Calcio
Juventus segreta
Stefano Olivari 01/02/2024
Quante recensioni avete letto di Juventus segreta, l’ultimo libro di Gigi Moncalvo? Noi pochissime, eppure è un libro uscito da più di due mesi (editore Vallecchi) e pieno di retroscena sulla squadra più amata e odiata d’Italia, un libro quindi con un pubblico significativo e scritto da un giornalista importante. Non è che leggiamo qualsiasi sito del mondo, quindi magari queste grandi recensioni ci sono sfuggite, ma se parliamo di mainstream il libro è stato in generale accolto da un silenzio assordante, fatta eccezione per Dagospia, La Verità e pochi altri. E leggendolo, come abbiamo fatto per le sue trecento e passa pagine, si capisce anche il perché. Come in altre sue recenti opere sul gruppo Agnelli-Elkann, riguardanti vicende non calcistiche, Moncalvo infatti esce dalla favola della famiglia unita e spiega le vicende umane che poi stanno alla base di tante scelte aziendali, giuste e sbagliate.
Appassionante è la parabola di Andrea Agnelli, costruttore di una Juventus vincente dopo i disastri di Elkann (che però fra i mille errori scelse anche Marotta), che con la fine del suo matrimonio e l’inizio della storia con la moglie del suo amico da manager concreto si trasforma in presidente desideroso di entrare nella leggenda: Cristiano Ronaldo è soltanto l’operazione più famosa di una sua nuova filosofia gestionale, che in pochi anni porta a bruciare 800 milioni di euro, mal consigliato da un Nedved fuori controllo, da un Paratici che sta segando la poltrona a Marotta e soprattutto da sé stesso, con i media acritici e tenuti in pugno da Claudio Albanese, sul quale Moncalvo è molto duro. Se questi sono fatti noti, meno noti sono gli intrighi alla corte di Elkann, con la moglie Lavinia Borromeo che di fatto decide chi può avere la luce e chi deve tornare nell’ombra.
Proprio partendo dal privato, cioè l’amicizia di Lavinia con la Seredova, si spiegano l’addio a Buffon, dopo tante promesse di un futuro da dirigente, e tanti altri fatti molto interessanti. Impressionante la quantità di particolari, evidentemente a prova di querela, in una storia che non ripercorre un secolo di Agnelli alla Juventus ma che parte da Calciopoli e dal suo uso strumentale da parte di Elkann, sulla pelle della Juventus, per limitare l’ascesa mediatica (quella come potere era già stata limitata dal duo Gabetti-Grande Stevens) del cugino e di chi lo consigliava, Giraudo più di Moggi, con sullo sfondo l’idea di una Juventus sempre di Agnelli, cioè di Andrea, ma indipendente dal gruppo (idea, per quello che ne sappiamo, ancora viva). Un libro per juventini critici, che piacerà molto anche ai non juventini della stessa razza anche se poi non è che contenga chissà quali scoop.
Anzi, proprio per questo. Perché inquadra fatti noti in un contesto di situazioni conosciute soltanto a chi vive un certo mondo torinese dal di dentro o comunque con buonissimi informatori. Molto interessante la parte su Allegri, al tempo stesso simbolo delle vittorie della gestione precedente ed anche dei suoi errori: la sua riconferma, al di là del contratto ancora in essere e dell’eventuale scudetto, non ha entusiasmato e non entusiasma Elkann. Ovviamente Andrea Agnelli non è una vittima del sistema, essendo nato dalla parte dei carnefici, ma è un personaggio molto interessante al di là di alcune mezze figure di cui si è circondato. Soprattutto è un tifoso, cosa che i tifosi percepiscono e che nel calcio è l’unica cosa che conta (non vincere, quindi) se lo si vuole seguire con interesse. Juventus segreta è quindi secondo noi uno dei pochi libri di calcio recenti davvero da leggere, anche per chi pensa di sapere tutto.
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