La diversità di Cadel Evans

28 Settembre 2009 di Simone Basso

di Simone Basso
1. A Mendrisio, ieri pomeriggio, sembrava di essere a un antico Mondiale agostano. Una giornata estiva, il percorso iperselettivo e un corridore da Tour che s’invola verso il traguardo…Paperino Evans, con una scelta di tempo perfetta, piazza la botta decisiva all’ultimo giro: lo fa lasciando i rovi e le ortiche alla concorrenza litigiosa. Gli ultimi due giri sono stati favolosi, per intensità e livello agonistico, ma a liberare (?) la corsa da un finale scontato ci hanno pensato i favoriti spagnoli. Gli stessi che sguinzagliano Joaquim Rodriguez, fresco di firma con la Katusha, nella fuga di metà corsa e che lo lasciano a bagno nel finale. Il disastro tattico viene completato dall’atteggiamento del Purito che, nell’azione decisiva, collabora con Kolobnev ed Evans. Un chiaro ringraziamento (..) per la fiducia mostrata dai connazionali, che in precedenza l’avevano inseguito senza molta pietà. Il fenomenale squadrone iberico corre composto da…isolati: Ducati Sanchez (protagonista di un irreale tocco di ruota posteriore a una borraccia sull’asfalto..) e L’Embatido Valverde si ignorano a vicenda.
2. Gli altri, che s’appoggiano alle superpotenze Spagna e Italia, si perdono in una raffica di scatti e di tentativi a vuoto. Succede anche ai due che dimostrano, oltre a Evans, d’averne di più: lo strapotente Spartacus Cancellara e Alex Kolobnev. BicItalia rincorre il pokerissimo fino al penultimo giro, poi si arrende all’evidenza: nel finale il Principe Cunego non ne ha più e non coglie l’attimo fuggente del contropiede dei tre. E’ una sconfitta onorevole, il valore complessivo del ciclismo azzurro è questo e stavolta la rassegna iridata non addolcisce un’annata mediocre.
3. Dopo l’approdo italiano in Saeco, Cadel Evans si rivelò al grande pubblico nel 2002: in Mapei, per quel Giro, l’aussie rappresentò una sorta di esperimento virtuoso. In una corsa dilaniata dalle polemiche, l’ex biker fu tenuto letteralmente a pane e acqua sotto l’osservazione del dottor Sassi. La corsa di Cadel si fermò, in rosa, a un passo dalla clamorosa affermazione: prese una cotta spaventosa verso Passo Coe, ultima salita di quell’edizione. Vederlo salire agli otto all’ora, con un’espressione inenarrabile in volto, fece venire una stretta al cuore di ogni appassionato. Da quel dì cominciò la rincorsa dell’australiano al suo sogno: il Tour de France. Un miraggio beffardo per due edizioni di fila: nel 2007 sottovalutò l’allora emergente Contador e perse per una manciata di secondi, l’anno scorso cadde e rimase ostaggio della fortissima Saxobank.
4. Il nativo di Katherine rappresenta per molti un esempio di professionalità e pulizia. Atleta di gran classe e cittadino del mondo, sposato con una musicista italiana (Chiara Passerini) e signore dai mille interessi. Una concezione del mestiere e della vita che lo separano anni luce dagli eccessi e dal fanatismo di molti suoi colleghi. Era ancora fresca la sua ultima occasione mancata, alla recente Vuelta, quando salendo verso Sierra Nevada è stato penalizzato da un imbarazzante cambio ruote. Ma quella progressione ai sei dall’arrivo ha giustificato tutto: anche le delusioni e le sconfitte. La maglia iridata, indossata tra le lacrime, è il giusto premio al suo talento e alla sua generosità. Pensando anche alla stupidità dei programmatori spilorci, i “ganzi” da una corsa e stop, convintissimi d’essere sempre nel giusto. Il Contador, per esempio,vedendolo scattare sull’ascesa di Novazzano, deve aver rimpianto amaramente la rinuncia al Mondiale elvetico…
5. Alcune considerazioni “politiche” sulla rassegna di Mendrisio: la strepitosa gara femminile,con il tandem Guderzo-Cantele sugli scudi, ha dimostrato il (notevole) livello tecnico del ciclismo rosa. Sottovalutato mostruosamente dalle linci dell’Uci, impegnate invece a varare nuove riforme per un radioso (?) futuro di questo meraviglioso sport. Innanzitutto la nuova formula iridata, un’operazione di restyling estremo: la corsa pro sperimenterà un formato nuovo, con la partenza in linea e la conclusione in circuito. La domenica prima, per allungare il brodo, sarà proposta una competizione a squadre: una cronometro per i gruppi sportivi che, per la prima volta, abbandonerà il concetto dell’appartenenza nazionale. I verbruggeniani provano a cancellare il senso di colpa dell’abolizione della mitica Cento Chilometri? Se almeno controllassero la qualità tecnica dei percorsi che scelgono, invece che contare i denari incassati: le competizioni iridate,nei prossimi due anni,si svolgeranno su tracciati da Milano-Vignola. Motocicletta Cavendish ringrazia commosso.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)

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