Ciao 2001

14 Marzo 2024 di Stefano Olivari

Poco fa abbiamo acquistato in edicola il numero di marzo-aprile di Ciao 2001, attirati dalla copertina, ‘Anni 70 vs Anni 80’. Non è un tentativo di essere indicizzati come frase più boomer del web, ma è esattamente ciò che è accaduto, visto che quando era un settimanale abbiamo comprato Ciao 2001 per tutta l’adolescenza, perdendoci per motivi anagrafici la sua età dell’oro, quella del prog italiano e dei cantautori, ma intercettando quella tuttologica, con rubriche di ogni tipo ma rimanendo comunque un punto di riferimento musicale imprescindibile nell’era pre-web.

Un punto di riferimento, va detto, soprattutto maschile, perché pur parlando di musica pop ed in ogni caso non di nicchia c’era un certo snobismo di fondo, anche negli anni Ottanta, del genere ‘Noi sappiamo che Duran e Spandau esistono ma non gli diamo troppo peso’. Insomma, si rivolgevano a quel tipo di pubblico che leggeva la recensione di Frank Zappa in classe mentre il compagno di banco perplesso si chiedeva perché non ascoltasse Miguel Bosé: la nostra anima divisa in due si barcamenava fra questi partiti, quello di chi ascoltava un disco perché ‘importante’ (come abbiamo fatto a comprare così tanti dischi dei King Crimson? Sono invecchiati peggio degli East 17) anche se magari non gli piaceva troppo e quello di chi ascoltava ciò che gli pareva senza timore di fare brutta figura. Con l’età abbiamo scelto decisamente il secondo, ma chi è stato giovane conosce questi meccanismi.

La nuova vita di Ciao 2001, che di fatto non esisteva da 30 anni anche se a cavallo del 2000 c’era stato un tentativo di riportarla in vita, è ibrida: tre quarti di archivio e un quarto di articoli scritti oggi, ma sempre su temi antichi. Ci siamo commossi leggendo una recensione di Michel Pergolani (dobbiamo spiegare chi sia stato?) di un concerto di Mike Oldfield, Molto bella anche l’intervista a Dandy Bestia degli Skiantos. È insomma, per chiamarla con il suo nome, un’operazione nostalgia. Ed è un peccato, perché davvero manca una rivista (anche soltanto in formato elettronico) musicale che guardi al presente del pop, uscendo dell’orticello, con la presunzione di intercettare tendenze o comunque novità non effimere. Perché la tendenza non può essere dettata da lobotomizzati che ascoltano centomila volte lo stesso brano e lo portano in alto. O da giornalisti-tifosi, peggiori di quelli del calcio.

stefano@indiscreto.net

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