Basket

Un amore da 75 euro

Stefano Olivari 18/07/2010

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di Stefano Olivari
L’espulsione della Fortitudo Bologna non solo dalla Legadue, ma da qualsiasi campionato (fintamente) dilettantistico nazionale, oltre alle solite considerazioni sul basket italiano ne suggerisce anche qualcuna nuova. Le solite sono, appunto, le solite: uno stato di reiterata insolvenza nei confronti dei giocatori e dei fornitori in generale (la rotazione frenetica dei nomi ha l’unico scopo di non pagare quelli della tornata precedente), un patron con più promesse che soldi (l’incredibile Sacrati), sponsorizzazioni inesistenti o di piccolo calibro, promesse megalomani basate su progetti immobiliari che farebbero ridere anche rapportati al calcio.
Rispetto ad altri tracolli quello della Fortitudo, che non è tecnicamente un fallimento (infatti la società campione d’Italia 2000 e 2005 ripartirà dalla Prima Divisione o più realisticamente dalla Promozione), non ha nemmeno la giustificazione del disinteresse del pubblico visto che il suo è fra i più appassionati e presenti-paganti d’Italia: uno zoccolo durissimo di 4mila bolognesi che hanno risposto presente anche in A Dilettanti (serie C, per gli amici). In mezzo alle varie cordate locali e alle società di medio cabotaggio pronte a cedere un diritto, è stato molto istruttivo il tentativo di azionariato popolare promosso dal tifo organizzato (cioé la Fossa) per creare una Fortitudo ‘pura’ da contrapporre a quella sputtanata di Sacrati. Euro più euro meno, abbiamo letto che la raccolta si è fermata a circa 300mila euro (secondo la Gazzetta, poco più di 200mila secondo altre fonti). In altre parole, anzi in altri numeri, ogni tifoso ‘vero’ della Fortitudo ha in media ritenuto che l’esistenza in vita della sua squadra valesse 75 euro (300mila diviso 4mila). Questo è l’azionariato popolare che ogni tanto ci mettiamo in bocca per far sognare qualcuno e soprattutto sognare noi. Da sottolineare: squadra di grandi glorie recenti, città di basket, un palazzo come il PalaDozza dove si è fatta la storia della pallacanestro, entusiasmo della gente anche se i nomi non erano quelli dell’era Seragnoli. E allora? Le poche centinaia di spettatori, a Firenze, per una Nazionale che bene o male presentava due giocatori NBA, fanno pensare che tutto ciò che sta fra la base e le vette assolute sia destinato entro pochi anni a scomparire.

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