Dove il dee jay saluta Inzaghi anche quando non c’è

16 Aprile 2004 di Erminio Ottone

di Erminio Ottone
20 – Un impietoso confronto fra la vita notturna di Londra e quella della capitale del non divertimento, dove la differenza viene fatta solo dal portafoglio…

Cari amici, il vostro Erminio torna per raccontarvi ciò che vede. Londra-Milano, duello all’ultimo sangue tra due capitali della vita notturna. Londra, lunedì sera. Il lunedì Milano non propone nulla, se non la patinata e poco autentica serata fighetta dell’Old Fashion, per accedere alla quale devi essere ‘qualcuno’ (nell’accezione milanese, essere qualcuno significa mettere il faccione in qualsiasi TV o essere il tirapiedi di qualche faccione). Insomma, semplici studenti non avrebbero speranze. Londra, dicevamo. Ottone è in vacanza di piacere, ospite di una amica studentessa, che ha amici studenti. Si va in un locale a pochi metri da Trafalgar Square: per essere ammessi, basta non avere l’aria del delinquentello attaccabrighe. Dentro, su vari piani, si sviluppa una serata molto poco milanese: gente di ogni dove (inglesi, italiani, spagnoli, orientali, sudamericani, scandinavi…), musica di tendenza, niente gnoccone pagate per scroccare da bere e soprattutto niente tavoli. Soltanto gente che, piuttosto che apparire, preferisce divertirsi. All’improvviso, sbuca sul palco un pittoresco personaggio. Introduce con grande entusiasmo una cantante, invitata alla serata per presentare il suo nuovo, entusiasmante singolo. Deve essere famosa da queste parti, perché la accoglie una ovazione…Tra fumi e luci psichedeliche, irrompe l’artista: un transessuale più che pittoresco. Parte il disco, niente male. Lui canta in playback e trascina la folla. Dietro di lui, tre travestiti simulano amplessi prendendosi in giro con grande ironia: uno sembra Raimondo Vianello con la parruccona bionda, indimenticabile! La serata continua piacevolmente, con il sollievo di poter fare ciò che a Milano non si può fare: socializzare.
Prima di tornare a casa, Ottone ha modo di fare tesoro di tante storie: un italiano che ha abbandonato a 16 anni dei genitori troppo apprensivi per arrivare a Londra via Australia e USA; una spagnola che da 5 anni vive la sua vita cambiando città e paese ogni 6 mesi (Parigi, poi Roma, Mosca, Praga, Berlino, Copenaghen, Amsterdam, Bruxelles, Glasgow e infine Londra); una sudafricana emigrata in cerca di fortuna e diventata avvocato. Il giorno dopo, Arsenal-Chelsea è un libro di scuola. Un pubblico fin troppo composto assiste all’ennesima debacle proprio sul più bello della propria squadra, guarda in dignitoso silenzio i festeggiamenti dei tifosi rivali, abbandona Highbury deluso ma con la consapevolezza che in fondo le cose importanti sono altre. A fine gara, Hernan Crespo racconta di come sia difficile inserirsi nella capitale inglese, insegnando ad Ottone che forse il ruolo del turista rende le cose molto più facili e belle di come in realtà non siano.
48 ore dopo, Milano. Lo scenario proposto è ben diverso. In una nota discoteca milanese il DJ manda saluti al ‘suo amico’ Pippo Inzaghi, che quella sera non c’è…Ma tant’è, fa fico nominarlo. Ragazze immagine si fanno fotografare fintamente sorridenti abbracciate a corpulenti sessantenni con sigarone in bocca e camicia aperta sul davanti. Stupidi avventori ammirano la scena con un pizzico di invidia. Bello il Toqueville: si possono guardare le modelle…Ma per  guardarle basterebbe comprarsi una rivista di moda. Se da una serata ‘in vita’ si pretende soprattutto divertimento, nasce spontanea una domanda: meglio guardare gnocche che lavorano facendo finta di divertirsi o farsi trascinare dallo spettacolo techno di un’improbabile gnocca trans che si diverte e fa divertire,  e conoscere ragazze ‘normali’ che abbiano qualcosa da raccontare e con le quali hai chance di successo anche senza usare la carta di credito? Ottone non ha dubbi…
Pochi giorni dopo, il Perugia perde con l’Inter e Vieri si becca una bottiglia in testa. La sua antipatia meriterebbe una punizione, ma non certo questa. La sconfitta della propria squadra, invece, non merita una simile reazione. Londra è davvero lontana.

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