Calcio
Inter-Barcellona 1-2 (Clima di odio)
Gli amici di Budrieri 11/12/2019
Egregio Direttore, dopo la sconfitta dell’Inter con il Barcellona tutti noi qui al Champions Pub ci saremmo aspettati non diciamo un Suo editoriale, ma almeno un’analisi della storia europea di Conte. Purtroppo nemmeno Lei è più connesso alla pancia del paese, ma comprendiamo che dietro a questo cambio di rotta di Indiscreto ci siano motivi pubblicitari. Il Suo nuovo lettore tipo va alla prima della Scala ad applaudire Mattarella, detesta Boris Johnson, si bagna per Sanna Marin, è convinto di essere vittima di un clima di odio, vorrebbe più donne immigrate in posizioni di potere ma paga in nero la domestica filippina.
Invece qui nella trumpiana periferia Ovest, che si chiede chi cazzo possa comprare tutte queste nuove case da 12.000 euro al metro quadrato (la risposta è: quasi nessuno, infatti sono vuote o riempite con affitti di vip di passaggio) che sono alla base del modello Milano, come si possano prendere sul serio le Sardine e come i giornalisti possano scrivere per Cairo a 15 euro ad articolo, il calcio continua ad essere l’argomento di discussione principale. Certo non tutti hanno come noi la fortuna di abbeverarsi alla fonte di Budrieri, ma tutti abbiamo una prossima partita da aspettare o un’ultima da commentare.
Stamattina l’uomo ingiustamente accusato dai media di sovranismo, sessismo, suprematismo bianco e body shaming si è alzato prestissimo, anche perché non è mai andato a letto. Ieri sera tornando da San Siro nel suo trilocale di via Novara, già depredato dieci volte dagli zingari (il Comune gli ha dato la stella), ha trovato il letto occupato dall’Erminia e da Yannick: sembra una brutta parodia del film di Checco Zalone, già una parodia di suo, ma Budrieri è un uomo di mondo (Brigitte Bardot e Jane Birkin se lo ricordano bene) e così ha trascorso la notte sul divano macchiato coperto dal copridivano a fiori ugualmente macchiato, sfogliando il libro di Sarugia. Ha avuto quindi il tempo di pensare alle sue pagelle di Inter-Barcellona, anche se i maghrebini all’angolo del videopoker non sembravano tanto interessati ad ascoltarle.
“Handanovic 6,5: bravo con piedi contro il pressing, anche quando Brozovic non si abbassa. Godin 6,5: il migliore della difesa, quello più intenso, anche se in appoggio osa poco. De Vrij 6: nessun errore, ma nemmeno grande aiuto a un centrocampo schifoso. Per diventare come Bini ne ha ancora di strada da fare. Skriniar 5.5: è quello penalizzato dalla difesa a tre, fa il suo ma è quello che balla di più”
“D’Ambrosio 6: contro un semi-cane come Junior Firpo dovrebbe essere più aggressivo. Politano 6: 20 minuti di assoluta confusione ma anche di diverse situazioni create, come il gol annullato a Lautaro Martinez. Vecino 5: potrebbe essere la sua partita, perché contro squadre come il Barcellona l’Inter può segnare soltanto recuperando palla sulla tre quarti e verticalizzando, ma non lo è. Quasi mai è la sua partita, va detto. Brozovic 5: non può sempre giocare per due, è in riserva e la qualità ne risente. Borja Valero 5: incredibilmente a novant’anni sembra il centrocampista che corre di più, ma è impalpabile, non fa una sola cosa di qualità. Esposito 5,5: sarà famoso, adesso è ingiudicabile per l’età e perché gioca con le partite già indirizzate. Biraghi 4.5: non è da Inter, non è colpa sua ma di chi lo ha voluto (Conte) e comprato. Con Wague sfida a chi è meno adeguato alla maglia che indossa Lazaro 4: c’entra poco con la fascia sinistra e niente con questo livello di calcio”.
Lukaku 6: segna, sbaglia, si batte, ma viene spesso anticipato da Lenglet. Lautaro Martinez 7: frenetico, egoista ed imprevedibile, anche per i compagni, ma grande creatore di situazioni, ha grande merito nel gol di Lukaku e si vede annullare un gol valido (quella di Umtiti era una giocata, non una deviazione casuale). Conte 6: in sostanza in Champions ha fatto come Spalletti, con una squadra del tutto paragonabile, però è stato molto più sfortunato nelle singole situazioni e la sua Inter crea comunque di più. Si lamenta per la mancanza di alternative, ma Nainggolan e Perisic li ha mandati via lui”.
Non una grande analisi, va detto, ma l’uomo che è diventato un’icona per tutti gli elettori della Bible Belt sente di non avere più molto da dire. L’incidente mortale provocato in viale Bezzi da un guidatore distratto della 90-91 lo ha depresso ulteriormente: non è più la sua Inter, non è più la sua Milano, non è più nemmeno la sua ATM.