Scoprire l’autismo con The Good Doctor

2 Aprile 2021 di Paolo Morati

Oggi è la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Lo abbiamo scoperto ieri leggendo un’intervista a Stefano Belisari, in arte Elio. E lo abbiamo scoperto proprio mentre stiamo guardando la serie The Good Doctor che, basata su una produzione sud coreana, racconta la storia di un giovane medico affetto da un disturbo dello spettro autistico e dalla Sindrome del savant (ossia chi soffre di disabilità mentali ma ha anche una grandissima memoria e prodigiose capacità in specifici campi), specializzando in chirurgia.

Ecco che ci sembra giusto parlarne in questa giornata, con l’esperienza del protagonista, Shaun Murphy interpretato da Freddie Highmore, che fa di The Good Doctor una serie diversa dal tipico medical drama che segue lo schema ormai ripetitivo di più casi da seguire, diagnosi da fare, interventi da eseguire (occhio ai deboli di cuore, vista la ‘presa diretta’ in sala operatoria), rapporti tra colleghi, nonché ingressi nelle vite private di ciascuno soprattutto via via che le stagioni si susseguono. È accaduto con Dr. House e sta accadendo con The Good Doctor, per fare una paragone con una serie di grande successo dove, al centro, c’è appunto un medico disabile (da notare per gli appassionati la ‘comparsa’ di Lisa Edelstein…).

Il lavoro fatto da Highmore con il dottor Murphy appare ai nostri occhi profani notevole, anche se per dare un giudizio sulla verosimiglianza delle situazioni bisognerebbe parlare con qualcuno che l’autismo lo vive quotidianamente con tutte le sue variabili ed esperienze, da confrontare con le sceneggiature che portano spesso a dinamiche tutte da verificare nella vita reale. Fatte queste considerazioni, The Good Doctor ci sentiamo in ogni caso di consigliarla, oltre che come buona occasione di intrattenimento, come punto di partenza per andare successivamente oltre la fiction ed approfondire, e quindi avere maggiore consapevolezza del tema.

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