Jocks, angeli in discoteca

23 Giugno 2023 di Stefano Olivari

Per noi il mondo si divide in chi ha visto almeno una volta nella vita Jocks – Angeli in discoteca e in chi non l’ha mai visto. Ecco, una recensione che volevamo fare da decenni potrebbe concludersi qui. Però vogliamo fare divulgazione e allora vi ammorbiamo con qualche riga in più su questo film del 1984 capace di raccontare il boom delle discoteche grazie a due protagonisti di super-culto: Tom Hooker, personaggio chiave dell’Italodisco in proprio o per conto terzi (per un certo periodo prestò la voce a Den Harrow), e Russell Russell, anche lui statunitense, ballerino e coreografo in tante trasmissioni RAI degli anni Ottanta.

Jocks, con la regia di Riccardo Sesani e la sceneggiatura dell’immenso (Sapore di mare 2, Giochi d’estate, L’estate sta finendo) Bruno Cortini, racconta la improbabile storia di due deejay, D.J. e Hi-Fi, che sognano di mettere in piedi un grande spettacolo in una megadiscoteca romagnola, che poi sarebbe l’Altromondo Studios di Rimini. Non abbiamo lo snobismo della rivalutazione a tutti i costi, il film (che abbiamo rivisto la settimana scorsa su YouTube) rimane scritto, doppiato e recitato male anche a 40 anni di distanza, ma come testimonianza dello spirito anniottantesco vale più di mille libri di sociologia.

La colonna sonora dei Creatures, loro purissima creazione Altromondo, a colpi di Maybe One Day, il mito del deejay sacerdote di questo nuovo culto, quell’imprenditorialità cialtrona (mitologico il primo finanziatore che viene arrestato) che dava a tutti la sensazione di potercela fare, la ragazza contesa (Kim, interpretata da Patricia Moore)… Un film davvero folle, prima ancora che brutto, con scene di azione trashissime e figure improbabili come la zia di Kim (una grandissima Giuliana Calandra, che nel suo film seguente avrebbe fatto la moglie di Oronzo Canà, Mara…), cantante lirica in disarmo che convince ‘Il cavaliere’, suo spasimante, a finanziare una rappresentazione dell’Aida, che poi in realtà sarà fatta in versione dance da Hooker e Russell Russell. Tutto molto brutto, parafrasando Pizzul, ma anche tutto capace di spiegare un mondo che abbiamo vissuto nella sua fase ascendente e che con qualche modifica è arrivato fino ad oggi.

stefano@indiscreto.net

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