Basket
Luce azzurrina
Oscar Eleni 21/07/2025

Oscar Eleni nascosto fra gli alberi ai giardini Margherita nella Bologna dove avrebbe voluto vivere e sognare se solo avesse avuto il talento per fare il giocatore professionista con la palla al cesto. Sul campo magico, ascoltando musica, le voci dell’avvocato Porelli, di Parisini, Lamberti, aspettando le Belle Comode per sentire se i loro racconti sul torneo di basket trasandato più bello del mondo, come dicono al Pavaglione e in Piazza Grande, possono ridare il sorriso anche a chi vive in posti meno allegri.
Litigando con chi non vede la magia di Pogacar, uno che nel ciclismo fa cose straordinarie, applaudendo, con i diecimila del Forum, Sofia Raffaeli e anche le nuove farfalle della ginnastica artistica, dove fa meraviglie la Dragas, pur avendo dentro un magone che non svanisce con i successi di questi giorni, perché, mentre si brinda con il giovane presidente della federginnastica, approvando tutto quello che dice, non riusciamo a capire la squalifica di tre mesi per condotta antisportiva alla Maccarani, allenatrice che ha creato una grande squadra, perché non sapevamo che i rimproveri, la battute, persino le battutacce degli allenatori per migliorarti, farti soffrire, ma anche aprendo orizzonti, chi è stato sui campi e in palestra lo sa bene, potessero essere considerati in questo modo. Colpa nostra, prigionieri del sogno come tante nostre amiche, molti compagni di viaggio di ieri e di oggi, forse anche di domani, ammesso che ci sia un domani, come tutti quelli che vivono nello sport curiosi di capire cosa verrà fuori nei tribunali se davvero si andrà avanti con questa persecuzione.
Giardini Margherita per ascoltare vecchie storie, per rivedere cento volte il docufilm che adesso riempie già il canale solo basket di SKY che si è ripresa il gioco di Naismith, la palla a spicchi che pure aveva avuto successo sulle altre piattaforme televisive. Avevamo bisogno di questa area ristoro mentale per dimenticare tutto il resto, il sapore diverso delle bombe sparate su Gaza e sull’Ucraina, delle mine antiuomo, ripetendo a voce altissima quello che papa Leone ha detto contro la guerra nell’ultimo Angelus a Castelgandolfo, guerra che appesta gran parte della Terra.
Stregati dalla nuova Raffaeli ci allontaniamo dai grattacieli che potrebbero far crollare una giunta come quella della Milano capace di bersi addosso, gridando al mondo del pallone, alla pallavolo gigantesca, alla pallanuoto in gramaglie, al mondiale dove Campagna, più del Silipo con la femminile, purtroppo non ha ricevuto il messaggio del Rudic grande maestro che per non disturbare ha preferito fare soltanto gli auguri, non trovando ispirazione dai fondisti del nuoto che con Paltrinieri e la Andreucci hanno saccheggiato le miniere d’argento nelle acque malsane di Singapore, vincendo la classifica a squadre, battendo persino la Germania tutta d’oro del mattatore Wellbrock, fingendo di perdonare chi vende lo sporte gli atleti per far soldi, non preoccupandosi della loro salute.
Giardini dove Lucio Dalla trovava elfi magici per ispirare una musica sublime, prati in fiore a 40 gradi dove si discute su tutto, sapendo che magari ci sono sindaci meno fortunati di quello che governa Bologna, magari con guai diversi fra Roma e Milano, sapendo che tutto si svaluta, che si licenzia e si urla troppo. Angolo degli stupidi per fingere di non trovarsi nel solito paese calcio centrico che tiene il balun sull’altare anche quando non gioca, anzi si diverte di più con la fantasia e il calcio mercato che arricchisce i soliti noti.
Angolo dell’infelicità che diventa allegro appena la televisione manda in diretta su SKY l’impresa della Under 20 del basket a Creta. Una medaglia d’oro che arricchisce la torta degli 80 anni di Gianni Petrucci, felice di benedire chi ha creduto nel lavoro dietro il grande schermo della serie A dove si parla soltanto inglese, a quelli che sono riusciti ad inventarsi una bella nazionale femminile da affidare al maestro Capobianco (non capiamo il contratto fino al 2027, siamo certi di non andare alle Olimpiadi di Los Angeles?) anche se il settore soffre una grande crisi economica e d’identità.
Dicevamo degli under 20 con medaglia d’oro sul podio a Creta, una cosa che non accadeva dal 2013 per un basket litigioso che finge di non allearsi per aiutare Gianmarco Pozzecco a fare una bella Nazionale per il prossimo europeo che per noi partirà da Cipro, sperando che anche su quel mare le cose vadano bene come ai ragazzi di Alessandro Rossi perché anche la prima squadra, come quella dei ragazzi dorati, sarà fatta da giocatori che nel campionato giocano poco e niente. Per il Poz sono almeno 10 i convocati con fantasmini non soltanto ai piedi. Nella nazionale che ha vinto a Creta i ragazzi ammessi alla panchina di serie A sono cinque e sul campo vanno soltanto per le foto ricordo, e tutti e dodici sanno che avranno più spazio magari nelle università americane piuttosto che nella massima serie come capiterà l’anno rpossimo con il talento di 2,20 Suigo.
La stessa cosa si potrebbe dire per molti dei convocati a Folgaria anche se come dice giustamente il professor Bonaga sullo splendido Domenicale campaniano ci sembra che siano davvero tanti i garbugli da sbrogliare per l’allenatore che ha lasciato a casa Mannion, uno che Messina, torturandosi, ha messo tante volte in quintetto base, preferendo convocare Caruso e Bortolani, troppe volte non entrati con l’Armani, piuttosto del Tessitori, inserito fra gli atleti a disposizione, uno zuccherino con sale incorporato, che almeno con la Reyer ha fatto anche buone partite da protagonista. Nella lista ci sono anche Tonut e Ricci, pure loro mai da quintetto base, nel mazzo vestito d’azzurro ci sono tanti che hanno trovato gioia e quattrini lontano dall’Italia, nella speranza che Fontecchio, unico NBA, Gallinari, ex NBA e ora gloria di Portorico, Procida e Spagnolo, cresciuti, come Sarr, fra Germania e Spagna, si sentano ispirati dal “sacrificio” del Donte DiVincenzo, vero NBA con Minnesota, che sembra intenzionato ad unirsi al gruppo dopo il 30 luglio, anche se, dopo le beffe del Banchero, faremo festa al nuovo arrivato soltanto quando giocherà davvero la prima partita in maglia Azzurra adesso che ha un passaporto servito da chi ancora digerisce male la stretta di mano con chi non è gradito a certi generali, a certi politici, a certi buffi retrogradi che hanno tormentato anche i ragazzi portati dal napoletano Rossi al successo nell’europeo degli under 20.
Per fortuna del Rossi felicemente approdato in serie A con Treviso dopo bei campionati, l’ultimo a Rieti, quegli insulti sul telefonino hanno aiutato il gruppo a diventare squadra e famiglia come hanno detto Torresani, Assui, Osasuyi, Atamah, Airhienbuwa, Marangon accompagnando Francesco Ferrari sul podio come miglior giocatore dell’Europeo per la gloria di Cividale e del magico Pilla, oltre che di una squadra che ha finito con 8 giocatori un torneo durissimo rimontando Israele, non facendosi rimontare dalla Serbia, piegando la Lituania, messa dietro dal primo minuto, ringraziando Varese che, dopo la cessione forzata di Mannion, si è inventata un campione con Eliseo Assui. Lasciandoci con un dieci a lode agli azzurrini, alle ragazze di bronzo, alle giovanili che ci fanno credere di avere ancora fede nel lavoro di base e non nei cinema all’aperto, speriamo di ritrovarci senza dove versare altri soldi a chi vende armi e puttanate.