Sotto anestesia

2 Novembre 2009 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni

Oscar Eleni per spiegarvi che quando sei sotto anestesia ti vengono in mente tante belle cose, ti assillano tanti cattivi pensieri, ti viene l’angoscia che qualcuno abbia già dimenticato che avevi pur scritto pagine indimenticabili usate troppo presto per la famosa paper cù che costa meno della Vuitton. Usando il battito delle ciglia per restare in contatto con Wertherone, operato più in là, più in giù, vorrei soltanto far sapere che siamo stati colpiti, ma, per ora, non ancora affondati anche se esiste la possibilità che la crisi arrivi e non si risolva per la gioia del permaloso spinto che non ti prenderebbe mai in azienda con lui, ma ti sputa in faccia se soltanto ti fai venire il dubbio che forse lo sport ha altre regole di forza e di onore, di rispetto e di collaborazione. Pagelle e pensieri rapidi perché anche stando seduti le cicatrici urlano.
10 A Simone PIANIGIANI per aver dimostrato con i fatti come si gestisce una squadra di primattori, come si convince un tipo alla Hawkins ad adattarsi al concetto che senza gruppo si può soltanto andare a sbattere sulle lavagnette. Roma non credeva a Repesa quando cercava di far capire certe cose sul falco e anche sul Jaaber delle meraviglie di oggi che non va ingolosito. Milano doveva ripartire da questa idea, altro che cambiare progetto e personale.
9 A Lino LARDO per come è arrivato al cuore della partita che ha vinto a Teramo con una Virtus che se avesse Collins potrebbe davvero chiedere una tregua al suo presidente, lasciando spazio a tutti quelli che vedono in questa squadra qualcosa d’interessante. Chissà perché ci piace di più una Virtus da combattimento, bella, divertente, piuttosto che tutto il contorno.
8 Al meraviglioso ERCOLINO di Avellino che ha ridato il sorriso ad uno come Pancotto che sembrava bastonato dalle ultime stagioni professionali, che alla fine della partita vinta con la Benetton pensava al pareggio come giudizio più giusto. Le sue lasagne faranno altri miracoli.
7 Al TRINCHIERI che ha sfidato i fantasmi del passato canturino mettendo nei guai una Pesaro dove la gente ha smesso di essere paziente. Grande lui, ma grandissimo MIAN che agli insulti di non lo ha mai amato rispondeva senza mai sbagliare un colpo.
6 A Manero VACIRCA che nel giorno del tracollo contro l’ex Pillastrini, osannato dalla gente, è finalmente esploso con la stessa furia di Cassano: insieme avevano resistito abbastanza, ora fanno sapere di essere comunque pronti ad andarsene. Non lo facciano. Stanno bene dove sono e daranno felicità anche a chi li disturba.
5 A Piero BUCCHI che considera prevenuto chi critica Finley come regista. Una permalosità che non ha senso perché se è vero che non esistono tanti costruttori di gioco, se è vero che si può anche costruire qualcosa senza fosforo in regia, non si può reagire sempre alla stessa maniera, pensando di essere infallibili dietro alle porte chiuse. La critica esiste per far migliorare. Quando Milano vinceva anche McAdoo, Meneghin e D’Antoni passavano sotto i ponti della Ghisolfa per sentirsi dire che non tutto andava bene e Dan Peterson non si nascondeva mai dietro a progressi inesistenti. La partita contro Siena ha dimostrato che si doveva costruire su quello che era costato tanto nell’ultima stagione.
4 Al MONTEPASCHI imbattibile che non capisce quando è il momento di lasciare spazio anche alle illusioni degli altri. Perdere a Milano avrebbe fatto del bene alla causa, certo è difficile convincere gente che non vuole lasciarti neppure un raggio nella briscola chiamata a pensare anche per gli altri. Però l’occasione era buona e dobbiamo anche riconoscere che più regali di quelli fatti al Forum non ci si poteva aspettare, anche se poi chi le ha prese ha capito tutto il contrario.
3 Alla tempesta che sta facendo vacillare le torri di PESARO. Come accade a Milano chi si stacca troppo da una storia che ha dato felicità prova qualche problema. Vero anche che senza certi aiuti poi si arriva alla chiusura che è ben peggio della crisi. Gli appassionati veri sopportino, pur vigilando, sapendo che del domani non esiste certezza.
2 Ad Attilio CAJA che comincia a piacerci troppo come opinionista televisivo facendoci dimenticare che è davvero criminale un basket che lascia ai margini gente come lui o Boniciolli, che era pronto a bruciare sul primo falò uno come Pancotto.
1 A SPORTITALIA che dopo averci ridato il piacere della poesia alla Peterson ci costringe a meditare sul domani, sul pensiero debole che senza chiamate pugno e canestri che sputano non si possa più vivere. Questo Bogarelli che si prepara al chiaro di luna semigratuito entro il 2012 è una bella mina vagante contro la quale andranno a sbattere in troppi.
0 Alla LEGA per quello che viene concesso a Napoli, per lo spettacolo del derby campano contro Caserta, per quella partita che appariva godibile soltanto alla zia di Biancaneve. Ora Papalia, o chi per lui, annuncia altri arrivi, altre novità, ma intanto ci sono 4 giornate di campionato non regolari. Renzi pensa a questo, non a Sabatini.
Oscar Eleni
(per gentile concessione dell’autore)
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