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Magari Volunia è il treno

Stefano Olivari 08/02/2012

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di Stefano Olivari
C’è qualcuno che sogna di diventare un motore di ricerca migliore di Google e un social network del livello di Facebook: bisogna apprezzare chi sogna in grande, quindi per quel poco che abbiamo capito lodi a Volunia e al suo creatore Massimo Marchiori. La versione beta del progetto è stata presentata a Padova e in termini tecnici se ne è parlato un po’ in tutti i luoghi geek del web, con una punta di delusione per quello che ancora non si è visto (soprattutto dal lato search). Noi che siamo gente da Commodore 64 e ragioniamo solo da bolsi utilizzatori siamo invece più interessati alla figura di questo professore di matematica e alle potenzialità economiche di Volunia.
Marchiori viene presentato di solito come l’inventore di Google. Non lo è stato in senso stretto, ma di sicuro è stato il primo a introdurre una delle architravi del sistema di Page e Brin, cioé la valutazione delle singole pagine non solo in base al numero di click ma anche in relazione al resto del web. Traduzione grossolana: quella pagina su Belen Rodriguez del vostro grande quotidiano di informazione web non vale solo per chi la visita, ma anche in base a quanti la linkano, la citano o la rilanciano. Il suo Hyper Search (anno 1997) non è stato quindi il primo motore di ricerca del mondo, anzi non è stato nemmeno un motore di ricerca. E’ stato però il primo studio del mondo (questo l’abstract) a dare ai link la giusta considerazione ed è stato correttamente citato da Page e Brin l’anno successivo come una delle basi per il Google vero e proprio (leggere per credere, non è la solita storia dell’italiano che ha inventato tutto, questo è il documento dei due ex ragazzi di Stanford). In attesa di vedere la versione pubblica di Volunia, una considerazione sullo spazio che esiste sui due mercati di riferimento. Quello search è ovviamente dominato da Google, che nonostante i mille servizi collaterali che offre è riuscita nel miracolo di non annacquare la mission originaria: lì non ci sarebbe trippa per gatti, a prima vista, ma l’idea di mettere in contatto utenti che in un determinato momento stanno eseguendo una data ricerca è almeno in teoria una buona idea (in termini di privacy dovrebbe, a regime, essere possibile ‘schermarsi’) e di sicuro qualcosa di diverso rispetto a operazioni tipo Bing che nascono da un accordo aziendale (nel caso Microsoft e Yahoo) e non da leadership di mercato o di idee. Dal lato social chiunque ormai considera Facebook quasi come un elemento naturale, tipo aria o acqua, facendo da complemento, mentre Volunia ci sembra punti a scavalcarlo andando dritta sugli interessi delle persone e connettendole più per affinità culturali che per meccanismi di conoscenza dati dalla semplice interazione. Queste le primissime impressioni, invitando a rendersi conto di persona di quello che sta accadendo andando su Volunia. Di sicuro la strada per arrivare al grande pubblico è ancora lunga, ma anche il treno era visto male da chi era abituato alle carrozze a cavalli.
Twitter @Stefano Olivari (pubblicato anche su Mediatech)

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