Più Gradi di Ferguson

22 Febbraio 2007 di Stefano Olivari

Nel novembre dello scorso anno si è parlato molto del ventennale di Sir Alex Ferguson e dei successi accumulati in questo periodo all’Old Trafford. Alcuni hanno fatto notare come anche Arsene Wenger sia ormai da quasi dieci anni all’Arsenal e come in questo periodo sia riuscito a trasformare la mentalità della squadra. Infatti prima dell’arrivo ad Highbury dell’alsaziano i Gunners venivano considerati una squadra noiosa, brutta a vedersi. Ora sono presi ad esempio come il prototipo del bel gioco, indipendentemente dagli attori che scendono sul rettangolo verde. In pochi però hanno fatto presente che in Inghilterra c’è un allenatore che supera Ferguson come fedeltà al club, un allenatore che possiamo definire per metà italiano anche senza schiacciare troppo il pedale dell’orgoglio nazionale. Infatti dal giugno del 1983 sulla panchina del Crewe Alexandra siede un allenatore di valore assoluto, che si chiama (magari non tutti lo sanno) Dario Gradi. Nato a Milano l’ 8 luglio 1941, da padre italiano e madre britannica, perse il padre da piccolo e la mare preferì crescerlo in terra britannica. Grande appassionato di calcio, non ebbe grande successo come giocatore, giocando solo per clubs dilettantistici come il Sutton United e il Tooting & Mitcham. Nel 1971 però, a soli 29 anni, divenne assistant coach al Chelsea. Ciò gli diede poi la possibilità di allenare come unico manager prima al Sutton United- dove aveva anche giocato- e poi al Derby County ed al Wimbledon. Quando nell’estate del 1983 il presidente Norman Rowlinson lo ingaggiò, al Crewe Alexandra trovò una società allo sbando, senza un progetto per il futuro e con un settore giovanile abbandonato a se stesso. Gradi capì subito che si doveva ripartire dai giovani e così potenziò la “academy” (come gli inglesi chiamano il settore giovanile) in modo che questa agisse da serbatoio per la prima squadra non solo in teoria (tutti dicono di puntare sui giovani) ma anche in pratica. Il progetto ha portato a degli evidenti successi , visto che nel corso degli anni seguenti il Crewe ha lanbciato giovani di talento che hanno raggiunto anche la ribalta internazionale, come ad esempio Dean Ashton, Seth Johnson, Danny Murphy e Rob Jones. Gradi è riuscito a dare anche una nuova immagine al club, basata sulla sportività e la correttezza in campo. Non è un caso infatti che il Crewe abbia vinto 8 “Bobby Moore Fair Play” negli ultimi 10 anni e da tutti gli allenatori avversari venga considerato come uno dei team più corretti. Anche sul piano dei risultati in campo Dario ha dato il suo contributo: dopo aver preso la squadra in Quarta Divisione lìha portata nel corso degli anni su fino alla Seconda (oggi Championship). In definitiva si può dire che Gradi abbia completamente cambiato il volto di questo club, facendo vivere l’Alexandra forse anche al di sopra delle proprie reali possibilità. Il Crewe infatti ha speso otto degli ultimi nove anni al secondo livello della scala (sempre l’attuale Championship, ma come ci viene difficile dirlo: sarà l’età…) pur avendo una media spettatori casalinga di circa 5000 spettatori. Al momento in cui scriviamo il Crewe Alexandra si trova nei bassifondi delle League One -il terzo livello della scala- e probabilmente dovrà lottare fino al termine della stagione per evitare la retrocessione. Qualche tifoso già inizia a rumoreggiare al Gresty Road, dicendo che Gradi è ormai da troppo tempo alla guida del club e probabilmente sta perdendo il controllo della situazione (frasi buone per tutti i tecnici, anche quelli arrivati da due giorni, e tutte le stagioni). Le critiche vengono principalmente mosse dai tifosi più giovani, che hanno apprezzato negli ultimi anni trasferte prestigiose come a Leeds, a Southampton o a Londra e ora non accettano di doversi recare in posti come Halifax o Carlisle, non proprio la crema del calcio inglese. A questi tifosi bisognerebbe ricordare però ciò che Dario Gradi ha fatto per il club, l’identità che gli ha dato, l’organizzazione ed il metodo di lavoro trasmesso ai collaboratori: tutte cose che resteranno, molto più di effimeri colpi di mercato. Piccola curiosità: Gradi lasciò la direzione del club per un breve periodo fra il 22 settembre e il 17 ottobre del 2003, per essere ricoverato in ospedale per un’operazione al cuore. Ebbene, in quel breve periodo, la squadra non vinse nemmeno una partita. Solo un caso, forse…

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

Share this article