Editori per caso

Tre per cento della diffusione

Stefano Olivari 28/01/2009

article-post

di Stefano Olivari

Qualche partita fa osservavamo almeno diecimila Gazzette dello Sport messe sui seggiolini di un settore di San Siro, un paio d’ore prima dell’inizio dell’incontro. Tutte copie che rientrano nel calcolo della cosiddetta diffusione, insieme a quelle regalate sui treni, negli alberghi, nelle scuole, all’interno di ‘panini’ (ci sono provincie in cui insieme al Corsera o al quotidiano locale la Gazzetta viene regalata in automatico) e in altre situazioni. Ah sì, nel calcolo vanno inserite anche le copie realmente vendute dietro il pagamento del nostro euro: siamo rimasti gli ultimi a comprare i quotidiani sportivi? Quasi superfluo chiedersi perché la Rcs si dedichi a buttare via questa montagna di carta, gratuitamente. Risposta ovvia: gli spazi pubblicitari vengono venduti in base alla diffusione, accertata da terzi (come in questo caso) o più spesso dichiarata (è il caso dei due concorrenti, Corriere dello Sport e Tuttosport). Per dare un ordine di cifre, secondo la stima pubblicata da Prima Comunicazione, nello scorso novembre il primo quotidiano sportivo italiano ha diffuso 346mila copie al giorno di media: quindi con un lieve incremento (1.164 copie) rispetto al novembre 2007. Non esageriamo dicendo che solo quella sera e solo in quello stadio le Gazzette gratuite saranno state almeno 10mila (tutto il rettilineo di un anello): significa che quello sotto i nostri occhi era il 3% della diffusione dichiarata…in tutta Italia! E non possiamo parlare di tutto ciò che in contemporanea non abbiamo visto…Questo per dire che la situazione finanziaria dei media è molto più grave di come venga descritta: la pubblicità in caduta libera del 2008 è una pubblicità ancora ‘sostenuta’ da tutti noi che abbiamo interesse a dire che la gente legge, sia pure gratuitamente. Vorremmo dire che di questo beneficia il web, ma purtroppo non è vero: se qualche genio alla Brin-Page non inventa presto un meccanismo per far guadagnare i produttori di contenuti il futuro dell’informazione sarà fatto di tanti piccoli ayatollah autoreferenziali e semiprofessionisti (tipo noi, insomma) oppure di giornali letti da nessuno ma finanziati dal costruttore di turno in ottica ricattatoria.
stefano@indiscreto.it

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Donne da eBook

    A forza di leggere classifiche 2016 riguardanti qualsiasi cosa abbiamo gli occhi pallati, ma da editori di successo quali siamo non poteva sfuggirci quella di Kobo  relativa alle abitudini di lettura degli italiani nell’anno che sta per terminare fra un Disco Samba e una critica ad Allegri. Stando alle statistiche di vendita legate a questo […]

  • preview

    Facebook Instant Articles, la nostra salvezza

    Gli Instant Articles di Facebook forse, e sottolineiamo forse, salveranno il giornalismo. Di più: potrebbero addirittura introdurlo in tutti quei paesi, come il nostro, dove finora è stato possibile soltanto alle dipendenze di un padrone svincolato dal mercato perché il giornale gli serviva per difendere altri suoi interessi. Più concretamente gli Instant Articles forse salveranno […]

  • preview

    WhatsApp sul computer, ma non ci arrendiamo

    Siamo le uniche persone che conosciamo a non essere iscritte a WhatsApp, pur non frequentando eremiti (se no che eremiti sarebbero?) o poeti maledetti. Non per snobismo anti-tecnologico, siamo anzi come entusiasmo ‘nuovista’ al livello dell’indimenticato nonno multimediale di Mai Dire Gol, ma soltanto per non offrire a vaghi conoscenti, gente magari incrociata in qualche […]