Olimpia-Virtus da 2%

7 Gennaio 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni con un pallone sottobraccio nella ASL di Vattelapesca in provincia delle isole dell’ignoranza che purtroppo ci sono, dove si godono la popolarità del momento. Quando vogliono fermano, quando hanno voglia di farsi vedere, come gli arbitri al VAR, diventano difensori di una salute tradita da troppa gente, dove Djokovic che non viene trattato in maniera speciale adesso viene paragonato a Gesù o, magari a Spartacus, facendo incazzare davvero chi lo aveva perdonato persino per simpatie verso quelli che nella guerra sporca non erano stati davvero dei santi, rendendo tutto difficile in un momento di comiche tragiche.

Eravamo felici per come Armani e Segafredo Virtus avevano giocato, aspettando la Befana, il recupero della partita “rubata” alla diretta RAI dal Covid il 26 dicembre. Bella, giocata dai reduci dei due schieramenti con la testa libera. Tutti sappiamo che, come ha detto il Fuochi, la sfida è già in archivio, conta per l’onore, niente di più, un pochino per la classifica invernale, ma tutti sappiamo che a primavera, se ci sarà un finale di campionato con tanto di playoff tutto cambierà perché  anche viste sull’ambulanza, misurate e pesate con la mascherina, sembra proprio che la Virtus abbia qualcosa di più di una Milano che anche nell’emergenza deve ridurre al minimo l’impegno dei panchinari.

Sì, certo, è capitato che Grant avuta fiducia totale abbia dato una buona risposta. Restano altri interrogativi, primo fra tutti quello di Tarczeswki che, secondo i “nemici” di Messina, continua a soffrire ordini che non è in grado di eseguire  appena deve lasciare la zona sotto canestro, anche se gli stessi ammettono che per prendere un rimbalzo la palla deve cadergli nelle mani.

Parole, parole con Milano che vede rimandare tante partite pure nell’Eurolega dei sordi. Lo sapevano all’ULEB ( la FIBA? Be’, loro sono altrove), dovevano immaginarlo, ma come i testardi al potere  hanno mantenuto il programma base, tanti viaggi, tanti rischi contagio e adesso il calendario scoppia, con l’ideona del rifugio estivo che non può piacere alle federazioni legate a queste nazionali senza filtro e, molto spesso, senza talento come si è visto nelle finestre sull’abisso passate, simili a quelle di febbraio se ci saranno.

Con tutti questi pensieri in testa, ringraziando Belinelli, Melli, Teodosic, Rodriguez, Hines, Grant, l’ambidestro Hall dell’ultima magata vincente nel supplementare della 183esima fra Olimpia e Virtus, 400esima vittoria in campionato di Messina, 200esima per Melli, record di punti (34) uguagliato dall’ex cinno di Sangio, ci sentivamo felici di poter dare a tutti un bel nove in pagella, ma poi ci siamo risvegliati, ci hanno fatto risvegliare.

Prima di tutto quei guardoni che misurano il successo di una diretta dallo share, dagli spettatori. Un disastro e alla RAI se ne fottono se a quell’ora molti erano al lavoro. Poco più di 200 mila spettatori, 2 per cento di share, in linea con i 2000 che erano al Forum, la metà di quelli registrati per la stessa sfida del 2020. Le cifre sono queste, da tanto tempo. Per questo prima di svendersi bisognerebbe ragionare.

Ma come si fa, proprio adesso che i presidentoni, i ministrini, le strutture dove sport e salute sono costumi adamitici, non ragionano e straparlano, come ci si difende nel momento in cui molte famiglie, alle prese con inflazione, aumento di bollette, dicono ai ragazzini conquistati dalle medaglie olimpiche, quelli che hanno ridato vita all’atletica di base, al nuoto, alle giovanili in genere, che è meglio se rinunciano al costoso tampone di ammissione e se ne stanno davanti al videogioco? Tanto adesso le federazioni celebrano pure gli scudetti degli smanettatori, un peccato che una volta, secondo la curia, faceva diventare ciechi.

Eravamo allegri perché chi era andato in campo, nel basket, nel volley, nel calcio, aveva fatto la sua sporca figura. Dalla Venezia esiliata al Taliercio  al Milan gioioso che si è mangiato Mourinho nella giornata in cui il calcio romano ripassava la tabellina del tre, ferale per Mou che si è consolato dicendo che aveva fatto bene a rinunciare alle offerte del Milan dove certo i tifosi non gli hanno mai augurato tanti malanni come ai tempi del triplete interista, un tre pere incassate che ha fatto incassare il Sarri ostaggio di una Lazio senza santi in cassa e in paradiso.

Poi al posto di Burian sono arrivati i picchi dei ricoveri, dei morti, della confusione fra decreti che soltanto i decrittatori più abili riescono a identificare un po’ prima dei solerti guardiani dell’ordine che ancora non hanno trovato i molti molestatori di Capodanno. In questa baraonda, mentre si vende di tutto, basta che garantiscano dobloni, basta che le televisioni  mettano sul tavolo la pecunia, vergognosamente in battaglia per  rendere biennale il mondiale (perché non l’Olimpiade allora?), per farli giocare e gareggiare sempre questi circences che almeno tengono lontano la gente dal dibattito, la domanda è questa:  ci stanno prendendo in giro o soltanto per il culo?.

Ora diteci voi se, dopo quello che sapete dei tamponi carissimi per i ragazzi che devono riprendere, dobbiamo credere che Valentina Vezzali troverà sulla punta del suo fioretto dorato  le vene di questi governanti che si riparano dietro al suo ottimismo sapendo di non poter garantire nessun ristoro allo sport.

Siamo in pieno varietà al sangue se persino il calcio finge di andare in piazza urlando che al cinema sono stati dati miliardi e a loro soltanto le briciole. Briciole  che devono essere andate negli occhi di Petrucci, chiamato in giudizio, come presidente federale restituito ai cesti dopo calcio e conilandia, da Basket Vision dove, ci fa soffrire ammetterlo, il Campana fa davvero un bel lavoro, e al Gandini che deve governare una Lega che non  sa soffrire di squadra, furenti col Governo draghista al punto da urlare: non esiste soltanto il calcio.

Vedete un po’ come girano le frecce che si lanciano mentre il covid ci ruba ogni sogno, mentre chi starrnazza guardando i pochi ricavi licenzia via e-mail, facendo anche gli auguri. Roba da forconi davanti alla reggia, altro che le brioches che Maria Antonietta avrebbe  servito al popolo affamato. Vi lasciamo alla meditazione ringraziando PIF per il  Caro Battiato anche se forse qualche megalomane andava tagliato. Ci si sente appena arbitro fischia inizio partita.

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