Il mondo dei Pennestrì

8 Aprile 2011 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
I settanta anni di De Sisti, la tecnica di Michelini, la riconferma di Peterson, Molin nella storia, D’Antoni in bilico e l’impulsiva Wabara. 

Oscar Eleni dal primo canile disponibile per sfogare la rabbia. Rabbia per non essere stato invitato alla festa dei 70 anni di Mario De Sisti. Gli hanno fatto una sorpresa. Merito di una figlia che conosce i dolci difetti paterni. Merito di Ferrara che non lo ha mai abbandonato e mai dimenticato perché lui, il figlio del professore che faceva scattare i muscoli milanisti molto prima del mondo nuovo portato da Arrigo Sacchi, al castello estense aveva inventato una bella squadra di basket femminile. La cronaca non cita presenze di ex giocatrici, una delle quali avrebbe potuto spiegarci che fine ha fatto una Cinquecento blu comperata a cambiali perché non abbiamo mai creduto davvero che fosse stata rubata, ma nel gruppone di amici e colleghi c’erano due personaggi che soltanto per questi viaggi, queste bevute e mangiate, meriterebbero riconoscenza e rielezione ovunque si presentino: il presidente federale Dino Meneghin e il Marco Bonamico che mette la faccia dovunque la Lega di A2 venga attaccata o circondata.
Nel gruppo degli amici di Mario c’era il gruppo bolognese con uno spumeggiante Stefano Michelini che propone anche quest’anno il suo camp di specializzazione per giocatori sopra i 16 anni che abbiano voglia di migliorare. Al campus dell’università di Parma ci saranno due periodi, fra giugno e luglio, dove chi non pensa soltanto a Formentera potrebbe anche imparare che non tutto è tecnica, ma ci vuole anche il resto, cominciando dall’alimentazione come insisteva il primo Dan Peterson arrivato a Bologna come un Ufo, ma diventato poi marziano per davvero come ci ricorda con dolcezza il Gigione Serafini che pensa al Nano con molto più affetto degli attuali dirigenti dell’Armani dove si lasciano aperte le porte per far entrare spifferi maligni, lasciando sui muri del Palalido, sempre senza lavori in corso, la lista dei probabili sostituti.
Non è una novità. Lo sapeva anche lui prima di dare settimane gratuite al marketing aziendale, ma dire che non sarebbe comunque riconfermato, anche se vincesse lo scudetto, una possibilità su mille, potrebbe rendere ancora più difficile questo periodo dove le scelte sono diventate evidenti e qualcuno che non è nelle rotazioni frigge e protesta. Nella sfida Milano-Virtus vedremo se Proli e Sabatini siederanno vicini e scherzeranno a denti stretti. Per tutti e due le cose non funzionano tanto bene, a Boloogna poi stanno cercando di capire cosa intende fare il Marinetti delle Futur Station adesso che ha deciso di investire meno sulla Virtus e di puntare tutto su un progetto per il rilancio di Torino.
La qualificazione del Real Madrid alle Final Four dell’eurolega ci dice che la semina di Ettore Messina era stata buona e che, per fortuna, la Casa Blanca non ha scaricato Lele Molin, il settimo allenatore italiano ad arrivare così in alto: prima di lui Messina, Recalcati, Pianigiani, Scariolo, Casalini e D’Antoni. Per i cronisti di sventura che non riconoscono al basket né paternità né affetti diciamo che i 4 allenatori finalisti di Barcellona hanno tutti lavorato in Italia: Pianigiani sapete dove e come, Molin sostituì addolorato il barone Sales nei giorni in cui a Treviso scelse quell’aprile nero del 1990 per andare oltre il muro, Obradovic ha fatto storia in casa Benetton, così come David Blatt, una coppa e uno scudetto.
Siamo preoccupati per le previsioni al nero di seppia sul futuro di D’Antoni ai Knicks. Era in crisi profonda dopo 5 sconfitte consecutive, adesso che ha vinto 5 volte di fila cosa diranno mai nella Mela dove si raccoglie di tutto, persino il Bagatta pensiero?
Il caso di Abiola Wabara, atleta azzurra, origini nigeriane, nata a Parma, insultata pensantemente a Como, meriterebbe un dibattito approfondito e non può bastare la telefonata di solidarietà, con dichiarazione relativa, del solerte presidente Meneghin che intanto dovrebbe chiedere a Zancanella di sospendere i due arbitri afflitti da sordità. Non può bastare perché nel giorno in cui tutti ci siamo vergognati sono arrivate due dichiarazioni raggelanti da parte di Pennestrì, presidente di Como, ma anche presidente della Lega, e dell’ex azzurra Ballabio manager della società: se la sono presa perché la “ragazza è stata impulsiva”, perché ha mostrato il dito medio a contestatori raccattati chissà dove. Se siamo a questo punto, perché stupirsi di tutto il resto?
Oscar Eleni

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