biasin come primo giornalista d’Italia per interazioni, davanti a Gianluca Di Marzio. Per questo ci ha incuriosito l’articolo di Claudio Plazzotta appena letto su Italia Oggi, che ha citato una ricerca di The Fool, una società di consulenti digitali, che ha analizzato i profili social di Biasin (Libero), Guido Vaciago (direttore di Tuttosport), Giovanni Capuano (Radio24), Lia Capizzi (RaiSport) e Sandro Sabatini (Mediaset).
Tutti giornalisti che lavorano in televisione o hanno comunque una visibilità televisiva, che evidentemente favorisce il traffico. Nelle stagioni 2022-23 e 2023-24 i loro tagging su X sono stati complessivamente 1,5 milioni e di questi ben il 40% ha sentiment negativo, cioè insulti o hate speech in senso stretto. Una statistica che dice molto a chi, come noi, segue soltanto personaggi che si stimano o comunque apprezzano, oltre ad account neutri. Se reputo uno scarso o in malafede non mi viene in mente di sprecare nemmeno un secondo per lui. Che vita hanno quelli, quasi la metà del totale, che seguono un giornalista, non si dice un politico o un VIP vero, per insultarlo?
Ma ci piace anche ribaltare il discorso: che vita ha un giornalista che sta sui social network per farsi insultare? Intendiamo consapevolmente, perché poi l’insulto arriva per ogni tipo di opinione, da Israele-Hamas alla difesa sul pick and roll. Il giochino ha due facce: essere insultati non piace a nessuno, ma scrivere o dire qualcosa di volutamente provocatorio è la strada più semplice per attirare interazioni. Poi ‘provocatorio’ a volte non è nemmeno il contenuto dei post, ma la squadra con cui si viene identificati e che viene scelta a monte come pubblico target. Il mistero nel mistero è poi il guadagno: anche con centinaia di migliaia di follower reali (tutti da dimostrare) la monetizzazione diretta dalle piattaforme è modesta, semmai i grandi numeri possono essere messi sul tavolo delle trattative per i gettoni di presenza.
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