Quelli non sono mai veri tifosi

2 Febbraio 2009 di Dominique Antognoni

di Dominique Antognoni

Lezione di ipocrisia anticipata. Per la verità si tratta di un esercizio semplicissimo, al limite della banalità: indovinare che una notizia ritenuta degna di pubblicazione quando riguarda squadre straniere finirà invece nel nulla quando riguarda quelle italiane. I fatti sono noti, mezzo web li ha già riportati: Mexes e Menez la notte scorsa hanno avuto rogne in un locale capitolino, il famoso Gilda. Cambiate città, nome del night e anche dei giocatori, sempre la stessa storia: qualche attaccabrighe, magari ubriaco o peggio, che provoca i calciatori e questi, abituati di solito ad essere trattati come semidei, che rispondono alla provocazione. Il difensore francese ha preso botte, ma di denuncia non si parla e la previsione è che mai se ne parlerà. Il motivo? Lo stesso del rapporto fra calciatori e mondo delle curve. Il calciatore finge di dire parole pompose verso i tifosi, i quali fingono (o lo fanno per davvero) di considerarsi alquanto importanti, con finalmente una missione su questo mondo (senza le partite cosa farebbe questa gente a casa, la domenica pomeriggio?). Un cambio che ai giocatori dà tranquillità (cosa costa mentire a due dementi che in caso contrario ti aspettano sotto casa?), mentre a certa gente offre su un piatto d’argento la possibilità di sentirsi qualcuno. Così per la lite fra Mexes e chicchessia. Philippe dice “Ma si, non é successo nulla”, evitando rogne per il futuro. Il proprietario del locale, pure lui, dovrà darsi da fare per non inimicarsi i tifosi giallorossi desiderosi di vendetta e quelli laziali (l’omertà impera). L’aspetto comico viene dalla stampa, che prende posizione su qualsiasi argomento, serio oppure no. Non si potranno leggere nemmeno due righe critiche sull’accaduto, almeno del genere: ”Tifosi idioti provocano calciatori”. Per lo stesso identico motivo, evitare rogne. Enfatizzare le botte suonerebbe come essere filoromanisti, difensori a prescindere di Mexes e Menez, insinuare qualche dubbio sulla condotta dei calciatori marchierebbe subito come infami biancocelesti. E’ come semplice. Il giornalista tiene famiglia e non vuole finire come il collega del giornale famoso picchiato e trasferito perché inviso ad una delle tifoserie. Nessuna protesta da parte dell’Ordine, sia chiaro. Poi magari per premio ai giornalisti verrà offerto un cocktail gratis al Gilda, ma il punto é salvare la pelle e portare a casa lo stipendio, come il più umile degli impiegati tristi e polverosi. Tanto varrebbe fare direttamente gli impiegati.
dominiqueantognoni@yahoo.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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