Il tempo di Pole Position

6 Dicembre 2020 di Paolo Morati

Ci sono giochi che sono considerati dei ‘game changer’ del proprio genere. Uno di questi è Pole Position, uscito nel 1982 grazie alla giapponese (ovviamente, da dove se no?) Namco. Epoca in cui gli arcade erano incredibilmente superiori alle console da casa, per cui valeva la pena spendere quelle 200 lire a partita per vivere in questo caso l’esperienza di guida su una multicromatica (comprensiva di arancione Indiscreto) auto di Formula 1. Questo non solo per la grafica all’avanguardia ma anche per i i cabinati evoluti che li contenevano.

Nel caso di Pole Position stiamo infatti parlando di un abitacolo ricostruito nei particolari con volante, pedaliera e cambio a due marce. Ok, niente di particolarmente sofisticato rispetto a quello che si può oggi acquistare e installare direttamente a casa ma vi assicuriamo che nel 1982 poteva apparire come fantascienza. Uscito in un momento storico in cui la Formula 1 aveva ancora quella aura leggendaria che da tempo sembra avere smarrito, Pole Position proponeva un unico circuito (quello del monte Fuji) sul quale era necessario prima qualificarsi per poi gareggiare contro altri concorrenti guidati dal computer. A bordo strada inoltre, nella versione originale giapponese, si potevano scorgere diversi cartelloni pubblicitari con marchi piuttosto noti (product placement d’annata o semplici omaggi?).

Tutto giocato sulla velocità e il colpo d’occhio nell’evitare gli ostacoli, Pole Position era divertente e bello da sentire e vedere, con il monte Fuji che compariva sullo sfondo, anche se, come per tutti gli arcade, se non eri un genio le partite potevano durare veramente poco. Portato anche su console (noi frequentammo la versione Atari 2600, abbastanza fedele nelle dinamiche di gioco) era inoltre poco realistico fronte guasti visto che anche se l’auto esplodeva poi ritornava tranquillamente in pista per un altro tentativo. Insomma, niente consumo di gomme, carburante o danni meccanici al mezzo. Ma di quello ne parleremo approfonditamente per altre vere e proprie simulazioni che devono comunque a Pole Position l’inizio di una nuova era.

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