Super Mario e i Conti Bros

23 Luglio 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Anche la Svizzera ha il suo Super Mario. E’ il ticinese di Cadempino (ma le origini sono croate) Gavranovic, uomo copertina (nella foto qui a fianco è il primo da sinistra) in questo inizio di stagione, la prima per lui in Super League. Un gol e due assist nelle prime due giornate di campionato, che hanno fruttato al Neuchatel Xamax un pareggio (un po’ stretto) a Bellinzona e una bella vittoria casalinga (3-0) contro i campioni in carica dello Zurigo. Gavranovic, classe 1989, agisce da seconda punta, partendo dalla trequarti e svariando molto sull’intero fronte offensivo. Non è velocissimo ma possiede buone qualità tecniche e sa vedere bene il gioco. Già collaudato il feeling con il compagno di reparto Aide Brown (nigeriano atletico classe ’88, dalle qualità ancora difficili da decifrare), piace il suo “timing”, ovvero la capacità di farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Un esempio l’ha fornito proprio durante il suo debutto in Super League contro il Bellinzona quando, dopo un primo tempo trascorso nel vano tentativo di trovare la posizione (e l’ispirazione) giusta, ha colpito alla prima occasione utile, girando in rete al volo un traversone dalla destra nonostante fosse sbilanciato da un difensore avversario. Una piccola perla per presentarsi al meglio nella massima serie elvetica.
2. Mario Gavranovic arriva dall’Yverdon, Challenge League svizzera, ed è reduce da un campionato chiuso con 8 reti ma iniziato nel peggiore dei modi a causa di una squalifica rifilatagli dalla Federazione per il modo poco ortodosso con il quale il giocatore si è svincolato, nell’estate 2008, dal Lugano per accasarsi nel club romando. “Gravi inadempimenti contrattuali e ripetute violazioni di carattere disciplinare” avevano addirittura spinto i bianconeri ticinesi a perseguire penalmente il giocatore. A metà ottobre il TAS di Losanna ha sospeso la sanzione permettendo a Gavranovic di tornare a riassaporare l’aria di una partita ufficiale, sia nell’Yverdon (dove ha debuttato segnando contro il Locarno) che nell’under-20 svizzera, dal cui giro era uscito proprio perché non poteva essere impiegato dal proprio club. A gennaio si parlò di un interessamento del Genoa, che poi però scelse il connazionale Carlo Polli. Ma un anno in Super League, da titolare, può fargli solo bene.
3. Non abbiamo sottomano almanacchi statistici del calcio svizzero, pertanto non possiamo affermare che Nassim Ben Khalifa sia, all’età di 17 anni e 6 mesi, il più giovane marcatore di sempre della Super League. Sono comunque bastati 8 minuti a questo attaccante di origini tunisine nato il 13 gennaio 1992 per segnare, nel match tra Grasshopper e Sion, la sua prima rete da professionista in una squadra di club. Già, perché a livello di nazionali il giocatore vanta un discreto numero di segnature, l’ultima delle quali al recente Europeo under-17 nel pareggio (1-1) contro la Francia che ha garantito ai rossocrociati l’accesso alle semifinali del torneo, prima di cadere contro l’Olanda. Agile, rapido, punta l’uomo con decisione, Ben Khalifa è già finito sotto l’ala protettiva del neo-tecnico delle cavallette Ciriaco Sforza, che ha dichiarato come “giovani del suo talento devono avere fin da subito la possibilità di misurarsi in un contesto importante come la Super League”. Arrivato nell’agosto del 2008 dal Losanna (prima c’erano stati Strade Nyonnais e Fc Gland), Ben Khalifa ha le potenzialità per diventare la new sensation del calcio svizzero.
4. Dai talenti in erba passiamo ai bomber navigati per un rapido accenno al ritorno di Alex Frei a Basilea dopo 11 anni di assenza trascorsi tra Thun, Lucerna, Servette, Rennes (100 partite, 47 reti) e Borussia Dortmund (74/34). Attuale record-man di marcature della nazionale svizzera, Frei gode in patria di un culto pressoché assoluto, di gran lunga superiore anche ad attaccanti che, in termini numerici, hanno segnato più di lui (ad esempio Blaise Nkufo, quest’ultimo però penalizzato dal “veto” posto per lungo tempo dall’ex ct Kuhn alle sue convocazioni nella Nati); per avere un’idea di quando “tiri” il personaggio Frei (nonostante non sia certo un mostro di simpatia) basta rilevare come nel giorno della sua presentazione a Basilea erano presenti quattro televisioni, decine di radio e circa 100 giornalisti. Indubbiamente con lui, Hakan Yakin (Lucerna), Xavier Margairaz (Zurigo), Johan Vonlanthen (Zurigo), Emile Mpenza (Sion) e Mario Frick (San Gallo), la Super League guadagna in qualità. E poi anche i tifosi del Basilea possono tirare un sospiro di sollievo. Da oggi niente più vittorie rubacchiate nei minuti di recupero contro l’Aarau di turno grazie alla rete di potenza del solito Marco Streller al termine di novanta minuti di sconfortante vuoto tattico. O almeno così si spera.
5. Dopo Daniele e Andrea, apprendiamo dalla Gazzetta dello Sport che il mitico Bruno Conti ha un terzo figlio calciatore, si chiama Adriano e gioca anch’egli nel Bellinzona. Proprio così, perché secondo il titolo di una breve pubblicata dalla rosea in settimana, i granata avevano perso al Comunale contro il Lucerna segnando il gol della bandiera grazie ad “Adriano” Conti. Non ci sorprendiamo. Sul quotidiano sportivo milanese gli errori in tema di calcio svizzero sono all’ordine del giorno, e forse sarebbe meglio che qualcuno lo facesse presente al loro corrispondente Rinaldo Giambonini. Non ci sorprendiamo-bis. Giambonini è infatti autore di uno dei peggiori libri in ambito calcistico che ci sia mai capitato di leggere. Il titolo è “Rossocrociati – La storia del calcio svizzero dal 1905 a Euro 2008” (Armando Dadò Editore), ed è di una superficialità e di una piattezza imbarazzante. Un tredicenne che scopiazza da Wikipedia non avrebbe potuto fare peggio, e lo diciamo da acquirenti paganti dell’opera. 25 franchi svizzeri buttati nel fiume. Una serata al Gufo Notte di Roveredo ci avrebbe lasciato meno rimpianti.
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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