Vecchi con l’HD

15 Maggio 2014 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dall’isola della maga Circe dove si viene facilmente trasformati in porci se vai contro il facile moralismo. Chiedo alla direzione ospitalità, prima di essere colpito dall’anatema delle basse maghette che lavorano per l’ULEB. Guarderò le finali fra le 4 “grandi” d’Europa dalla televisione, nella speranza che il vento troppo forte, i temporali non rubino le immagini di Fox Sports 2, quello che puoi vedere soltanto sei hai il decoder per l’accadi. Prigionie che sfuggono agli ideogrammi cinesi da dove si capisce il nostro provincialismo.Volevamo accreditarci, ma non abbiamo letto bene il bando, poi non avevamo login e password. Colpa nostra. Insomma siamo tenuti fuori dal Forum, vicini alla discarica che rende mefitica l’aria intorno al palazzo affittato dalla Milano sportiva dove ti fanno posteggiare a 10 euro. Nessuno fa una piega, nessuno interviene. Insomma, ci sono ristoranti che  offrono pasti a meno di dieci euro, ma chi comanda non fa una piega. Benissimo.

Siamo nella terra dell’oblio, nell’isola dove sei davvero nessuno. Ci mancano gli amici di un tempo, quelli che non ti dicevano che per una finale europea si paga il biglietto. Giusto. In linea coi tempi. Ma esistono anche storie che meriterebbero credito. Non la nostra, ovviamente. E ci dispiace soltanto non poter bere una coppa di vino con Jordi Bertomeu, un vero signore che ai tempi dei pranzi con Porelli e Portela, gli inventori veri dell’ULEB, sapevano come trattare con chi, ad esempio, volle un posto in Lega italiana, ma poi non riuscì a giustificare il compenso con entrate promesse. Hanno vinto loro, ovviamente. Adesso ti ascoltano con quel sorrisino ambiguo che vuole farti capire quello che adesso è il mondo nuovo, il territorio delle società azienda senza memoria, dove neppure le tessere d’onore, conquistate sul campo,  ricevono rispetto. Il CONI sbeffeggiato, la stessa FIP considerata, alla faccia di Petrucci, come commare secca. Giusto.

Niente eurolega dal vivo. Al massimo torneo giovanile nella vergogna del cantiere al Palalido. Ci accontenteremo. Avremmo volentieri incontrato anche Ettore Messina che, come tutte le squadre finaliste, alloggia nell’albergo di via Washington a quattro passi da dove viviamo la nostra depressione. Una via storica per il nostro basket: c’è nato Spartacus Sandro Gamba, è la strada dove c’erano gli incrocicon la Borletti che è all’origine, dimenticata, della storia della squadra di Milano che ha in mano il campionato e, a quanto sembra, anche il basket di serie A se sarà lei, con l’appoggio della Cremascoli, in uscita da Cantù, e Sardara, genio inventore della meraviglia Sassari, a decidere chi dovrà prendere il posto di Minucci. Propongono Marino di Brindisi, anche se c’è nell’aria un sentore di rivolta. Non devono litigare. Scelgano l’uomo per l’avvenire e, se sono abbastanza umili, ascoltino l’Ettore Messina che dalle pagine del Tuttosport, dalla penna di Guerini, consiglia, finalmente, il presidente con poteri assoluti. Magari poche decisioni, ma un disegno che assomigli a quello che la NBA, accidenti loro sì che indicano la strada, più nella gestione che nel resto.

Veniamo alle finali milanesi,  mentre la città si gode tante iniziative che alimentano il giardino del basket, uno sforzo che appassiona il comune senza impianti al coperto, ne avevano previsto uno per l’atletica al XXV aprile, ma stanno già litigando, ma non certo la RAI che all’eurolega non ha mai dato spazio e sarà fuori dalle 201 emittenti che trasmetteranno l’evento, perché di evento si tratta. Loro si occupano dei play off italiani dove da lunedì si giocherà ogni giorno, mentre nel sito della Lega se cerchi un calendario ti stoppano alla prima giornata.

Noi, sia chiaro, tifiamo per Ettore Messina, nella speranza che possa vincere come il  Menetti di Reggio Emilia che anche con la coppa non sembra garantito se  in giro si dice che potrebbe essere sostituito dal Sacripanti che avrebbe lasciato Cantù volentieri a Molin, ma poi ha visto l’allenatore veneto preferire la sofferenza di Caserta, mentre Recalcati va verso Venezia. Il CSKA è più forte del Maccabi, ma dipende, troppo, dall’estro ingovernabile, di Teodosic, e allora il geniale Blatt, che già ha intrappolato Banchi con le sue difese, che sembra il candidato a sostuire Ettorre proprio a Mosca, potrebbe negargli la corsa verso la quinta coppa. Nell’altra sfida vedremo se il Real Madrid, splendido nella prima parte della stagione, pagherà l’imborghesimento dei suoi gioielli contro il Barcellona che è cresciuto tanto, ma non ci ha mai convinto come potrebbero dire all’Emporio. La nostra finale prevista è CSKA-Real Madrid, così come nel campionato italiano vediamo semifinali fra Milano e Sassari, Cantù e Siena.

Ci si sente quando il cannone smetterà di tuonare dopo la domenica dell’eurolega e  le prime cinque partite dei playoff italiani.

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