La nostra terra rossa

30 Gennaio 2007 di Stefano Olivari

ANNO NUOVO – Il 2007 è cominciato com’era finito, cioè con il tennis italiano difeso dall’inesauribile Sanguinetti arrivato a Chennai fino al risultato massimo possibile, ovvero la sfida con Nadal. Per gli altri è notte fonda: a Doha sono usciti al primo turno tutti e quattro i nostri – cosiddetti – tennisti di punta. E a Sidney Seppi e Volandri sono riusciti a ripetere l’impresa. Ma se in Arabia la scusa può essere stata quella di aver affrontato avversari duri (Seppi aveva Monfils, Volandri ha incontrato Murray, Bracciali s’è fermato davanti a Youzhny mentre solo Starace s’è arreso ad un avversario più o meno di pari grado, lo spagnolo Garcia-Lopez), in Australia Andreas e Filippo hanno preso due set a zero dal ceco Hernych (6-4, 6-2) e dal tedesco Benjamin Becker (6-3, 6-2). Gravi, quest’ultime due sconfitte, perché senza appello. Ma se poi – riguardando Doha, – ogni volta che si presenta un Monfils o uno Youzhny pensiamo che siano tutti avversari impossibili, ecco spiegato il livello del nostro tennis. Ah già: presto arriverà la terra rossa… IL SORPASSO – A proposito dei primi tornei dell’anno, si è avuta la conferma della solidità di Ljubicic, dell’instabilità verso l’alto di Murray, che la cura Gilbert non ha ancora fatto maturare pienamente, e del talento di Novak Djokovic, passato attraverso gli orridi round robin di Adelaide per conquistare il primo – e crediamo – non ultimo successo dell’anno. Fa invece notizia la sconfitta di Nadal a Chennai contro Malisse, poi vincitore del torneo. Fa notizia perché lo spagnolo aveva scelto un torneo dal tabellone morbido per il suo esordio stagionale, perché il belga non è certo irresistibile – anche se di solito dà il meglio di sé proprio nei primi mesi dell’anno – e perché Rafa quest’anno non può accampare scuse sulla preparazione. Questa settimana ci sarebbe dovuta essere la prova del nove a Sidney, ma al primo turno, contro Guccione, Rafa si è ritirato per un problema muscolare alla coscia destra. Chissà se tornerà per gli Australian Open, già saltati l’anno scorso per un problema al piede sinistro…in ogni caso a forza di essere il futuro numero uno il rischio è che, quando re Federer si stuferà, arrivi uno come Djokovic a sfilare il trono da sotto il sedere. C’ERA UNA VOLTA – Quando Lleyton Hewitt era numero uno del mondo era anche molto antipatico. La situazione non è certo migliorata adesso che australiano continua a cercare una risalita verso l’alto che sembra ormai quasi impossibile. Nel 2006 Hewitt ha conquistato solo il titolo del Queen’s e per il nuovo anno aveva già lanciato proclami in vista degli Australian Open, dove lo scorso anno si fermò in finale solo davanti al Mostro Roger. Lleyton riesce però sempre a far parlare di sè nel momento meno indicato: così, dopo un infelice torneo di Adelaide chiuso con un ritiro nel round robin, ecco la separazione improvvisa con l’allenatore di lunga data Roger Rasheed. “E’ una decisione difficile, ma credo che per il bene di tutti e due sia necessaria”, ha detto il tecnico, facendo capire che in Hewitt tennista qualcosa non quadra più. Così Lleyton adesso si è rivolto temporaneamente all’amico Scott Draper, che lo seguirà a Melbourne. Non certo – neppure Draper – un numero uno. RITORNERO’ – Serena Williams dice invece di fare sul serio: “Tornerò la numero uno al mondo, non ho il minimo dubbio al riguardo”. Per farlo ha ricominciato da Hobart, in Tasmania, dove si è allenata sui campi veloci locali: “Sto colpendo la palla in modo solido, è solo questione di tempo”. Risultato: al primo turno Serena, ora venticinquenne e che ha finito al 2006 al numero 95 del mondo, ha battuto la svedese Arvidsson, numero 63, per 6-4, 6-0. Gli infortuni al ginocchio e alla caviglia sembrano insomma dimenticati, anche se le percentuali della partita non sono ancora da sogno, con quel 55 per cento sulla prima di servizio e quel 61 sui punti vinti che sono lontani dalla vecchia Serena formato cannibale. Il tempo dirà se Maria Sharapova – con la testa solo sul tennis, però – deve preoccuparsi. Intanto magari vorremmo però sapere che fine ha fatto Venus. GRAZIE COMUQUE – Dal punto di vista televisivo questa prima parte di stagione vuol dire Eurosport: la tv satellitare che si vede su Sky ma che di Sky (sport) è diventata concorrente trasmette in diretta il torneo Wta a Sidney, in attesa di scatenarsi (per modo di dire) sugli Australian Open. Eurosport nel 2007 trasmetterà 770 ore di cui 480 in diretta del circuito femminile e in totale 1650 ore di tennis delle quali 1100 in diretta. Insomma, uno sforzo notevole, a volte però poco supportato dalla qualità delle telecronache. Per carità: noi della generazione Tommasi-Clerici (con tutta la truppa di Sky, perché Mangiante-Bertolucci, Pero, Scanagatta e Lombardi sono a loro modo tutti da ascoltare), ma anche del rimpianto doppio Galeazzi-Panatta, siamo un po’ prevenuti. Ma anche se riusciamo a promuovere la coppia Costanzo-Gaudenzi (che si parla un po’ addosso, escludendo a volte chi sta dalla parte di qua del televisore), non riusciamo ad abituarci dai commenti da (e del) tubo che spesso insonnoliscono i match, magari in piena notte. E per questo non c’è partita tra Wimbledon (di Sky) e Roland Garros e Us Open (di Eurosport). Detto questo, ad Eurosport va un ringraziamento, perché senza di lei il tennis in tv verrebbe dimezzato.

marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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