Gli anni di Pitfall!

15 Ottobre 2023 di Paolo Morati

L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft ci impone di parlare del brand Activision degli esordi, quello fondato da alcuni sviluppatori fuoriusciti da Atari (siamo alla fine del 1979). Parliamo di nomi storici per chi ha vissuto l’epoca d’oro dei videogiochi, ossia Larry Kaplan, Alan Miller, Bob Whitehead e David Crane. Quest’ultimo creatore di quello che è da considerarsi il primo platform di grande successo della storia, Pitfall!, dal cognome del suo protagonista (Harry) impegnato in una caccia al tesoro nella giungla tra sabbie mobili, serpenti a sonagli e scorpioni.

Nato per la leggendaria console VCS 2600, Pitfall! fu poi portato su pressoché ogni sistema dell’epoca, con tanto di seguito (l’avanzato Pitfall! II con tanto di checkpoint), versione arcade e cartone animato. Detto che a Crane si devono anche altri titoli mitici come lo ‘scassa joystick’ Decathlon e, su home computer, Little Computer People, torniamo però all’Activision degli esordi. Che per noi ha significato giochi come l’impegnativo River Raid (bellico, a scorrimento verticale) sviluppato dalla programmatrice Carol Shaw e il frenetico Megamania (firmato Steve Cartwright), un’evoluzione di Space Invaders caratterizzata da uno stridente suono ogni volta che si perdeva una vita.

E ancora Skiing, simulazione di sci sviluppata da Bob Whitehead e ricevuta a Natale, il magnifico Ice Hockey di Alan Miller e il complesso simulatore Space Shuttle, frutto del lavoro di Steve Kitchen. Tutti da noi giocati sul 2600 e tutti contenuti in confezioni che all’epoca facevano molto nell’attrarre i videogiocatori con grafiche colorate che non avevano nulla a che fare con le basse risoluzioni caratterizzanti le console dell’epoca. Eppure il fascino era anche in quello e gli art director di Activision erano in definitiva particolarmente bravi nel farci sognare ancor prima di inserire la cartuccia. Il resto è storia.

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