Letizia mondiale

21 Agosto 2023 di Alberto Rapuzzi

Una lacrima sul viso della splendida e splendente Regina Letizia, che ha attraversato il mondo per festeggiare la prima vittoria nel Mondiale di calcio delle ragazze spagnole, portando con sé l’immagine dell’orgoglio di tutto un paese. Sconfitta la favorita Inghilterra, regolata da un gol di Olga Carmona (che aveva perso il padre sabato, ma la notizia le era stata nascosta), ex attaccante ed ora laterale del Real Madrid.

Una bella partita, davanti a quasi 80.000 spettatori, dove contro lo strapotere fisico e l’aggressività delle Leonesse le iberiche hanno fatto valere la loro purezza tecnica, con la sublime regia di Aitana Bonmati. Per le anglosassoni, campionesse d Europa, una inaspettata delusione, per loro figlie di un movimento importante e guidate in panchina dall’olandese Sarina Wiegmann (alla quarta finale mondiale consecutiva fra Olanda e Inghilterra), che dietro le lenti dei suoi occhiali cercava di capire cosa fosse successo. Ed in effetti sulla vittoria della Spagna non avremmo scommesso.

La Spagna comunque raccoglie i frutti di un grande lavoro, tra reclutamento e investimenti con progetti chiari, con le tesserate che sono quasi 100.000, un bel bacino dove pescare: i grandi club aiutano, infatti il Barcellona ha vinto due delle ultime Champions League. Il calcio femminile, piaccia o meno, nel mondo sta crescendo molto e velocemente, lo dicono i numeri, allargando i suoi confini: in questa edizione tre squadre africane hanno superato la fase a gironi. Poi non bisogna confondere la dignità della pratica sportiva, e lo sport in senso stretto, con gli interessi finanziari mossi: la retorica sulle donne che guadagnano poco è senza senso, magari quando la gente si abbonerà ad una pay-tv per guardare il, campionato femminile le cose cambieranno ma ad adesso non sono cambiate.

L’Italia intesa come nazionale è un vagone che si sta staccando, dopo un pessimo Europeo un pessimo Mondiale: in Australia abbiamo fallito, senza mezzi termini, visto che l’obbiettivo al tempo stesso massimo e minimo erano gli ottavi di finale. Mister Bertolini, comunque coraggiosa nel proporre un rinnovamento, ha le sue colpe e ci ha messo molto del suo: l’Italia mai ha avuto il gioco per nascondere la sua modesta cilindrata fisica. Si sta ancora aspettando chi la sostituirà, da mesi Gravina pensa ad un allenatore uomo di prestigio (candidato numero uno Donadoni), ma se allarghiamo il discorso dobbiamo ricordare che i club maschili sono poco interessati a investire, spesso ci mettono poco più del nome, con budget totali risibili, e così si fatica a mettere insieme le squadre per il campionato: le tesserate solamente 26.000, ma il problema non è soltanto quantitativo.

Ancora nel 2023 nelle nostre famiglie se una ragazzina chiede di praticare calcio non trova molto appoggio, quando invece chi pratica sport ha sempre ragione, qualsiasi esso sia. Pochi anni fa la stessa pallavolo femminile, ora protagonista con risultati, partecipazione delle giovani e visibilità mediatica, era snobbata da tutti e guardata con sufficienza, come uno sport al massimo da praticare nell’ora di educazione fisica a scuola. Ecco, il calcio italiano femminile è nella stessa situazione della pallavolo femminile anni Settanta (intorno alla decima posizione in Europa ed inesistente a livello mondiale e olimpico), con l’aggravante di non essere considerato, anche da molti addetti ai lavori (che pubblicamente non lo dicono), uno sport da donne. Più difficile cambiare questa cultura che vincere un Mondiale.

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