La droga di Mike D’Antoni

20 Novembre 2012 di Oscar Eleni

Campionato per gita  a basso costo nel cuore del sistema come dice Billy Beane con questa fantasia della Sabermetrica che valuta quanto costi, quanto rendi, quanto hai fame, quanto puoi rendere se invece di pensare troppo ti limiti a far sbagliare gli altri e se arrivi al massimo spendendo la metà dei Paperoni schiavi del campione che vale milioni e non sorride mai a nessuno, non ai tifosi, non ai compagni, figurarsi all’allenatore. Il priorato di Varese, 8 su 8, 19 su 19 contando il precampionato, ci dice che seguendo l’idea qualità-prezzo di Bruno Arrigoni, che non è proprio Brad Pitt, ma ha soggetti per molti film, molti premi mai vinti per tanti giocatori importanti serviti alla causa, si possono trovare giocatori con facce ben diverse da quelle che vedi  nelle stanze dei presunti ricchi. Dare opportunità vuol dire avere un’atmosfera sempre positiva in spogliatoio, se poi hai dei veterani come capita al Sacchetti allora l’arte sua è portare i giocatori a vedere come vive la gente che poi paga  per andarli a vedere. Filosofie da capitan Hornblower magari diverse, ma lo senti e lo vedi se c’è vita su certi pianeti e se invece c’è soltanto terra  dove si sentono marziani ben pasciuti.

Godiamoci queste scommesse della crisi che fanno brillare Varese, anche se quel calo di concentrazione sul più 15 contro Sassari ci ha fatto capire quello che Vitucci sa e teme, dai giorni in cui ha messo sulla sua maglietta la scritta imbattuti, ma non imbattibili,  e cioè che se la squadra ascolta più il coro della folla, se invece dei rientri rapidi si perde tempo a salutare dopo un canestro fatto, se ci si compiace e ci si confonde, poi si cade a terra e si va a meno uno. Vitucci dice che è stata colpa sua per aver indirizzato il gioco sul centro dove gli altri erano sguarniti. Vero. Ma anche la testa era andata. Poi è tornata. Ecco. Ma siamo ancora nella fase della fratellanza bosina. Non lasciar entrare il  trillo dell’agente che ti urla adesso vali di più, chiedi più palloni, sarà il compito per il balivo Vescovi e per Massimo Ferraiuolo che conosce la prateria e la palude, mentre Michele Lo Nero dovrà garantire che agli associati del consorzio Varese nel cuore non verrà mai un dubbio sulla conduzione tecnica e organizzativa della società. Un triangolo per protegge il gran lavoro del Vitucci sornione, ser Bis da Laguna. Per Sassari questa scelta europea sarà davvero costosa, ma  valeva la pena provarci e far conoscere il prodotto Sardegna, sport, arte, cultura, gastronomia, anche in giro per le vecchie terre e di questo la Regione dovrebbe essere grata perché non esiste veicolo che entri più facilmente nelle strette vie  della concorrenza europea.

Siamo entusiasti per Calvani, uno che sa cosa vuol dire sofferenza e passione, per Roma e per Datome. Dire che lo eravamo anche all’inizio sarebbe una bugia, ma di sicuro eravamo più ottimisti degli stessi che all’inizio borbottavano, ironizzavano sulla Rometta, e avevano passato troppo tempo sulla strada de los elefantes, quella dove al ritorno dopo ogni partita vedevi la gente andarsene scuotendo la testa proprio come quei bestioni. Succede che le cose cambino se fai chiarezza, se cerchi gente che abbia voglia di essere qualcuno e non di far credere di essere qualcosa. Persino Toti ha visto il cuore che los millionarios negavano di aver avvolto in carta oleata. Errori da parte di tutti. Ora, per carità, non parlate al manovratore, lasciate che le cose  crescano spontaneamente  e forse tornerà il sole dei play off che è già il massimo richiesto.

Sulla strada dei poveri abbiamo individuato dove vivranno il tormento fino al giorno in cui una retrocederà: Montegranaro, Caserta, Biella, Cremona, ma per Venezia, così confusa, così sbagliata nella costruzione, perché si presume sempre di poter motivare chi gira  fra i cesti chiedendo anguille d’oro e poco lavoro, per Pesaro, così carente nell’organico dopo epurazioni ed infortuni, potrebbero venire giorni ancora più difficili e questo non renderà più piacevole il campionato come dicono i difensori della retrocessione come brivido. Qui? In questo paese dove l’ignoranza sportiva è soltanto inferiore alla voglia di evadere le tasse.

Doloroso scoprire che a Bologna, sponda Virtus, i guai accadono sempre appena il gruppo America entra nella zona buia del ritorno a casa per motivi familiari, la testa vola via per motivi tecnici legati alle confidenze di un manager come Sabatini che aveva tutto il diritto di far sapere a Minard che non poteva essere utile se andava in giro per il campo mostrando solotanto la sua figurina. Ora il Sabba si autoaccusa perché Minard è tornato allo zero scarabocchio sul campo di Reggio Emilia perché confuso dalla minaccia. Non è così, non può essere così. Minard doveva e poteva battersi molto di più e molto meglio, ma questo vale per tutti, persino per il Mason Rocca che non avremmo mai immaginato di trovare dietro la lavagna della valutazione meno per così tanto tempod i una partita. Agli italiani “forti” diciamo di vivere sano per essere sani, agli “italiani del futuro” di non rinunciare a nessun allenamento per andare al Pavaglione.

Siena e Cantù ? Vi avevamo detto che a Tel Aviv ed Atene erano  rinate almeno come squadra. Ora sono a metà del guado. Vedremo chi toccherà la riva della felicità prima che il Navididad di Scariolo arrivi in punteria. Certo Banchi e Trinchieri non dimenticheranno questa fase che diventa importante anche per la loro scalata come grandi allenatori.  Intanto nel giro dei cervelloni da panca si è presentato, con giacca, anche il Pozzecco baciantino che adesso ne avrà di gente da  abbracciare visto che su ogni campo, anche da avversario, lo applaudiranno. Bella fase. Metta a frutto studi, ricordi e registri. Del doman non v’è certezza, ma sapendo come andrebbe se tornasse la poca voglia di palestra allora ci dia dentro.

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