La danza di David Pleat

17 Maggio 2007 di Stefano Olivari

Domenica scorsa chi di noi si è messo davanti al televisore per assistere allo spareggio salvezza fra Sheffield United e Wigan Athletic ha aspettato con impazienza la fine. Una delle due squadre molto probabilmente sarebbe retrocessa al 90′ minuto e così avremmo potuto assistere a quelle splendide e drammatiche immagini che solo i campionati britannici riescono a regalarci. Tifosi della squadra appena retrocessa ad applaudire e cantare mentre le lacrime sgorgano copiose sulle guance, e altri dettagli che per chi ama il calcio britannico sono solo conferme. Sabato 12 maggio è toccato al meraviglioso e fedele pubblico dello Sheffield United. Il Wigan, sotto di tre punti all’inizio del match e con un solo risultato a disposizione (la vittoria) per vedere la luce, è riuscito ad espugnare Bramall Lane per 2 a 1 proprio grazie ad un gol di Unsworth che in questa stagione aveva lasciato i Blades perchè veniva poco utilizzato. Allo scadere del primo tempo, grazie a un rigore, lui stesso ha condannato alla retrocessione in Championship la sua ex squadra.
In un passato molto recente, esattamente durante l’ultima partita della stagione 2004/05, molti ricorderanno una impietosa telecamera che inquadrava un giovane tifoso del Southampton – appena battuto in casa dal Manchester United che nulla aveva più da chiedere a quel campionato – che versava lacrime come un poppante, mentre fra i singhiozzi si sforzava di urlare il suo grazie ai Saints. Emozioni da ultima spiaggia, da ultima giornata, emozioni a prova di cuori forti. Con una retorica che in questo caso è giusto usare, sapendo di dedicarla a qualcosa di percepito come vero.
Risalendo più indietro nel tempo, indimenticabile fu ciò che compì il Luton Town di David Pleat nell’ultima giornata del campionato 1982/83. Gli Hatters si trovavano in una situazione del tutto simile a quella del Wigan sabato scorso, con la sola possibilità di espugnare Maine Road, tana del Manchester City, per poter così raggiungere la salvezza. Al City invece, sarebbe bastato un comodo pareggio davanti al pubblico amico. Rivedendo oggi il video della partita non possiamo non apprezzare le splendide divise delle due squadre. Alla completa tenuta azzurra del Manchester City il Luton Town opponeva una divisa arancione con spalline blu con righine rosse, pantaloncini blu e calzettoni sempre di un arancione vivo. Splendida e splendidamente rifatta anche dal Subbuteo in quegli anni. La partita fu ovviamente molto tirata e fu proprio il Luton a sbloccarla nel secondo tempo con un gol di un sostituto. Il giocatore degli Hatters Brian Stein crossò dalla fascia destra, il portiere Williams del City riuscì solo a smanacciare la palla che rimbalzò appena fuori dall’area sui piedi di Raddy Antic, che era appena entrato in campo. Antic, che negli anni Novanta allenerà anche il Real Madrid, fece partire un tiro forte e teso che si infilò nell’angolino basso alla destra del portiere. A quel punto i giocatori del Luton si rintanarono in difesa e riuscirono a resistere fino alla fine.
Al triplice fischio dell’arbitro David Pleat – allenatore del Luton e in epoche successive famoso anche per le alterne fortune avute alla guida del Tottenham -, che quel giorno sfoggiava un improbabile vestito beige con delle ancor più improbabili scarpe color crema, corse in campo zampettando come un disperato, saltando e ballando in una maniera assolutamente ridicola. Pleat corse ad abbracciare tutti i suoi giocatori e, fra un abbraccio e l’altro, propose quel ridicolo balletto che in Inghilterra lo avrebbe reso famoso per gli anni a venire. Questa volta le lacrime toccarono al pubblico degli Sky Blues che negli anni a venire sarebbe andato incontro a periodi non facili, anche per i successi dell’altra squadra cittadina. Ciò che contava di più però era che il Luton fosse salvo e avrebbe mantenuto quella sua posizione nell’elite per i successivi dieci anni. Intervistato giorni dopo dal “Luton News” Pleat ammise candidamente:” Se al 90’ sembravo un bambino incapace di contenere le proprie emozioni, beh….. sappiate che in quel momento mi sentivo proprio così”.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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