La mano di Repesa

23 Ottobre 2023 di Oscar Eleni

Oscar Eleni alla ricerca  del nido di ragno nel ricordo di Italo Calvino che, come Fenoglio, ha cambiato tutto nella mente di un giovane viandante del giornalismo che pensava al partigiano Johnny nascondendosi sugli alberi della passione. Andare lontano fra il Tigri e l’Eufrate per liberarsi dall’ angoscia con il vecchio maestro dei Sumeri, sentendo tamburi di guerra in troppe parti del mondo per non temere di svegliarsi in catene o, peggio, dentro la nube tossica anche peggiore di quella che respiriamo giornalmente in troppe città europee, in tante regioni italiane che vorrebbero sentirsi autonome tanto per spartirsi il bottino in famiglia.

Tossicità che rende irrespirabile anche l’aria dello sport se le bande si travestono e per picchiare i tifosi della Stella Rossa arrivano fino al Pala Dozza di Bologna anche se l’accento romano li tradisce. Nessun dubbio, invece, sui pestaggi che hanno preceduto e seguito la partita di calcio fra Verona e Napoli distraendoci dalle forche già pronte per uno dei due allenatori. Ha vinto Garcia e ora vedremo se potrà cavarsela Baroni, cosa che invece, nel basket, non è riuscita al Corbani vittima di una squadretta messa insieme  a Brindisi dopo il divorzio da Vitucci.  Ora speriamo che Repesa riesca ad aiutare i Marino, ma forse sarebbe meglio pensare a qualche acquisto, cosa che non garantivano a Pesaro dove adesso il Buscaglia  domanda a Costa e Magnifico come si può andare avanti con un solo centro, problema che appare evidente in Europa per le nostre squadre spesso bastonate, o magari per la Nazionale, ma la colpa in questo caso è della nostra scuola che manda molti verso la pallavolo, qualcuno all’atletica o al nuoto, quasi nessuno al baloncesto.

Basket che dopo 4 giornate vede ancora imbattute 3 squadre e, come la settimana scorsa, se non siamo sorpresi dalla Virtus Bologna diciamo che la Venezia uscita soltanto alla fine dalla trappola di Treviso e questa Germani Brescia, ancora bruciata dalla finale di supercoppa persa contro la Segafredo, forse non sono meglio dell’Armani che sembra ancora alla ricerca del pilota, un po’ come la Ferrari, anche se Pangos sembra uscito dalla prigione dove si era nascosto da troppo tempo, o, magari di Tortona che per qualche minuto, con quel Weems assatanato, ha sognato di poter dimenticare l’autunno che ancora oggi porta qualche lacrima se il Severini dell’ultima stagione, del bagno azzurro, deve stare  ai margini.

Fra i Sumeri si dice anche che Sassari dovrebbe trovare presto le armi per evitare di dare un calcio al secchio di un bel primo quarto come al Pala Dozza finendo a meno 14 sentendo Banchi lamentarsi della sua Segafredo che veniva da una settimana europea di vittorie, faticosa anche se meno impegnativa di quella dell’Armani che contro le due finaliste di Eurolega ha benedetto la sua diga difensiva contro l’Olympiakos e maledetto l’acido lattico che nell’ultimo quarto a Madrid impediva di mettere una museruola al miglior Llull dell’anno.

Basket del cosiddetto campionato italiano dove quelli allevati nelle nostre scuole non sembrano avere tanto spazio anche se spesso vanno in campo stranieri che sembrano scappati da case tecniche davvero modeste. Un po’ come nel calcio dove per trovare italiani che vadano bene alla Nazionale di Spalletti, per trovare gente che gioca bene a pallone e non in sala scommesse si fa una grande fatica. Ora scaricare tutto su Gravina sembra esagerato, chiedendone le dimissioni come se il calcio fosse governato peggio di questa Repubblica dove si puniscono medici che in tempo di Covid fanno straordinari, in un Paese dove dalla sanità pubblica puoi aspettarti soltanto consigli per lunghe attese e consigli per cercare lo strozzino che ti permette di andare dal “privato”.

Angosciati dalle palle già esplose prima di metterle sull’albero di Natale, ammesso che non si debba passare nei rifugi e nelle stazioni della metropolitana, cerchiamo nei fiumi sacri l’ispirazione per pagelle che tolgano veleno ai commentatori senza nome che contestano senza mostrare il volto, un po’ come certi giocatori, dal calcio alla pallavolo, passando per il basket, che ai rimproveri degli allenatori mostrano le spalle, mai gli occhietti birboni rivolti al pubblico per far capire che chi guida non ha la patente giusta e chi arbitra sbaglia quasi sempre.

10 A Dino MENEGHIN che nel docufilm del Rossi ci emoziona ancora, al super Dino che nel ricordo del grande Nino Cescutti ci ha portato in una basket dove il cannoniere friulano era davvero speciale come ha detto anche VITTORI.

9 Alla FEDERAZIONE che  sa ricordare i suoi campioni, sa rispettare la storia anche se spesso in  troppi sembrano convinti di vivere in una pallacanestro dorata, pazienza se chi insegna prende poco, se chi dovrebbe insegnare sta spesso in vetrina come le signorine di Amsterdam.

8 A MILICIC e SACRIPANTI che stanno facendo impazzire la Campania. Il basket di Napoli, l’impresa di Scafati  a Pesaro, costringeranno la gente a pensare che il basket non è soltanto uno sport per poche regioni anche se nella  Capitale non hanno più la serie A.

7 Alla RAI che dopo il campionato di A2 ha deciso di mandare in diretta anche il campionato femminile così come fa con il calcio. Peccato che con la serie A1 manchi il ponte per avere una diretta in chiaro, ma bisogna dire che SKY con le coppe e DMAX, pure questo gruppo in grado di trasmettere  in chiaro, stanno facendo un bel lavoro. Un consiglio per tutti: spieghino ai telecronisti che la TV non è per radiocronache e agli opinionisti, anche i più bravi, che si preferisce una critica al cazzeggio sui fischi arbitrali, l’aneddoto alla banale ricostruzione dell’appena visto.

6 Al GALLOWAY  di Reggio Emilia e al PINKINS di Scafati per una giornata davvero speciale che giustifica il loro ingaggi come quello dell’HUBB di Trento che ha gelato Varese e del POYTHRESS che a Milano stavano già per mettere nell’armadio dei troppi acquisti sbagliati.

5 A CORBANI non certo per il suo esonero da Brindisi ma per non aver detto subito e chiaramente che la squadra rifatta dopo l’addio a Vitucci era più una zattera che un brigantino.

4 A TREVISO se dovessero farsi venire cattivi pensieri per questo 0 in classifica diviso con PISTOIA, bravi ma con una squadra neo promossa ancora alla ricerca di se stessa, e con la BRINDISI di cui sopra. La squadra ha dentro qualcosa, adesso serve pazienza.

3 Alla nuova VARESE che vorrebbe giocare come quella dell’anno scorso senza averne il talento. Certo con Trento ha sbagliato volata, ma spesso anche esagerato nello sperperare vantaggi .

2 A PESARO dove il risveglio tardivo dopo il meno 20 alla fine del primo quarto ha dato soltanto il dolore di un supplementare perduto. Questi inizi sballati ora dovrebbero portare ad un taglio in una squadra dove servono soprattutto rinforzi.

1 Alla LEGA in  riunione se sul problema impianti non si batterà per allargare i  campi, un dramma per chi cerca gloria dagli angoli e pesta sempre la riga per la goduria si arbitri che almeno su quello non dovranno vedere le faccine di “mai colpevoli” anche se, magari, dopo un fallo, hanno un pezzo di maglia o un braccio fra le mani.

0 All’EUROLEGA che non sembra controllare bene gli arbitri e infatti quasi si rimpiangono quelli FIBA del Mondiale. All’inventore delle schede televisive sui giocatori che sarebbero interessanti se il regista non le facesse sparire dopo che tu hai letto soltanto il nome e non arrivi mai  in fondo, un po’ come le cifre.

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