Atletica
I nemici del tapis roulant
Stefano Olivari 02/02/2015
Per una volta parliamo di un’atletica più vicina a noi, quella dei tapascioni più o meno evoluti. Uno degli argomenti forti degli scimmiati è che la corsa sul tapis roulant sarebbe un altro sport rispetto a quella in strada, in una proporzione simile a quella fra masturbazione e sesso. La questione non si pone nemmeno per gli atleti veri, per gli amatori con obbiettivi agonistici e per i giovani con ambizioni: già solo l’aspetto posturale (sollecitazione dei quadricipiti, mancanza di spinta) indica che stiamo parlando di cose diverse, con il tapis roulant che può diventare utile solo in fase di riscaldamento o se fuori c’è un uragano. A chi si pone come traguardo quello di una gara, anche di livello infimo, consigliamo la lettura del grande Giorgio Rondelli, che fra l’altro sabato scorso ha iniziato al XXV Aprile il suo programma per gli Adidas City Runners (presente anche un amico di Indiscreto, con cui faremo il punto su tabelle e dintorni).
La discussione è aperta invece per il rimanente 95% di chi corre, di cui facciamo parte anche noi. I pro del tapis roulant sono fondamentalmente tre: si segue un ritmo preciso senza basarsi soltanto su sensazioni (cosa fondamentale se l’obbiettivo è bruciare i grassi, dovendo rimanere fra il 65 e il 75% della soglia aerobica), si può correre a qualsiasi ora e con qualsiasi tempo facendo anche altro (durante quello che tirandocela chiamiamo lungo lento riusciamo a leggere), pur caricando di più schiena e articolazioni (i nemici del tapis roulant dicono del 300%, ma è un calcolo che dipende anche dal peso) gli appoggi sono più ammortizzati che sul normale asfalto e la sensazione di corsa è più confortevole. I contro sono secondo noi altrettanti: in qualsiasi stagione l’assenza di attrito con l’aria e l’essere al chiuso produce un calore bestiale, la corsa anche quando ci sono variazioni di ritmo o pendenza è più noiosa (il panorama non cambia evidentemente mai), essendo maggiore il carico è anche maggiore in caso di utilizzo costante il rischio di problemi articolari (l’ammortizzazione da un lato produce sì comfort, ma dall’altro anche rischi per tendine d’Achille e ginocchia).
Ci sono opinioni molto diverse sui tempi: c’è chi sostiene che dopo il tapis roulant si vada più forte su strada e chi invece sostiene il contrario, in una proporzione (statistica personale) 60-40. Nella nostra modestia, quando facevamo 10 chilometri sul tapis roulant a 5’15” al chilometro poi in strada andavamo a 5’00” (fino a un anno fa, adesso siamo crollati) senza sputare sangue, però si sentono anche storie di segno opposto e forse davvero tutto nasce dal cervello. In definitiva la scelta è molto personale, al di là del fatto che quasi tutti noi evitiamo talebanismi: due o tre volte alla settimana sul tapis roulant, se non si hanno obbiettivi agonistici, non fanno male ad alcuno. E quando l’obbiettivo è il dimagrimento, per essere brutali, sono quasi consigliabili. Abbiamo lasciato alla fine la madre di tutti i problemi, cioè i soldi. Se si hanno le pezze sul culo è sbagliato comprare un tapis roulant di serie B, ne abbiamo visti anche da 200 euro… Certi prodotti Technogym che vediamo in palestra possono costare anche 12mila euro, mentre nella linea casalinga si può trovare qualcosa di buono già in zona 3.500-4000. Non essendo cifre che tutti abbiamo pronti-via, meglio correre all’aperto e per usare il tapis roulant iscriversi a a una palestra.