Il volley italiano oltre le nazionali

22 Luglio 2022 di Alberto Rapuzzi

Eravamo rimasti a quella domenica di maggio a Lubiana, dove Conegliano e Trento avevano perso le Superfinals, ma ci siamo ritrovati di recente con la vittoria per la prima volta della VNL da parte delle nostre ragazze azzurre e in contemporanea di tre Europei giovanili, due maschili e uno femminile. La nostra pallavolo, sport che come tutti gli altri può piacere o meno, sport non capito da molti, in ogni modo sia come club sia con le nazionali produce sempre risultati importanti a tutte le latitudini.

Purtroppo fatica ad avere lo spazio mediatico che merita ed anche ad organizzarsi con le figure giuste per capitalizzare quanto prodotto: un po’ per colpa propria e un po’ per circostanze esterne. Le principali squadre dei nostri campionati fanno riferimento a realtà di provincia, mancano le grandi città divorate dal calcio: nonostante certe proprietà abbiano un peso economico importante, non rientrano in meccanismi commerciali e politici che aiutino ad accendere i riflettori.

I numeri degli ascolti televisivi sono positivi con la Nazionale, quando invece si presentano i club anche in finali importanti scendono considerabilmente, con la grande stampa che ne scrive proprio quando obbligata, fra un ‘Manca soltanto la firma’ del calcio e l’altro. Il movimento  femminile, il principale come praticanti, per il dolore del nostro Oscar Eleni arricchito anche da tante figlie di ex giocatori di basket (Frosini e Fucka, per dirne due), si è mostrato innovativo qualche anno fa con la creazione del Club Italia, inizialmente osteggiato, che ora partecipa al campionato di A2 ma che poi reclutando in ogni dove e successivamente seguendo e facendo crescere le giovani atlete presso il Centro Pavesi a Milano, ci ha dato Egonu, Orro, Pietrini e altre, in pratica la Nazionale che vince.

Nel maschile, che avrà la fase finale delle VNL a Bologna questa settimana, il Club Italia non c’è, però la Federazione ha dato un ruolo fondamentale di coordinamento delle nazionali giovanili all’immenso Julio Velasco. Sempre ricco di spunti, Velasco oltre a girare l’Italia con clinic meravigliosi per giovani aspiranti allenatori, avverte che nel maschile il reclutamento non è un tema nonostante varie indicazioni fornite per sensibilizzare riguardo al problema, continuando così lui afferma che diventerà un’appendice del femminile. Un tema interessante, al di là del fatto che nella maggioranza degli sport l’interesse sia quasi tutto per gli uomini e quindi non ci vediamo niente di male in questa inversione delle parti che c’è nella pallavolo.

Insomma, la pallavolo è una realtà vincente in termini di risultati, ma deve prestare attenzione a molti aspetti di sviluppo e consolidamento per non disperdere quanto costruito fino ad ora. Dopo una pausa di riposo post VNL avremo i Mondiali: le ragazze lo vinsero una volta sola venti anni fa, anche con i ragazzi possiamo essere protagonisti. La Nazionale è sempre una spinta importante, ma per uscire dall’orticello (relativo) la pallavolo italiana dovrebbe andare oltre il vincere sul campo. Poi a noi appassionati piace anche così com’è.

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