Laurent ma anche no

7 Giugno 2014 di Stefano Olivari

Il primo Mondiale della storia non ha una vera cerimonia inaugurale e nemmeno un vero primo gol. L’idea iniziale del presidente della FIFA Jules Rimet sarebbe quella di presentare le squadre al Centenario, ma lo stadio per cui si è mobilitato tutto l’Uruguay non è ancora agibile. Si giocherà lì solo dal 18 luglio, così il 13 si decide di tenere una linea informale anche per non dare una patente di stadio ‘più nazionale’ a quello del Nacional o a quello del Peñarol. Assurdità nell’assurdità, le partite inaugurali sono due. Allo stadio Pocitos, quello del Peñarol, scendono in campo Francia e Messico per il gruppo 1.  Alla stessa ora, le tre del pomeriggio, dello stesso giorno, al Parque Central, per il gruppo 4, si incontrano Stati Uniti e Belgio. I francesi umiliano la squadra allenata da Luque de Serrallonga, vincendo per 4 a 1. In alcuni frangenti maramaldeggiando, nonostante dal 24’ del primo tempo siano rimasti in dieci per l’infortunio del portiere Thepot, stella del Red Star e pupillo di Rimet. All’epoca non esiste la possibilità di sostituzioni, che saranno introdotte solo da Messico 1970, il suo posto viene preso dal mediano Chantrel. I francesi, stizziti con il loro Rimet per l’assurdo calendario che due giorni dopo li farà tornare in campo con l’Argentina, prima della partita vengono salutati dal presidentissimo in persona. A sua volta Rimet viene omaggiato in mezzo al campo dagli organizzatori e da vari politici uruguaiani, così fra un convenevole e l’altro passano cinque minuti. Strette di mano, parole di circostanza per ogni giocatore, qualche raccomandazione all’arbitro Lombardi (uruguaiano), foto in decine di pose diverse. Quindi la partita inizia alle 15 e 10 minuti circa. Al Parque Central, invece, Stati Uniti-Belgio inizia alle 15 spaccate e senza formalità. Al 19’ della sfida del Pocitos, Liberati sfugge sulla destra alla marcatura tenera di Felipe Rosas, crossando rasoterra. Lucien Laurent anticipa al volo Sanchez e il capitano messicano Garza Gutierrez, battendo di destro il portiere Bonfiglio, uscito alla disperata, con un tocco morbido. Gol bellissimo, stando a chi lo ha visto e raccontato per i giornali francesi, che si può collocare alle 15 e 29 minuti. Nell’altra partita invece il primo marcatore è Bert McGhee, ma questa è davvero l’unica certezza. Perché a seconda delle fonti l’americano segna il primo dei 3 gol della sua squadra al Belgio al 10’, al 15’, al 28’ o al 40’. Per la FIFA, tanto per fare chiarezza, il minuto giusto sarebbe il 23’. Questo significherebbe che il primo gol mondiale andrebbe assegnato a McGhee, che avrebbe segnato sei minuti prima di Laurent, considerando il ritardo nella partita del Pocitos. Ma siccome non c’è certezza assoluta né sul ritardo esatto del fischio di inizio di Francia-Messico né sul primo gol di McGhee ridiamo il primo gol mondiale a Laurent, ventitreenne fresco di firma con il Sochaux: dopo il Mondiale tornerà a fare l’operaio alla Peugeot, prima di diventare calciatore a tempo pieno. Quello rimarrà uno dei suoi due gol della carriera nei Bleus insieme a un altro che segnerà all’Inghilterra, ma non sapremo mai se sia stato davvero il primo nella storia della Coppa. In fondo è bello che la più grande manifestazione sportiva del mondo sia iniziata così, senza certezze.

(estratto del libro ‘Mondiali – Racconti di vittorie e sconfitte’, di Marco Lombardo e Stefano Olivari, in vendita con Il Giornale a partire da martedì 10 giugno, a 5,70 euro più il prezzo del quotidiano)

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