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Sapessi com’è strano essere scippati a Milano

Stefano Olivari 11/02/2013

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Milano è più pericolosa di una volta? Perchè una volta, per definizione, era tutto meglio. Parliamo dell’allarme lanciato dal consolato Usa non perché ci interessi il caso specifico, ma perché essendo milanesi quello che stiamo per dire non potrà essere preso per razzismo come sarebbe stato per analoghi casi riguardanti Roma, Napoli, Palermo, eccetera: di solito con la scintilla accesa dal giornalone internazionale che nessuno veramente legge, anche se conosciamo una persona in carne ed ossa davvero abbonata all’Economist, che diventa ‘autorevole’ a seconda che confermi o meno i nostri pregiudizi. In estrema sintesi, il consolato Usa ha lanciato (via mail, ma non solo) un allarme presso gli americani residenti a Milano circa l’aumento della criminalità di strada negli ultimi tempi. Una cosa del genere ‘State attenti, non girate di notte a piedi’. Consigli buoni anche per Pinarella di Cervia o Camigliatello, peraltro. Ovviamente reazioni stizzite non solo dal sindaco Pisapia e  del centrosinistra, con prevedibile cavalcamento elettorale del tema sicurezza da parte del centro-destra, ma anche di forze dell’ordine varie e dei rari milanesi a cui importi qualcosa della loro città. Il tema ci interessa perché si adatta benissimo come metafora della possibilità di criticare del giornalismo sportivo, pari a  zero. Chi critica da ‘dentro’ è un traditore, nella migliore delle ipotesi un disfattista. Ci è venuto in mente anche ieri, mentre al Forum di Assago osservavamo la tribuna stampa dopo ogni canestro di Siena o di Varese nella finale di Coppa Italia: gente giornalistica (con un’interpretazione estensiva del concetto di giornalista) di entrambe le città, moltiplicata dai siti web rispetto ai quattro gatti di una volta, che si alzava per esultare, che smadonnava, che urlava come il più becero dei tifosi dopo ogni fischio della triade arbitrale (in realtà chirurgica ma non scandalosa). Da vergognarsi, ma nessuno lo ha di sicuro fatto. Chi critica da fuori è uno che non conosce (quindi chi non risiede a Manchester non potrebbe dare un giudizio su Ferguson e Mancini) e che nella peggiore delle ipotesi è un razzista. Le statistiche dicono invece che Kyle Scott, il console Usa, ha nella sostanza ragione: nel 2012 sono diminuiti i reati in generale, ma sono aumentati quelli che la gente comune percepisce come i più gravi (scippi e furti nelle case). E’ difficile spiegare a chi vive davanti a un campo Rom o che deve dribblare quasi ogni bar della sua via (specie se di sesso femminile) popolato da ‘nuovi italiani’ (che non sono quelli di Prandelli) che all’Italia hanno procurato più danni economici Tanzi e Mussari, la sicurezza è una questione di percezione di sicurezza e non certo di soldi persi. Il punto è che qualsiasi critica viene percepita come in malafede, magari non prezzolata ma di sicuro pregiudiziale. Poi c’è anche la logica: perché Obama, posto che a Obama importi qualcosa della criminalità milanese (sarà il suo primo pensiero, di sicuro), dovrebbe avercela con Pisapia? Il console può aver detto una cosa giustissima o una cazzata, ma non è scontato che sia in malafede. Vale per tutti i paeselli, non solo per Milano, attaccati alla loro insindacabilità. Da qui al linciaggio di un vignettista danese il passo è meno breve di quello che sembra. A forza di rispettare ‘sensibilità’ l’unica che non rispettiamo è la nostra.

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