I tifosi della pallavolo

31 Ottobre 2022 di Stefano Olivari

Lo scorso sabato ci trovavamo in Calabria e fra le varie cose abbiamo seguito dal vivo la sfida fra la Pallavolo Cutro ed il Mixta di Monasterace, nella palestra comunale di Cutro, per la serie D calabrese. Ovviamente non staremo a farvi la cronaca di una partita comunque molto bella, vinta 3-1 dalle ragazze di casa (fra cui l’incredibile Alexia Agheorghiesei, 11 anni, genitori rumeni ma lei italianissima) davanti a tanta gente, in rapporto alle dimensioni del paese, ma la usiamo senza scrupoli per la nostra solita cover, così sintetizzabile: nel 2022, in ogni sport, al di sotto del livello top conta soltanto il tifo. Una squadra di Serie D di un paese in provincia di Crotone può avere più senso di una di Serie A di una metropoli ma che però non interessa a nessuno.

Un appassionato generico di pallacanestro segue la NBA, almeno quelle 7 o 8 squadre che giocano per vincere, forse l’Eurolega, e poi la squadra per cui tifa, che sia l’Olimpia Milano o una squadra di C Gold è esattamente la stessa cosa. Un appassionato generico di tennis segue i grandi tornei, Slam e Masters 1000, e qualcuno degli altri se propongono sfide interessanti, ma poi soltanto i giocatori per cui tifa. E potremmo fare esempi analoghi per tutti gli sport, con la parziale eccezione del calcio, per i meccanismi ben noti a tutti. Ma anche nel calcio le realtà locali spesso vincono sulla classe media per cui non si tifa, come prova il successo della serie C all’estero: a un triestino che vive a Londra la Triestina fregherà sempre molto di più di Roma-Lazio, ma anche di Juventus-Inter.

Cosa vogliamo dire è chiaro: il professionismo dei poveri non porta da nessuna parte e nel 2022 questo è ancora più vero che nel 2012, 2002, 1992, 1982. Lo sport che oggi interessa a tutti è quello di élite, ma élite davvero. Il resto è tifo, appartenenza, identità. Nella pallacanestro per chi tifa Cantù essere in A2 è esattamente la stessa cosa che giocare in Eurolega o in Promozione. Per chi tifa Fortitudo gli scudetti con Seragnoli valgono esattamente come la ripartenza dalla DNB del 2013. Tornando al volley, proprio sabato ci scambiavamo messaggi con l’amico Alberto Rapuzzi che era a Novara per la partita di Serie A fra le locali e Scandicci, Serie A: ecco, con tutto il rispetto per Chirichella, Danesi, Bosetti, eccetera, siamo sicuri che anche lì il tifo fosse fondamentalmente locale e localistico.

Conclusione? Imprenditori dei vari territori, investite sullo sport dei vostri territori invece di fare gli sfigati in presunte categorie superiori. Personalmente poi crediamo tantissimo nelle squadre scolastiche: quale ex alunno resisterebbe alla richiesta di un piccolo finanziamento? Insomma, siamo convinti che un certo tipo di professionismo sia morto. E non è una questione di bilanci, quelli sono in perdita in qualsiasi scenario.

Share this article