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Billions 3, la stagione del genderqueer

Indiscreto 19/04/2018

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La terza stagione di Billions sta andando in onda da una settimana su Sky Atlantic e per fortuna abbiamo ritrovato subito un Axe (Damian Lewis, memorabile nelle prime stagioni di Homeland) fuori di prigione, pronto a dare battaglia all’arcinemico Chuck Rhoades (Paul Giamatti), procuratore distrettuale che fa del ricatto un’arte. Non spoileriamo quanto andato già in onda in Italia né anticipiamo quanto alcuni ammerregani ci hanno buttato lì, ma osserviamo che i due protagonisti sono un po’ troppo uguali a se stessi e drammaturgicamente imbolsiti, anche un po’ tristi, mentre i comprimari sono saliti di livello e sono ormai pronti a prenderne l’eredità. Fra questi ha un po’ stancato la psicologa superfiga (non sapremmo come altro definirla) Wendy, interpretata da Maggie Siff, il cui equilibrismo fra i due contendenti, datore di lavoro e marito, è sempre meno credibile. Ha preso quasi totalmente la scena Taylor, entrata nella seconda stagione e ormai a capo della Axe Capital visto che l’inchiesta della magistratura impedisce ad Axe di occuparsene. La caratteristica che colpisce di Taylor non è quella di essere un’analista finanziaria eccezionale, al tempo stesso vicina e lontana dal cialtronismo intuitivo di molti trader, ma di essere il primo protagonista genderqueer (che non è sinonimo di transgender, visto che non sta a cavallo fra generi ma proprio non riconosce i generi) di una serie televisiva di successo e come tale sempre spiazzante. Poi ci scriverà senz’altro qualcuno che è in una classe con 24 genderqueer su 27 alunni… Molto saliti di colpi Mike ‘Wags’ Wagner, braccio destro di Axe dal cinismo straordinario (come quasi tutti) e senza nemmeno la zavorra della visionarietà del capo, e Bryan Connerty, l’unico magistrato onesto fra i tanti che si vedono nella serie. Inimmaginabile nella terra dei cachi una serie in cui il 90% dei magistrati, poliziotti e giornalisti sia corrotto.

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