Quei pazzi che giocano subito

30 Aprile 2012 di Oscar Eleni

Pensierini per il gatto randagio che va a caccia di uccellini sfiniti e non capisce davvero perché ci debbano essere premi e corsi  con la formula “ io tifo positivo”. Sembra quel discorso delle vergini dai candidi manti rotte dove sapete voi, ma sane davanti. Non esiste la scuola per capire chi fatica nello sport, deve nascere dall’educazione sportiva vera che si impara a scuola. Ma qui fanno la scuola del tifo e non assaltano il provveditorato che per evitare “casini” organizza solo gare di palla prigioniera che non dovrebbe più esistere come diceva Moretti ai cardinali di Habemus Papam.

Ci ha emozionato la festa di Reggio Emilia come tante altre feste vere dove il pubblico partecipa sul serio, vive. Complimenti a Massimiliano Menetti, il Pep e lo Stramaccioni del borgo antico, allenatore costruito nella casa nobile di Reggio Emilia, un acquario nato a Palmanova nell’anno cinese del Gallo, eh sì, direbbero a Denver dopo la schiacciata in reverse di Danilo contro i Lakers strafottenti, uno che sa davvero toccare il piano come il  Mozart nato  sotto lo stesso segno. Riporta Reggio Emilia in serie A dopo 5 anni. Il problema, adesso, è digerire la sagra estiva delle battute scontate sul palazzo che non è abilitato per la massima serie. Il Comune lo sa da sempre, la società, purtroppo, è costretta a saperlo da molto, ma in questo tempo di crisi chiederanno tutti una proroga non concessa, l’anno scorso, a Casale. Chiedere alla Lega  non ha senso, per loro va tutto bene, persino quando i giocatori vanno in piazza e denunciano la morosità di società bollite.

La passione conta sempre più di tutto il resto, ma le regole dovrebbero essere rispettate, anche se poi, lo sappiamo, se fai sedere in fondo alla panchina un tesserato infortunato in borghese lo cacciano, mentre si tace su tutto il resto delle invasioni in territorio vietato. Dai tunnel ai tavoli. Dolore e stupore per la fuga della sponsorizzazione Bennet dal basket canturino che mai come quest’anno ha avuto visibilità  in Italia ed Europa. Da meditazione triste. Delusione per certe prestazioni dei famosi italiani che  “devono  giocare a prescindere”. Guardate Treviso. Pensate a quante ne ha passate Djordjevic per dare spazio a De Nicolao e Cuccarolo. Da quasi nazionali a sicuramente inguardabili. Parli perché alle terme di Vetriolo ti hanno dato l’acqua forte. Non hai visto Poeta a Bologna contro Pesaro ? E Gigli ?. Visti, ma ci credo se li rivedo più di una volta allo stesso livello. Allora come valuti il Polonara da 34 punti? Appunto, anche se lo valuto benissimo perché il giocatore è in costruzione, come del resto l’uomo, con la sofferenza che tocca a chi non nasce imparato o benedetto dall’armonia. Ora deve soltanto andare avanti a lavorare anche quando finirà la stagione, ma sembra che lo staff Pianigiani ci abbia già pensato riducendo al minimo le ferie pagate degli eliminati. Certo sarai sorpreso dal ferrarese Valerio Mazzola, clase 1988, che si inventa la partita dell’anno per non far chiudere la stagione della Sutor con bicchieri pieni di veleno. Abbastanza sorpreso, ma meglio scoprire gente nuova che non scoprire mai niente. Cinque alto al Recalcati che porta Varese ai play off con un bell’anticipo, un tempo ampio per far meditare chi non gli ha rinnovato il contratto.

Bravo Scariolo quando butta la sabbia di Assago, un pregio nella zona del Forum puzzolente, sul miele delle tartine che Gentile, Melli e Radosevic pensano di poter mangiare già adesso senza provare anche le ortiche. Non si cresce nel pieno consenso, se non difendi bene devi imparare, se non dai valore ad ogni pallone devi imparare, se preferisci la samba alle notti quiete devi essere avvisato. Una strada che hanno percorso in tanti. Boomerang del calendario: una cosa da dilettanti e, magari, la freccia tirata, finirà per infilarsi fra le chiappe di chi non considerava la scuola australiana di lancio. Il pubblico di Roma, neppure 1500 persone, grida vergogna ai viaggiatori dell’Acea che finiscono la stagione nello stesso pantano dove sono nati seguendo le idee sbagliate di chi è riuscito a confondere il Toti già confuso di suo quando pensa a quello che ha pagato e al niente che ha ottenuto. Non leggere la storia delle società, non capire come e perchè vivevano in un certo modo, porta a certi risultati ad irritanti ritardi sulla costruzione di una storia personale che non può prescindere da  quella ereditata. In tempi di vera crisi economica servono idee non fortini al burro di arachidi.

Ossessionato dal Ramon Sessions dei Lakers che segna tanto contro Denver e il Gallo siamo andati a cercare un motivo per questo nostro malsano interesse ispirato, purtroppo, dal campo giochi di SKY e Sport Italia dove il mondo NBA fa fiorire i Crudeli della situazione: il tipo è nato a Myrtle Beach. E allora? Era in quel posto di villeggiatura che Mike D’Antoni ha visto andare male i ristoranti che dovevano servirgli da vitalizio. Caro Michele dove sei? Come stai? Bella la coreagrafia Reyer al Palaverde. Brutta la partita di una squadra stanca, non ancora pronta per sopportare la pressioni di chi dimentica che è una neopromossa. A proposito della Treviso abbandonata, che nel calcio forse risalirà dalla seconda categoria, ci è venuto il magone guardando i Clippers di Vinnie Del Negro che ha fatto una capolavoro sul campo di Minnesota dopo essere andato sotto quasi di 30 punti.

Alla  concrega di chi vorrebbe allontanare gli “ anziani” dal campo di gioco, sapendo bene che sono loro, con una passione che va contro anche alla quiete familiare, a tenere in piedi tante situazioni. A dare la spinta per giovani palestrati e inciucchiti dalle cuffie, vorremmo segnalare Jamie Moyer, il lanciatore quarantanovenne di Colorado che se la cava benissimo e si guadagna ancora un milione di dollari a  stagione. Stupisce che contro i vecchi urli più di tutti il Bianchini che a noi piacerebbe vedere al lavoro per lo sviluppo del sistema insieme a tanti altri grandi vecchi. Pagelle e non ne parliamo più fino a giovedì.

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