Il calore del Rops

8 Settembre 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Ci sono otto zambiani, un nigeriano, un brasiliano e un coreano nel Circolo Polare Artico. Può sembrare l’inizio di una barzelletta, e invece è la più fedele descrizione della rosa del RoPS di Rovaniemi, il club in cui, secondo il giornalista Juha Salminen, “nessun finlandese vuole andare a giocare”. Del resto la Lapponia con il suo clima rigido, l’inverno lungo e buio e una densità che in certe aree è di una persona ogni due chilometri quadrati, è una regione che si stacca nettamente dal resto della Finlandia. Lontani dalla cosmopolita Helsinki, dalla colta Vaasa e dalla tecnologica Oulu, una volta sbarcati all’aeroporto Finavia e imboccata la strada statale che porta a Rovaniemi, il capoluogo della regione lappone, sembra di essere stati catapultati in un mondo sospeso nel tempo.
2. Zeddy Saileti è arrivato in Lapponia nel 1994. Dopo l’exploit del Camerun a Italia 90 il presidente del RoPS Jouko Kiistala si era invaghito del calcio africano, chiedendo al suo amico Roger Milla di aiutarlo a portare nella sua squadra qualche giocatore locale. Milla fece il nome di Saileti, all’epoca impegnato nel campionato dello Zambia. L’attaccante decise di accettare quella strana avventura. “Quando arrivai a Rovaniemi la prima volta non conoscevo nulla della Finlandia”, racconta Saileti. “Era gennaio, c’era tantissima neve e si giocava solo al coperto. Non era facile, ma all’aperto i terreni di gioco erano tutti in sabbia. Durissimo giocare un incontro di campionato su un simile campo. Oggi con l’introduzione del sintetico la situazione è decisamente migliorata”.
3. Gestire in maniera professionale e funzionale un società calcistica a simili latitudini non è facile. Quando nel 2007 il RoPS tornò in Veikkausliiga, la massima divisione finlandese, ottenne dalla Federcalcio la licenza di iscrizione al campionato solamente grazie alla promessa scritta firmata dal sindaco di Rovaniemi che entro l’agosto dello stesso anno lo stadio del club, il Keskuskenttä, sarebbe stato dotato di fari per illuminazione notturna. Proprio la mancanza di questi ultimi aveva costretto il RoPS a disputare un incontro a mezzogiorno contro gli albanesi del Vllaznia nel secondo turno di Coppa delle Coppe 87-88. Ai quarti di finale contro l’Olympique Marsiglia la squadra fu invece costretta a disputare il proprio match casalingo a Lecce.
4. Tutt’oggi Zeddy Saileti vive e gioca a Rovaniemi. Con il RoPS ha disputato oltre 360 partite, ed è stato capocannoniere della squadra otto volte. Ha recentemente preso il patentino di allenatore (e dopo il licenziamento del tecnico estone Valeri Bondarenko è lui a guidare la squadra), ma a dispetto dei 40 anni di età non disdegna ancora qualche puntata in campo. Da un paio di stagioni è diventato anche talent scout, e sono così arrivati in Lapponia molti suoi connazionali. Tra questi le punte Nchimunya “Drogba” Mweetwa (nel 2007 17 gol in 25 partite che hanno garantito al RoPS la promozione) e Chileshe Chibwe, il trequartista Chanda Mwaba e il difensore centrale Stephen Kunda, quest’ultimo eletto dai tifosi lo scorso campionato giocatore dell’anno. “Abbiamo formato una bella comunità”, continua Zaileti, “e i tempi di ambientamento di questi ragazzi, che considero un po’ i miei fratelli minori, risultano sorprendentemente rapidi”. Le due-tre ore di allenamento quotidiano scandiscono le giornate. Poi magari una puntata al Sampokeskus, il centro commerciale di Rovaniemi, un giro in bicicletta sulle rive del fiume Kemijoki e per finire una cena a base di polpette di renna al rinomato hotel-ristorante Pohjanhovi ascoltando lo yoik (canto tradizionale dei Sami, la popolazione che in Italia chiamiamo erroneamente Lapponi) di Wimme Saari.
5. Da quest’anno nel RoPS, oltre all’Africa e al Sudamerica (l’attaccante brasiliano Jeferson Pires, originario di Brasilia ma frequentatore dei campi finlandesi dal 2001), c’è anche un pizzico d’Asia grazie all’arrivo del portiere sudcoreano Kwon Jung-Hyuk, ex Fc Seoul e nel giro della nazionale maggiore durante la preparazione ai mondiali casalinghi del 2002. Eterna gratitudine a Guus Hiddink (“per tutto quello che ha fatto per noi coreani”), il desiderio di trovare moglie in Finlandia, il sogno impossibile di diventare “forte come il mio idolo Gigi Buffon”. E allora qualcuno gli ha consigliato di prendere carta e penna scrivere una lettera da spedire al Joulupukin Pajakylä di via Joulumantiee 1. Chissà che il padrone di casa, un certo Babbo Natale, non decida di accontentarlo.
Alec Cordolcini
(per gentile concessione dell’autore, articolo pubblicato sul Guerin Sportivo)
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