Il mercato di Mourinho

19 Novembre 2008 di Stefano Olivari

Sui giornali italiani mancano tante notizie, ma di sicuro non quelle su José Mourinho. Ci sembra quindi incredibile che continuino ad uscire a getto continuo biografie sull’allenatore dell’Inter, che ha insegnato il calcio a Ibrahimovic e Figo (almeno a loro dire, mentre Mancini parlava di taekwondo e burraco), ma siccome non si fa editoria per beneficenza significa che per questo tipo di libri esiste un pubblico da rispettare. La biografia per così dire ufficiale scritta da Luis Lourenco (pubblicata in Italia da Mondadori con aggiunte di Fabio Licari), un very best dell’allenatore portoghese proposto da Stefano Barbetta (Morellini), l’inevitabile parallelo con Herrera messo nero su bianco da Michele Tossani per Limina, le frasi celebri dello Special One raccolte da Giancarlo Padovan per Cairo, più sicuramente qualcosa che ci è sfuggito. Di tutta questa produzione non abbiamo letto una sola riga e difficilmente lo faremo, quindi non possiamo dare giudizi né meditati né cialtroni. Però siamo stati alla presentazione del libro di Padovan, lunedì scorso, e dobbiamo dire che si è trattato di una delle più divertenti presentazioni di libri mai viste. Parole dell’ex direttore di Tuttosport: ”Questo è un instant book, un’opera che non passerà alla certo alla storia. Personalmente non ho fatto niente: mi sono limitato a raccogliere frasi di Mourinho e a trascriverle. La prefazione è di Gino & Michele, con il punto di vista dei tifosi: punto di vista che non mi trova d’accordo. In definitiva pensavo che Mourinho fosse leggibile anche per i non tifosi dell’Inter, però mi sono sbagliato”. Questo misto di onestà e di autoironia (al secondo livello, dedicata ai frustrati da romanzo nel cassetto e purtroppo spesso anche fuori), da parte comunque di uno dei pochi giornalisti italiani di calcio che si fa leggere sempre, ha fatto da preludio ad un dibattito fra storia ed attualità con Roberto Beccantini e Nicola Cecere che preso così com’era avrebbe surclassato il 99% delle trasmissioni televisive sul calcio (curiosamente anche quelle che ogni tanto vedono ospiti Padovan, Beccantini e Cecere). Dibattito ad un certo punto monopolizzato da Danilo Sarugia (a livello di Albertazzi le sue citazioni a memoria di articoli di Brera) e dai ricordi con buchi stile Emmenthal dell’ex direttore sportivo dell’Inter Giancarlo Beltrami. Con momenti di culto assoluto, come quello in cui una giornalista di una televisione presente ha chiesto ‘Ma qui c’è qualcuno di importante?’ o quando Beltrami ha ricordato il modo in cui le società pagavano (e pagano) i giornalisti per far uscire determinate notizie di mercato. Parlare di calcio in questo modo è meraviglioso, quanto al libro siamo sicuri che quello che scriverà Padovan (quindi il prossimo) sarà imperdibile. Una visione troppo alta della letteratura sportiva lascia le librerie in mano ai troppo bassi…
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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