Rivoluzione a ottobre?

10 Aprile 2012 di Anna Laura

di Anna Laura
C’è qualcosa che passa sotto la definizione ricorsi storici che si va via via concretizzando: il mese di ottobre. Una rivoluzione a ottobre? Perchè no? I segnali ci sono tutti, dalla rivolta fiscale in Irlanda, ai conti truccati della Spagna, all’Imu italiana, alla vendita da parte di Bankitalia di parte dell’oro all’insaputa di tutti. Tutti segnali di stanchezza, di presa di coscienza che le tv e i media ricattati dal sussidio statale non riescono più a fermare.
La stanchezza ha pervaso e pervade proprio quelli che hanno difeso con odioso marketing mediatico le parole della stangata esattoriale di Monti. C’è scoramento, a vedere lo spread a 3.99%. E’ un momento davvero storico, non prenderne coscienza, fare finta che non stia accadendo, non si può più. Stasera sarò a Bergamo, all’orgoglio padano. Non per dire io c’ero, ma per dire che se c’è bisogno, ci sono. Sia chiaro che non ce la possiamo fare contro questi qui, solo con la tastiera del computer, ci vogliono i fatti. Bisogna riconoscere che le tasse possono e devono essere pagate, ma non a condizione di indebitarsi per farlo. La visione comunista dello stato ha fallito proprio in questo. Noi ce lo siamo dimenticato? Perchè la domanda è: indebitarsi per pagare le tasse è contro la legge morale oppure no? Questione decisiva e determinante il pagamento delle tasse. In un paese come il nostro dove esistono soggetti abilitati per legge a non pagare le tasse, certe domande è obbligatorio farsele. A ottobre si capirà che non ce la facciamo. A ottobre, quando la congiuntura determinata da M&M sembrerà ciò che è: una schiavitù, o meglio una servitù prediale travestita, con figli e figliastri. A ottobre, quando il campionato è partito, quando i primi freddi fanno porre domande sull’inverno che viene, quando si pensa gia all’anticipo dell’Irpef allora si conteranno i soldi e si faranno i pensieri… 

Anna Laura, 10 aprile 2012

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