Bolingboke non è da Inter (caffeina per zingari)

7 Marzo 2016 di Stefano Olivari

Anche Samantha ci scrive dalla periferia ovest di Milano e anche per lei non abbiamo risposte. Pubblichiamo la sua mail in forma integrale, violando la sua privacy. Ma del resto lei può a malapena permettersi una doppia porzione di surimi dal Calafuria, figuriamoci un avvocato.

Ciao Stefano, quando torni? Ormai qui al bar noi interisti siamo quasi in minoranza, se contiamo anche i maghrebini, gli impiegati della Tuboplast e i calabresi parenti di Franco. Quel nuovo spacciatore, Ibrahim, è peggio di Hossam: pensa che cita a memoria le frasi dell’ex motivatore di Bonucci. In più non so come è riuscito ad avere il mio cellulare e mi manda messaggi zozzi alternati ad altri del tipo #finoallafine. Meglio quelli zozzi, però piuttosto di dargliela divento lesbica. Anzi, ti confesso che ci sto pensando. Se per tutti gli uomini che mi hanno invitato fuori a cena io sono una da Calafuria, magari per una donna sarò almeno da hamburgeria. Ti confesso che Carol mi ha ispirato… soltanto che qui in via Novara le vecchie pensano al tre per due e alla polpa famiglia, al di là del fatto che prendano 700 euro di pensione. Senza aspettare inviti venerdì sera sono andata con Ylenia al Jazz Café, dopo essere passate da Burger Wave, davanti al parco. Al Jazz, nel solito casino allucinante, abbiamo notato i tuoi amici Erminio, Antropiovra, Jacopo, Fabio e Andrea, se non ricordo male i nomi. Erminio l’ho visto un po’ appesantito, quando mi hai detto che passa i sabati al Leroy Merlin credevo scherzassi ma invece mi ha dato proprio questa impressione. Peccato non avere vissuto con lui la Milano del Gattopardo e del Pelle d’Oca, si capisce che è stato un grande. Gli altri simpatici, ma parlavano soltanto di scommesse: a dirla tutta erano anche un po’ avanti con l’età per noi. Per parlare di scommesse allora mi tenevo quel fallito di Carlos, con i suoi over su Dordrecht e Sparta Rotterdam. Lì al Jazz poi ho intravisto una di quelle milf bergamasche, Maria Antonietta: era avvinghiata a un tipo vestito come un gangster, con la spilletta di Sala sulla giacca… mi ha cucinata via in due parole. In pratica non fa più la commessa all’Orio Center e ha messo in piedi una start up per vendere last minute camere a ore nei motel della Lombardia. Vorrebbe ingaggiare come testimonial Gisella Donadoni, quella di Centovetrine che proponeva i villini Dellagrassa. Comunque dopo Inter-Palermo al nostro solito bar oggi è stato un lunedì come tanti altri. Nemmeno le morti di Nancy Reagan e di Giorgio Ariani sono riuscite a scuotere il nostro mondo: sono convinta che se Barbara D’Urso avesse intervistato Renzi qui, in via Novara, nessuno avrebbe staccato gli occhi dalle tette della Calcagno che dava la linea a non so chi. Budrieri secondo me non si è ancora levato quella zingara dalla testa, sogna di infilarle quella lurida ciabatta e sta attento ad ogni furto che avviene nei supermercati della zona: questa settimana quattro, con quattro zingare diverse ma sempre con il caffè come obbiettivo, soprattutto il Lavazza. Perché ruberanno tutto questo caffè? Stanno alzati a vedere la NBA? Delle primarie del centro-sinistra romano si è parlato molto anche in casa Budrieri, argomento del cazzo ma sempre meglio dei soliti silenzi davanti ai cordon bleu Simply in scadenza che l’oculata Erminia riesce sempre a prendere con il 30% di sconto. Poi però si è riparlato di quelle di Milano di qualche settimana fa. Il fatto che il PD abbia pensato seriamente di candidare Linus, prima che l’ipotesi tramontasse, ha mandato D.J. John fuori di testa. Dopo giorni di invettive in dialetto tarantino, senza interazione, l’ancora aspirante autore e conduttore di Radio Dee Jay ha rivelato ai Budrieri la sua idea di creare una versione italiana del Front National: “Berlusconi è finito, la Lega al Sud non la voteranno mai, la Meloni è troppo timida, gli altri sono tutti movimentini. Rispetto ad altri io parto avvantaggiato: ho migliaia di persone che mi apprezzano e non ho scheletri nell’armadio né cambiali politiche da onorare”. Cambiali non politiche invece sì, per questo di nascosto dal marito la scorsa settimana l’Erminia ha fatto per lui un Bancomat da cinquecento euro. Sulle tappe di avvicinamento alla leadership della destra D.J. John è stato invece più vago, ma il fatto che sabato al Dream Team di Curno un migliaio di persone abbia risposto al suo ‘Su le mani’ lo ha esaltato non poco. Non sta lavorando molto, qualche gestore di discoteca gli ha detto in faccia che ha quasi l’età della pensione, ma il Dream Team ha frequentatori abbastanza anziani e in grado di accettare i Pet Shop Boys che D.J. John propone in maniera martellante. Budrieri ha perso qualsiasi interesse per l’Inter, però si rende conto che ogni giorno deve fare il suo numero e così oggi ci ha detto che i problemi partono sempre dal vertice. Su Thohir si è già pronunciato, adesso nel mirino a Bolingbroke che secondo lui non è da Inter. Ma in fondo a chi frega di Bolingroke? Spero di avere presto tue notizie, non capisco perché sei sparito. Manchi anche al Gianni, forse ti scriverà nei prossimi giorni. Ciao. Samantha. (2 – continua)

‘Non è da Inter’ è opera di fantasia, pur traendo spunto dalla realtà. Chi si offende non la legga. 

 

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