Attualità

Bonus bici: come funziona?

Indiscreto 20/05/2020

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Come funziona il bonus bici? Il bonus bici è una delle misure più concrete e anche meno complicate del Decreto Rilancio. Si tratta di di 500 euro di contributo statale per un acquisto di biciclette, bici elettriche e monopattini elettrici effettuato dopo il 4 maggio ed entro il prossimo 31 dicembre, con la cifra che può coprire il 60% del prezzo. Spiegata così, sembra che si possa comprare una bici da 833 euro, cifra immaginiamo già comprensiva di IVA visto che si sta parlando di privati, e poi avere subito 500 euro dallo Stato.

Ma come funziona il bonus bici, erogato dal Ministero dell’Ambiente? Entro metà luglio sarà messa online una app o più realisticamente una sezione del sito del ministero stesso, per iscriversi e caricare i propri dati, da certificare con la SPID. Gli aventi diritto sono i maggiorenni residenti nelle città metropolitane (traduzione: i residenti in provincia di Milano, Roma, Torino, Napoli, Bari, Genova, Bologna, Firenze, Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria e Venezia) e comunque quelli in comuni capoluogo di Provincia o con più di 50.000 abitanti (in Emilia-Romagna anche quelli più piccoli, con un contributo extra della Regione).

Il bonus bici vale per tutti, presunti ricchi e presunti poveri, senza inerpicarsi in discorsi sull’Isee, come è ad esempio per il bonus vacanze. Alla lettera del decreto il criterio è la residenza, quindi il bonus dovrebbe valere anche per gli stranieri: un buona notizia per Christian Eriksen, visto qualche giorno fa in coda da Rossignoli per comprare un caschetto al figlio.

Il primo obbiettivo del bonus bici sarebbe quello di favorire una mobilità più rispettosa dell’ambiente e il 90% di noi (l’1% lavora nella raffinazione del petrolio oppure è morattiano, il 9 opera nel settore dell’auto) è d’accordissimo: decenni di regali di Stato agli Agnelli per farci intossicare da auto di cartone (in fondo il curriculum a Repubblica lo abbiamo mandato 26 anni fa) e pagare lo stipendio a Cuccureddu sono un precedente importante. Peccato che siano in pochi a lavorare a qualche centinaio di metri da casa e quindi ancora una volta la bici, mezzo popolare, rischia di venire associata ad un mondo fighetto.

Il secondo obbiettivo, ugualmente nobile, è quello di dare una mano all’industria e al commercio italiani, ricordando il recente caso Colnago, ma analizzando la reale provenienza delle bici, di ogni fascia, il favore rischia di essere all’industria di Taiwan o peggio ancora a quella cinese. Certo quasi nessuno comprerà una bici apposta perché c’è lo sconto, pur avendo tutti noi conosciuto gente che comprava le sigarette a Livigno senza fumare. Ma il tentativo andava fatto, per togliere pressione ai mezzi pubblici a partire da settembre ed evitare che una massa di persone torni ad usare l’auto.

Conclusione? Affrettatatevi, se avete in mente in ogni caso di comprare una bici nuova, visto che lo stanziamento totale è di 120 milioni di euro: non sono pochi, ma dispiacerebbe perdere il proprio bonus perché ti è passato davanti un acquirente di hoverboard o segway. E se vivete in un piccolo paese c’è sempre l’amico del cugggino di città.

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