L’Emergency di Gino Strada

13 Agosto 2021 di Stefano Olivari

Gino Strada è morto a 73 anni e la sua vita non è stata inutile, per le migliaia di persone rimaste in vita grazie ad Emergency nei paesi più pericolosi del mondo sia per le domande scomode che ha saputo fare. La principale ovviamente riguarda i cosiddetti interventi umanitari, o missioni di pace, o guerre preventive, o come li vogliamo chiamare in una grottesca corsa all’eufemismo. Da chirurgo sul campo Strada era contro ogni tipo di azione militare e da medico ovviamente non faceva distinzioni fra pazienti, però la politica è una cosa diversa dalla medicina anche se gli ultimi due anni hanno confuso i piani. Per tanti, noi fra questi, ci sono guerre giuste, per tanti come Strada invece no.

Se tutti siamo d’accordo nel condannare le guerre dei ‘cattivi’, cattivi secondo i nostri parametri, dittatori o presidenti padroni (poi si vedono i risultati quando il popolo analfabeta vota…), le parole di Strada toccavano nervi scoperti quando riguardavano le varie situazioni con militari italiani coinvolti, dall’Afghanistan a tante altre, con la retorica mediatica a reti unificate degli italiani brava gente: stando al nostro Istituto Luce le popolazioni locali amano i soldati italiani, li considerano tipo Spinazzola e Immobile, e solo qualche scheggia impazzita osa sparargli considerandoli stranieri invasori come americani o francesi. Ecco, toccando questo tasto Strada ha perso consensi mediatici e politici, soprattutto a sinistra, perché nella media la destra lo ha sempre osteggiato.

Non abbiamo ricordi personali di Strada, se non un Como-Inter visto al posto di fianco al suo al Sinigaglia, lo stadio con la vista più bella del pianeta: Strada era interista e Moratti uno dei principali finanziatori dell’associazione, a cui devolveva tutte le multe pagate dai giocatori e svariati altri miliardi (di lire) suoi personali. Però abbiamo sempre ammirato la filosofia originaria di Emergency, nata nel 1994, che era quella di rifiutare finanziamenti governativi di ogni tipo (quindi un implicito atto di accusa verso la maggioranza delle Ong), oltre a quelli di grandi aziende, e di tenere sotto al 10% delle donazioni i costi amministrativi, quando tanti enti a cui versiamo una obolo per sentirci più buoni viaggiano tranquillamente sopra il 50%. Un’impostazione che nel corso del tempo si era e si è molto ammorbidita, al punto da provocare un dissidio ideologico fra lui, per una volta considerato ‘pragmatico’, e la figlia Cecilia, ex presidente dell’associazione. Forse Emergency è diventata una Ong come le altre, ma Gino Strada non ha avuto una vita come le altre.

 

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