La Serie A fra Eleven Sports e Discovery

12 Luglio 2022 di Stefano Olivari

Mentre scriviamo queste righe la Lega Basket non ha ancora deciso se vendere i diritti televisivi del campionato di Serie A a Discovery o a Eleven Sports, cioè le uniche due realtà che abbiano formulato un’offerta insieme a Media Pro, che però è soltanto un intermediario ed in ogni caso non è la strada che vuole percorrere la Lega mal guidata da Umberto Gandini. La certezza è l’assenza della RAI, come ha più volte scritto Oscar Eleni da ben prima che si aprissero le buste (sabato scorso, adesso siamo in fase di trattativa privata), anche per quella partita a settimana che, al di là del livello tristissimo di alcune sfide, rimaneva l’unico spazio in chiaro per la pallacanestro nella televisione italiana, visto che la Federazione ha venduto le Nazionale a Sky e, in parte, proprio ad Eleven Sports.

Quanto costano i diritti televisivi della Serie A? Nell’ultima stagione Discovery-Eurosport ha dato alla Serie A in totale 1,7 milioni di euro e il ricavo delle singole squadre è facile da calcolare: con tutti gli incassi televisivi la maggior parte (lasciamo stare Olimpia Milano e Virtus Bologna) dei club non paga nemmeno l’ottavo o nono giocatore del roster. Ricordiamo, anzi lo ha fatto di recente Ario Costa, che una stagione dovendo fare le nozze con i fichi secchi costa minimo 3 milioni. Quest’anno, anzi per ogni anno fino al 2025, considerato anche il possibile sbocco in chiaro creatosi con la ritirata della RAI è realistico pensare che nella busta da parte di Discovery ci fossero due milioni e mezzo per stagione. Visto il minor prestigio del marchio, le tante proteste per i disservizi di Eleven Sports (soprattutto tifosi della C di calcio, non possiamo giudicare perché non siamo abbonati), l’assenza di sbocchi in chiaro ed il fatto che gli appassionati siano abituati ad Eurosport/Discovery+, è sicuro che l’offerta finanziaria di Eleven Sports sia superiore.

Ed arriviamo finalmente a ciò che vogliamo dire: ci vorrebbe un’offerta tipo quelle della RAI nell’era De Michelis (10 miliardi di lire a stagione di fine anni Ottanta per un tempo di una partita alla settimana…) per parlare di soldi veri, in una realtà dove la differenza viene fatta da sponsor, nazionali e locali, contributi pubblici in varie forme e cordate di imprenditori convinti con promesse di ogni tipo. In sintesi: una Lega degna di tale nome andrebbe in ginocchio da Berlusconi o da Cairo pregandoli di trasmettere gratis su Italia 1 o La 7 un paio di partite a settimana, accollandosi anche i costi di produzione, oppure si farebbe la sua piattaforma vendendo direttamente il prodotto ai tifosi. Tanto, tolta una nicchia di fanatici, la pallacanestro italiana interessa soltanto agli ultras delle singole squadre.

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