L’ultima esclusiva di Maldini

13 Febbraio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Dire che l’imminente ritiro di Paolo Maldini ci intristisce è dire poco: non fosse altro perchè era rimasto l’ultimo della nostra generazione a giocare ad alto livello e a farci almeno sognare di non essere invecchiati (male). Poi i pezzi celebrativi non li sappiamo scrivere, ma è come se l’avessimo fatto. L’ultimo derby del capitano del Milan è però il pretesto per sottolineare ancora una volta il modo in cui funziona il rapporto fra calcio e media. Premessa: molte società, fra cui quella rossonera, concedono interviste solo su appuntamento con settimane di preavviso e con il simpatico obbligo di doverle condurre quasi sempre in due (il giornalista che l’ha chiesta in abbinata ad un altro di più stretta ‘osservanza’, nel caso il primo non sia fedele alla linea) e con l’addetto stampa a vigilare su tutto interrompendo e puntualizzando. I giocatori timorosi delle multe, anche quelli più famosi, non sgarrano mai: con tanti saluti alla liberta di espressione, sia pure su temi non fondamentali per l’umanità, che all’Associazione Calciatori non interessa (a loro bastano le figurine) e tutto sommato importa poco anche a loro. Però per quest’ultimo derby di Maldini nessun appuntamento, visto che mezzo mondo, isole comprese, avrebbe voluto parlare con lui: convocati quindi tutti a Milanello per la conferenza stampa di venerdì 13 febbraio. Firme grandi, medie e piccole in lista di attesa si preparano quindi ad una trasferta inutilissima, visto che basterebbe copiare l’Ansa o sintonizzarsi su Milan Channel: ma perché rinunciare ad una nota spese? Piccolo problema: venerdì mattina si trovano a tradimento sul Corriere della Sera un’intervista esclusiva a Maldini, fra l’altro molto interessante nonostante sia la milionesima della sua carriera, due pagine firmate da Alberto Costa. Perché? Una bella domanda, forse retorica: come dicevano a Telepiù, giudicate voi. Da notare che il Giornale o Mediaset erano stati tagliati fuori dall’operazione, come il resto dei media. Intanto, in un sussulto di orgoglio, una parte dei giornalisti ha disertato l’appuntamento di oggi: ma i buoi sono scappati una quindicina di anni fa, quando si è accettata la biada quotidiana passata dalle aziende. ‘Oggi parla Giovinco‘, ‘Cambiasso alle 14′, ‘Domani Menez‘, fino all’inevitabile ‘C’è tutto sul sito’.
stefano@indiscreto.it
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