Attaccamento alla maglia

8 Febbraio 2008 di Stefano Olivari

Ci scusiamo a nome loro. I grandi media, forse troppo presi dalle interessantissime interviste esclusive ai campioni del mondo (stiamo scherzando, la federazione le nega e poi comunque da noi quasi nessuno le chiede), si sono dimenticati di informare voi lettori, gli unici loro padroni (neanche questo é vero, ma a loro piace dirlo, sapendo di fregarsene del vostro giudizio: i giornali esistono grazie alla pubblicità o alle sovvenzioni pubbliche, non certo grazie alle vendite), di un episodio che ha schifato l’intero mondo del giornalismo sportivo. Italia esclusa, evidentemente. Perché da noi non si devono creare polemiche ‘inutili’, che potrebbero ‘turbare l’ambiente’ e tanto meno dare notizie scomode. Di chi sia la colpa, della Puma oppure della federazione, importa poco.
I fatti. Da mesi la Puma aveva mandato nviti alla stampa internazionale dicendo più o meno cosi: “Con immenso piacere vi informiamo che a Zurigo potrete intervistare i giocatori della nazionale campione del mondo”. Evvvaiiiii. Sono partiti da tutte le parti del pianeta: Usa, Giappone, Cina, Brasile e l’Europa intera. Alcuni giornali avevano lasciato due pagine, altri addirittura cinque per le interviste a Cannavaro, Toni, Pirlo ed agli altri: come collaboratori anche di testate sportive asiatiche non parliamo per sentito dire, l’interesse per la squadra campione del mondo è altissimo ovunque. Sorpresa sorpresa, invece. Arrivati a Zurigo, nella galleria Pury & Luxembourg, sono iniziati i guai. Con calma. Prima gli inviati hanno dovuto assistere ad una lagna lunga e noiosa con la presentazione ufficiale delle maglie…ufficiali. Quelle cose per cui di solito basta una cartella stampa: cosa fregherà mai al lettore del tessuto di quella maglia o della soddisfazione dell’amministratore delegato? Comunque non si capisce bene il perché abbiano invitato Simona Ventura in Svizzera a presentare un evento in italiano, prima della partita con il Portogallo, a beneficio del giornalista giapponese e ucraino. Sarà la globalizzazione…
Però passiamo oltre, senza neppure raccontarvi le domande dei tanti giornalisti stranieri che ci chiedevano chi fosse quella signora. Per la cronaca c’era anche un’altra presentatrice, la tedesca Franka Potente: nemmeno lei sembrava essere al suo posto, al di là dei soldi incassati per il disturbo. I giocatori presenti erano così allegri che al confronto un funerale sarebbe sembrato un rave party, non vedevano palesemente l’ora di andare a terminare la partita alla Playstation lasciata in stand-by. Però sapete come funziona: uno si dice ‘Dai, su, ho passato mezzore peggiori, tanto poi intervisto chi voglio’. A proposito, tremende le continue richieste di applausi alla platea, formata unicamente dalla stampa, come se si fosse stati a Domenica In o a Quelli che il Calcio. “Facciamo un bell’applauso a…”. Perchè mai una persona sana di mente dovrebbe applaudire a comando? Soprassediamo. Finita la litania i vertici della Figc, con immensa simpatia e nonchalance, hanno salutato tutti, dicendo: “Grazie di essere venuti, noi andiamo ad allenarci”. Ma come, siamo venuti dai quattro angoli del mondo per vedere Simona Ventura invece di Pirlo? Risposta di questo tipo: ‘Ragazzi, scusateci, ma siamo già in ritardo’. Sono seguite discussioni interminabili, durante le quali bisogna precisare che i giornalisti italiani erano assenti: evidentemente, non avevano viaggiato verso la Svizzera per fare delle interviste…
Pressata e spinta all’angolo da decine di giornalisti inferociti, la federazione italiana ha dovuto promettere che il programma sarebbe stato rispettato. “Ok, avete ragione, promettiamo che domani a pranzo si farà tutto”. Per farla breve, il giorno dopo é stato impossibile assistere all’allenamento (sul programma della Puma invece c’era scritto che sarebbe stato possibile) e non si è presentato nessun giocatore. Gli inviati sono insorti di nuovo (con esclusione degli italiani, perché loro vanno d’accordissimo con la federazione e poi basta notizie negative: siamo tutti sulla stessa barca, si vince e si perde insieme…). Dopo un tira e molla che vi risparmiamo ecco la soluzione geniale, il grande rimedio: viene Donadoni. Che parla cinque minuti cinque, nella hall dello stadio, in piedi. Con tutti? No, la federazione ha scelto cinque giornalisti, cinque fortunati, manco fosse la tombola di fine anno. Basta. Finito. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Ovvero nessuno ha portato a casa uno straccio di intervista. Di sicuro la federazione ha incassato due milioni e mezzo per l’amichevole. Di sicuro il nuovo contratto con la Puma fa brindare i vertici. Ancora più sicuro che le nazionali servano ormai solo a far arricchire le federazioni: é fuori dubbio. Noi l’episodio ve lo abbiamo raccontato brevemente, perchè, ne siamo certi, i media nazionali oggi al massimo domani daranno ampio spazio all’accaduto. E pazienza se ai bambini non arriverà la tuta dell’Italia, quello che conta è informare: il loro padrone è il lettore.

Dominique Antognoni
dominiqueantognoni@yahoo.it

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