Qualcosa si è Moss

9 Maggio 2007 di Roberto Gotta

1. Il draft, si diceva. A noi piace soprattutto per un motivo, che si sarà già capito perché più volte l’abbiamo spiegato: con esso, terminano finalmente tutte le illazioni, le congetture, le fantasie dei vari ‘finti draft’ (mock draft) che sono ormai una piaga in tutti gli sport americani, e di cui un secondo dopo la fine delle chiamate ‘vere’ non si ricorda più nessuno. Una volta effettuato il draft, si ragiona su cose concrete, o perlomeno più concrete di prima, perché poi ovviamente starà ai giocatori mantenere le promesse e rispettare le attese di chi li ha scelti. La scorsa settimana accennavamo alle manovre dei Raiders, dei Patriots, dei Browns, legate a nomi importanti. Con molta calma, partendo questa volta dai Raiders, ecco un’analisi, speriamo concreta, della situazione.
2. Oakland ha chiamato JaMarcus Russell, come ormai si sa. Qb alto, grosso, potente, paragonabile per imponenza fisica a Daunte Culpepper (ex Vikings, ora Dolphins), ma precisissimo nei lanci. Teoricamente, fatto su misura per il gioco verticale, ovvero con lanci lunghi che allungano la difesa, prediletto ormai da decenni dal proprietario dei Raiders, Al Davis. Russell ha giocato tre anni a Louisiana State, divenendo però una stella solo nel 2006. Nel suo breve curriculum si legge anche che a inizio settembre 2005, pochi giorni dopo il devastante passaggio dell’uragano Katrina su New Orleans, fu proprio a casa di Russell a Baton Rouge, cittadina dove ha sede LSU, che trovò ospitalità un illustre senzatetto, il cantante blues Fats Domino, la cui famiglia è amica di quella della fidanzata di Russell. Sul piano sportivo i Raiders avevano molte lacune, specialmente in attacco, e non si sono limitati a prendere Russell. Hanno infatti ceduto Randy Moss a New England in cambio di una quarta scelta, e ottenuto da Detroit l’ex prima scelta (2005) Mike Williams, entrambi ricevitori, entrambi con un passato enigmatico per non dire pieno di guai.
3. Moss, si sa, è uno dei wide receiver di maggior talento della NFL. Quando gli gira cattura qualsiasi pallone che passi nei paraggi, il problema è che con il passare del tempo gli girava sempre meno. Ceduto dai Vikings per disperazione nel 2005, l’ex prima scelta del draft 1998 ai Raiders ha chiuso con un 2006 disastroso: le statistiche dicono 42 ricezioni per 553 yards e 3 touchdown, un totale di 102 per 1558 e 11 in due stagioni, ma è stato il comportamento di Moss ad avere spezzato ogni fiducia nei suoi confronti. A Minnesota, infatti, specialmente in tandem con Daunte Culpepper, aveva giocato spesso in squadre vincenti o presunte tali, mentre a Oakland si è trovato in una situazione già negativa di per sé (6-26 il bilancio dei Raiders nel biennio Mossiano), rivelando con il suo comportamento di non essere il tipo di giocatore che in situazioni perdenti si ribella e invita alla riscossa, ma al contrario quello che di fronte alle continue sconfitte ‘molla’ psicologicamente. Lo testimoniano le sue frasi di scetticismo sulle potenzialità della squadra pronunciate ancor prima che iniziasse la stagione 2006 e l’ammissione, nel corso della sua trasmissione radiofonica, che una cessione sarebbe stata la soluzione migliore per tutti. Ora, quando i Raiders hanno preso come head coach Lane Kiffin, 31enne ex assistente a Southern California, dunque un allenatore che ha un solo anno più di Moss, era loro stessa convinzione che la coabitazione fosse impossibile, e da lì è partita la spinta per la cessione. Alla fine Moss è andato appunto ai Patriots, dove ha accettato immediatamente di ridursi lo stipendio di due terzi (da nove a tre milioni annui) e di accettare la grande sfida di inserirsi in una squadra che l’ha preso con un obiettivo e modalità ben precise: obiettivo, vincere di nuovo il Super Bowl, con l’aggiunta di un giocatore lievemente meno rapido di una volta negli spazi brevi ma capace in qualsiasi momento di spararsi 50 yards per un touchdown; modalità quelle di collocazione in uno spogliatoio che ha già dimostrato in passato di saper assorbire teste calde trasformandole in giocatori utili al gruppo, o di respingerli in modo che non nuociano al gruppo stesso. Il tutto grazie a Bill Belichick, il coach, che ha parlato chiarissimo a Moss prima ancora di prenderlo, e ne è uscito convinto che al ragazzo interessi ora, dopo anni di grandi numeri e grandi casini (ha anche ammesso l’uso di marijuana), crearsi un ricordo permanente fatto di vittorie, specialmente in una determinata partita di inizio febbraio.
4. Quanto ai Raiders, Williams era stato allenato da Kiffin al college e si spera che il nuovo coach tiri fuori il meglio da un giocatore che a Detroit ha deluso su tutti i fronti, anche quello del comportamento, mentre riacquista importanza Jerry Porter, anch’egli però reduce da una stagione di problemi (una sola ricezione), visto che lo staff guidato dall’allora head coach Art Shell lo aveva praticamente messo al bando per insubordinazione. In più, oltre ai poco utilizzati Alvis Whitted (15 volte WR titolare, zero touchdown) e Doug Gabriel e alle scelte 2007 Johnnie Lee Higgins e Johnathan Holland, c’è Ronald Curry, l’ex point man di basket e wide receiver di North Carolina, che ha avuto in passato molti infortuni ma nel 2006 è stato il miglior ricevitore di Oakland con 62 ricezioni per 727 yards e un solo touchdown (del resto i Raiders in 16 gare hanno segnato solo 12 touchdown con l’attacco…).
5. Una delle rivalità più grandi dello sport pro americano è quella nel baseball tra Boston Red Sox e New York Yankees. Siamo a livelli di odio, in molti casi, e di rischio per chi indossi i colori di una squadra quando si giochi in casa dell’altra. Per cui, quando è uscita una foto di un paparazzo che ritraeva Tom Brady, quarterback dei New England Patriots, a spasso per New York con la fidanzata e con in testa un cappellino con il classico NY degli Yankees, a Boston molti sono caduti dalla sedia. Il padre di Brady, interpellato, l’ha buttata sul ridere, ricordando come in famiglia si sia sempre tifato per i Red Sox non per motivi geografici (i Brady sono californiani) ma perché il nonno di Brady era amico di Joe Cronin, storico manager e poi general manager dei BoSox. «Però, quando ti metti un cappello è un cappello, non penso che molti di noi debbano farsi approvare l’abbiglimento di un’intera regione. Cos’ha detto mio figlio? Che a Boston non devono esserci molte notizie importanti se lo diventa il cappello che metto io». Non ha tutti i torti.
6. Keyshawn Johnson, ricevitore un tempo celebre per la sua boccaccia (“Datemi ‘sto c… di palla” è una traduzione verosimile di una sua autobiografia del 1997, dopo il suo anno da rookie con i NY Jets), ha vinto un Super Bowl con Tampa Bay nel 2003 ma dopo altre incomprensioni è finito poi a Dallas nel 2004 e lo scorso anno a Charlotte, dove invece pare che non vi siano stati attriti di alcun tipo con nessuno. Per il post-carriera agonistica ha sempre detto di voler lavorare in Tv oppure come general manager di una squadra, e forse potrebbe trovarsi ad inseguire un’occupazione già nelle prossime settimane. Il 28 aprile, seguendo per la ESPN il draft NFL, all’annuncio che Charlotte aveva scelto un wide receiver, Dwayne Jarrett (ex Southern California, suo stesso college), aveva commentato «grande scelta, ci serviva proprio un altro ricevitore. Questo ragazzo mi assomiglia un po’, gli insegnerò come giocare». Solo un problema: per fare posto a Jarrett, qualche giorno fa i Panthers hanno tagliato proprio Johnson…
7. Chi si lamenta – giustamente, anche se in fondo ci sono in ballo i milioni di euro che pagano – per lo strapotere delle Tv nella gestione delle interviste del dopopartita nel calcio sappia che un rappresentante della ESPN, la rete per il resto enormemente meritoria per tutto quello che trasmette (a parte poker e altre scemenze, ma del resto 24 ore al giorno su due canali devono pure essere riempite…), ha cercato di far interrompere la teleconferenza che Patrick Willis, (ottima) prima scelta dei San Francisco 49ers, stava facendo con i

giornalisti locali della carta stampata perché doveva portarlo in diretta televisiva e radiofonica a ESPN. Un addetto dei 49ers ha però detto a Willis di terminare la sua conferenza stampa, ma il tizio della ESPN si è arrabbiato. Ancora di più i giornalisti locali, che hanno protestato a tal punto da ottenere che la conversazione di Willis con loro finisse con tutte le domande del caso, prima del passaggio alle glorie esteriori delle telecamere.
8. Ricorderete gli accenni che abbiamo fatto allo spring football, gli allenamenti primaverili delle squadre di college, che spesso per l’ultimo atto, la partitella in famiglia, vedono folle enormi (ma in altri casi anche poche centinaia di persone, dipende dalla passione locale). Ecco, quest’anno quattro college hanno visto stabilire un record di affluenza per il cosiddetto spring game. Ad Alabama, per il ‘debutto’ del nuovo coach, Nick Saban, sugli spalti del Bryant-Denny Stadium erano in 92.000 ed a partita iniziata è stata presa la decisione di chiudere i cancelli (l’ingresso è gratuito) per evitare situazioni pericolose. Erano invece in 75.000 ad Ohio State, 11.000 più rispetto allo scorso anno, in 71.000 a Penn State e in 51.852 a Notre Dame. Forse è passione, forse è esagerazione, vedete un po’ voi.
9. Solita chiusura con il football europeo ed italiano, che come sempre potete approfondire su vari siti (www.nfli.it, www.huddle.org, www.fiaf.net, www.nfleurope.com, www.endzone.it). Nella Superbowl League A1 si sono giocate due partite: Hi-Tech Media Warriors Bologna-Panthers Parma è finita 28-34 dopo due tempi supplementari, mentre Lions Bergamo-Marines Lazio è finita 14-17, dunque anche qui una vittoria della squadra sfavorita, anche se i Marines sono e dunque restano in testa alla classifica. Che è questa: Marines 4-0, Giants e Panthers 3-1, Warriors 2-2, Lions e Rhinos 1-2, Briganti e Dolphins 0-3. Prossimo fine settimana: sabato 12 alle 20 allo stadio Europa di Bolzano Giants Bolzano-Dolphins Falconara, domenica 13 alle ore 17 allo stadio Collana di Napoli Briganti Napoli-Hi-Tech Media Warriors Bologna, alle 20 (?) allo stadio Tre Fontane di Roma Marines Lazio-Panthers Parma. Nella NFL Europa, Cologne Centurions-Berlin Thunder 28-31; Amsterdam Admirals-Frankfurt Galaxy 19-17; Hamburg Sea Devils-Rhein Fire 34-9. Classifica: Frankfurt 3-1, Amsterdam, Cologne, Hamburg e Berlin 2-2, Rhein 1-3. Lo Yello Strom World Bowl, la finale, che è anche un’eccellente possibilità di un bel weekend, è sabato 23 giugno a Francoforte.

Roberto Gotta
chacmool@iol.it

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