Il senso di Coldrerio per il Natel

28 Marzo 2014 di Stefano Olivari

Episodio di vita vissuta poco fa a Coldrerio, Canton Ticino, Svizzera, da una ragazza italiana di nostra conoscenza. A mezzogiorno telefona con uno dei suoi cellulari da un parco pubblico e si dimentica l’altro sulla panchina. Torna al lavoro e per tre ore non le viene in mente di avere un secondo telefono. Fino a quando sul primo non riceve la telefonata di un’amica, che la invita ad andarsi a prendere il telefono 2 nella vicina scuola elementare di Coldrerio. Cosa era successo? Un passante, rimasto senza nome, aveva trovato il telefono 2 sulla panchina e invece di tenerselo come sarebbe stato per ‘noi’ normale (magari non rubarlo, ma accettare che ci venisse rubato per la nostra disattenzione sì: “Ecco, brava scema. Te lo sei meritato!”) ha avuto la prontezza di chiamare l’ultimo numero in rubrica e di avvertire che avrebbe lasciato il telefono nella vicina scuola elementare. Così la sbadata ragazza è andata a recuperarselo nella scuola, dove il telefono era passato dalla custodia di un bidello a quella nientemeno che del direttore. Invece di fare facili confronti con quanto sarebbe successo non diciamo nella scontata Napoli ma a Como, quindi a pochi chilometri da Coldrerio, troviamo importante sottolineare due cose.

1) Il senso della comunità che esiste nei paesi, non tanto nella Svizzera (forse sarebbe accaduta la stessa cosa anche a Zurigo, ma ne dubitiamo: magari nessuno avrebbe rubato il cellulare, che in Svizzera peraltro si chiama Natel, ma nessuno si sarebbe forse premurato di cercare il proprietario) ma proprio nei paesi più piccoli. A volte questo senso di comunità si trasforma in opprimente controllo sociale, generando situazioni da Twin Peaks, altre volte invece genera atti di quella che senza grandi parole potremmo definire gentilezza umana.

2) La nostra sorpresa. Abbiamo la faccia così incazzata e stanca, ce ne accorgiamo quando il Rom della situazione insiste con tutti i passeggeri del vagone tranne che con noi, che ci stupiamo di gesti che dovrebbero essere normali. Anche il più sfigato del mondo ha un cellulare, perché dovrebbe rubarne uno fra l’altro nemmeno di marca? Sì, c’era caricata una Sim svizzera, ma non è che a Coldrerio passino tanti designatori arbitrali italiani. Eppure ci stupiamo. Abbiamo perso fiducia nelle persone, non solo in chi è diverso da noi ma anche in noi stessi. E questo è senz’altro il primo e peggiore segnale di invecchiamento.

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