Italia senza nascondersi

22 Settembre 2022 di Alberto Rapuzzi

Dopo aver ammirato il meraviglioso gruppo di Fefé De Giorgi ora tocca alle ragazze italiane fare la loro parte nel Mondiale, ricordando il primo e unico vinto nel 2002 a Berlino con il comando di Marco Bonitta. Si comincia venerdì 23 settembre e si finisce sabato 15 ottobre, 23 giorni e 12 partite per chi arriverà alle semifinali: si comincia con 4 gironi da 6, si andranno poi a formare due gruppi da otto e quindi dai quarti di finale incroci a eliminazione diretta fino alle semifinali.

Questo delirio di pallavolo avrà luogo in Polonia ma soprattutto in Olanda, con prevalenza arancione nella gestione e nei benefici, in virtù dell’investimento di 22 milioni di euro messi insieme grazie al governo e alla provincia dove si giocherà maggiormente. La lunghezza eccessiva della formula permetterà il recupero da qualche inciampo imprevisto, ma dall’altro lato avremo molte partite scontate e sarà in definitiva più difficile fare emergere i giusti valori, che poi sono quelli definiti dalle partite dentro-fuori.

Sarà quindi necessario dosare bene le energie psicofisiche, essere pronti quando dopo magari passeggiate ci saranno gli scontri decisivi: certamente mantenere la concentrazione non sarà impresa facile ed in fondo per le squadre più forti, come l’Italia, l’incognita è proprio questa. Sono 5 i coach italiani presenti: Mazzanti (Italia), Santarelli (Serbia), Guidetti (Turchia), Micelli (Bulgaria) e Lavarini (Polonia), più vari assistenti e preparatori sparsi, a testimoniare il valore che viene riconosciuto all’estero alla nostra scuola tecnica, così come succede anche nel maschile.

Tra le squadre più accreditate abbiamo gli Usa del mitico Kiraly: le campionesse olimpiche hanno finalmente lasciato a casa Plummer (Conegliano) e Hancock (Vallefoglia), puntando in banda su Robinson (Conegliano) e Fretti (Casalmaggiore), e sono coperti con le opposte da Drews e Thompson: la squadra ha certamente grandi individualità ma è anche un po’ altalenante.

Nella Serbia campione in carica Santarelli raccoglie il testimone vincente dqllo scorbutico Zoran Terzic, senza la luce di Ognjenovic e la solidità di Rasic al centro pur avendo recuperato Stevanovic. Si aggrappa quindi al suo opposto Boskovic che però appare un po’ sola: troppe sue compagne vivono un esperienza di questo livello per la prima volta.

Il tradizionale Brasile del totem Ze Roberto, finalista in VNL, rimane un avversario ostico, incerto con gli opposti ma con in banda il fenomeno Gaby, ben supportata da Pri Daroit e due centrali tra le più forti al mondo, Carol e Gattaz, senza dimenticare in regia Macris, anche lei tra le migliori nel suo ruolo. Per vincere il torneo bisognerà fare i conti con loro.

La Turchia appare come una mina vagante, ma grossi problemi a fare punti con le schiacciatrici. Guidetti non ha convocato Senoglu, i maligni dicono perché ha lasciato il club che lui allena. È però molto squadra, combatte e si conoscono a memoria in quanto sono sempre le stesse che giocano. Le centrali rimangono il punto forte, con l’eterna Erdem e Gunes.

La nostra Italia non può togliere il vestito da favorita: team rodato, esperto e ben equilibrato, con la fuoriclasse Egonu pronta a risolvere i momenti difficili. Il podio è l’obiettivo minimo. Non basterà tutto questo a garantire il successo perché tanti fattori possono condizionare un risultato e Tokyo insegna, però si è lavorato per un ciclo che imponga di puntare sempre in alto.

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