L’Honda lunga del Vvv

20 Gennaio 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Il rapimento da parte della polizia segreta tedesca di due spie britanniche in territorio olandese sul finire del 1939 è passato alla storia come l’incidente di Venlo, dal nome della città dove accadde il fatto, divenendo in seguito il pretesto per l’invasione da parte della Germania nazista di un territorio neutrale quale l’Olanda. Secondo Hitler infatti i due erano coinvolti nella pianificazione di un attentato alla sua persona tentato (e fallito, poiché la bomba esplose tredici minuti dopo l’uscita del dittatore dalla stanza nel quale era stata collocata) pochi mesi prima dall’oppositore di regime Georg Elser. La Gran Bretagna non ha mai rivelato i motivi della presenza delle due spie in quel di Venlo, e i documenti militari sono coperti da segreto di stato fino al 2015. La cittadina di Venlo si fa però ricordare per almeno altri due motivi: è una delle città europee più verdi (nel 2003 ha ricevuto anche un riconoscimento dall’Unione Europea) e ospita il carnevale più colorato e festoso di tutta l’Olanda. Proprio in occasione di questo evento lo scorso anno ci fu qualcuno che, con dubbio senso dell’ironia, si chiese se in città non fosse giunta una nuova maschera, quella del calciatore giapponese raccomandato più da munifici sponsor (oltretutto sulla carta d’identità alla voce cognome c’era scritto Honda) che non dal proprio talento. Dodici mesi dopo Keisuke Honda ha dimostrato sul campo di essere un giocatore vero e non un semplice prodotto del marketing. Ieri non ha sfigurato in Eredivisie, oggi è il miglior giocatore della Eerste Divisie, la serie cadetta oranje. Ha iniziato come interno sinistro in un centrocampo a tre prima di essere spostato al centro, è rapido, gioca la palla di prima e sa smarcare il compagno. Le 9 reti nell’attuale campionato, unite alle 2 della scorsa mezza stagione, ci illustrano anche un buon rapporto con la porta avversaria. Honda, che dopo retrocessione del Vvv Venlo avvenuta lo scorso giugno ha scelto di rimanere in Olanda nonostante il suo contratto prevedesse la possibilità di tornare al Nagoya Grampus Eight, il club nel quale è cresciuto, è la testimonianza di come anche nei tornei minori, osservando e scavando con attenzione, si possa scoprire qualche buon affare.
2. Il dominio del Vvv Venlo nell’odierna Eerste Divisie è indiscutibile. La squadra gira a mille, il modulo offensivo (tre punte più Honda, che nel frattempo ha disputato le Olimpiadi di Pechino e ha esordito nella nazionale maggiore del Giappone) garantisce gol e spettacolo, confermando l’ottimo lavoro svolto dalla dirigenza dopo una retrocessione (avvenuta ai play-off per mano dell’Ado Den Haag) accolta e gestita con pacatezza e grande sobrietà, anche da parte dei tifosi. Oltre al 22enne giapponese platinato, che oltretutto garantisce un po’ di denaro in più nelle casse del Vvv (durante la pausa invernale il club ha svolto la preparazione nella terra del Sol Levante, dove ovviamente non poteva mancare un Vvv Venlo fan club) si sta facendo apprezzare molto anche Ruben Schaken, ala destra scuola Ajax non più primo di pelo (gli anni sono 26) reduce da un più che discreto triennio nel Veendam. Fisico prestante, scatto esplosivo, Schaken è pronto per il grande salto in Eredivisie (torneo nel quale non ha mai giocato) ma potrebbe sorprendere anche nel Championship inglese, dove molti club adottano uno stile di gioco ideale per le qualità del nostro. Quando non si possiedono conclamate doti da fuoriclasse, una maturazione lenta a volte può rivelarsi più proficua di una partenza brucia-tappe.
3. Il rischio che si corre giocando in una squadra nettamente superiore per la categoria, quale ad esempio proprio il Vvv Venlo di quest’anno, è quello di essere inseriti in un meccanismo talmente ben oliato da sopravvalutare le qualità dei singoli. Per questo motivo suggerisce cautela l’exploit di Sandro Calabro (punta centrale di passaporto olandese ma dalle origini chiare), attuale capocannoniere della Eerste Divisie con la maglia giallonera. Indubbiamente la serie cadetta ha oramai pochi segreti per lui, già due volte in doppia cifra gli anni passati con l’Helmond, però alle spalle di Calabro ci sono anche tre campionati di Eredivisie (due con l’Utrecht, l’ultimo lo scorso anno con il Vvv) caratterizzati da medie-gol assolutamente deficitarie. Perché è vero che in tempi recenti si sono verificati casi di capocannonieri di Eerste Divisie (Huntelaar con l’Agovv Apeldoorn, Koevermans con lo Sparta Rotterdam) poi finiti in nazionale, però non va sottovalutato nemmeno il rovescio della medaglia di chi, come l’attuale attaccante dell’Ado Den Haag Barry Powel, fa sfracelli nella categoria inferiore e poi si spegne una volta salito di livello (Milwall e Groningen nel suo caso). Calabro sembra più vicino a questa seconda categoria.
4. Per gli amanti di statistiche e curiosità, un piccolo aneddoto conclusivo sul Vvv. Il club detiene con tutta probabilità il record della più veloce sostituzione nella storia del calcio olandese. Mandato in campo al 65esimo minuto di un Vvv-Az Alkmaar anno 1977, lo slavo Stefan Kurcinac si fece saltare secco da Hugo Hovenkamp, che andò a rete. Il tecnico del club di Venlo Rob Baan, imbufalito, richiamò immediatamente in panchina lo sciagurato difensore. Erano passati appena trenta secondi.
Alec Cordolcini
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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