Il più amato dagli italiani
7 Novembre 2022
di Oscar Eleni
Oscar Eleni, accompagnato dallo scorbutico tucano toco dal becco arancione catturato in Bolivia, per il bagno purificatorio nella farina glaciale di un lago neozelandese. Voglia di starnutire in pace, senza dover chiedere scusa a gente come Musk, agli stupratori che si filmano, ai vicini che tirano frecce, agli ubriachi della notte che investono, uccidono, a chi si crede dalla parte del giusto a prescindere dalle armi vendute, a quelli che preferirebbero la pace, ma hanno amici capitati per caso in giacche e svastiche.
Nuvola rossa Bagnaia riporta alla tribù dei motori il titolo mondiale delle moto urlanti con la benedizione di Valentino Rossi. Il calcio riscopre la Juventus, ma intanto Spalletti sta portando il Napoli oltre le colonne dei finti Ercole che lo inseguono: oggi bene, domani male. Storie di miseria e nobiltà senza poter chiedere ai medici di società, come del resto capita con quasi tutti quando ti prescrivono medicine senza il sorriso e l’umanità di Patch Adams, come hanno fatto a passare le visite d’idoneità tanti giocatori che, magari, costano più di 40 mila euro al giorno.
Peccato che in campo non ci vadano quasi mai, anche se meritano paginoni mentre chi ha vinto scudetti, fatto cose, non ha neppure una breve il giorno in cui se ne andato, come Giando Ongaro. Tutti proiettati verso il mondiale dove l’Italia non ci sarà, stregati dal deserto con l’aria condizionata. Stagione fra lupini e ginestre, giustificando troppi stop mancati e passaggi errati con il tormento del contratto da rinnovare, mai da onorare fino alla scadenza.
Aspettando la lunga sosta calcistica, fra un cross ciclistico, la polvere nera su farfalle che comunque ci sembrano ancora sublimi quando vanno in pedana, magre per scelta e non per ascoltare ducetti da palestra, il basket tanto caro si prepara alla settimana dove la speranza è quella di far innamorare persino il popolo della Rai che fra venerdì e lunedì potrà godersi le parabole di Pozzecco e dei suoi azzurri. Settimana speciale, di quasi tregua anche fra Eurolega del Bodiroga creativo e la FIBA arcigna perché Sergio Scariolo siederà in panchina col club in coppa e a Pesaro con i nuovi del mondo spagn0lo.
Una fatica divisa bene dal campione d’Europa con una Spagna ben diversa da quella che vedremo a Pesaro, anche se forse sarà più preoccupato al mercoledì quando cercherà di capire il male oscuro della sua Virtus europea affrontando l’Armani del Messina che, fra Barcellona in Catalogna e Real al Forum, ha avuto risposte diverse, ma dai, rispetto alle partite con Verona e nella trasferta di Pesaro dove, effettivamente, è stato necessario accarezzare il naso allungato, togliendosi dalla spalla tanti cattivi pensieri, per mettere a sedere squadre che fanno fatica a presentare 8 giocatori decenti per più di 20, 30 minuti. Ora sarà da maghi sorridere dopo aver segnato 11 punti nei primi 10 minuti, sarà da grande condottiero far credere ai suoi veterani, spesso in pantofole perché manca la fame e, in troppi casi anche il fisico per reggere certi confronti, che tutto si aggiusterà. Vero che Armani e Segafredo sono cantieri aperti, molti infortuni, molte fughe dalla parete ripida per godersi il dorato giardino di case nobili e ricche, ma, accidenti, diciamo le cose come stanno.
Vero che se si dovesse prendere esempio dal presidente federale allora si potrebbe anche capire il messaggio sul Poz, allenatore, secondo lui, più popolare di sempre per Azzurra, la convinzione del generale che nessuno in passato è stato più attaccato alla maglia dei ragazzi che meritavano di più a Berlino. Forse è così, Collet non sarà proprio d’accordo, ma cosa ne sa il francese con medaglie al collo? Ma siamo sicuri che in passato ci sono stati tanti che amavano davvero la Nazionale, a cui dedicavano molti mesi e non giorni.
Opinioni, irritati da queste campagne per far credere che, anche senza lavorare troppo per il reclutamento, magari anche in palestra, oggi è meglio di ieri in tutti i sensi. Felici che i giocatori siano contenti di avere in panchina uno che li capisce e li ama davvero, ma non è che il burbero Nikolic, il feroce Obradovic, il visionario Tanjevic, il Gamba che ha gestito in ricchezza e povertà medaglie e rinnovi di generazioni, il Messina mai contento che coi giocatori vive la fase odio amore, abbiano raggiunto mete facili. Certo che il tocco e la saggezza di Recalcati hanno accompagnato risultati storici in Nazionale e nel club, ma perché mettere sempre in contrapposizione quelli con il Poz? Certo bravissimo a far credere che il Sacchetti liquidato senza stile dopo l’Olimpiade e l’impresa in Serbia, resta sempre uno dei suoi padri putativi, anche se non citato in Basket zone, lo zenzero della nuova stagione, ma non bisognerebbe mai dimenticare chi c’è stato prima, dagli americani a Paratore e Primo.
In questa settimana tutta azzurra, pensando alle meraviglie di Banchero, a sentirli squittire sembra che sia nato davvero in questa scuola, certo che lo fanno anche gli altri, basta dirlo, con l’angostura nel bicchiere di eurolega per il faccia a faccia fra regine di mecenati italiani che la classifica europea ha già messo vicino al boia, scopriamo che l’unica imbattuta è la Virtus, mentre Tortona è caduta per la prima volta sul campo di Brindisi. Felici che a Trieste abbiano avuto pazienza con il loro allenatore esordiente, così come hanno fatto a Treviso, benedicendo i nuovi campi di Scafati e Reggio Emilia anche se i palazzetti rimessi a posto, magari esagerando nei rinvii, sembrano non portare fortuna. Stupisce la Varese oltre i 100 punti, ma anche per come sfida queste battaglie navali non avendo protezione vera sotto canestro. Fa male a Verona subire sempre rimonte che la tengono in fondo alla classifica condividendo l’aria tossica con l’altra neo promossa Scafati.
Pagelle da cestomanti, nel ricordo del Forghieri furia, ingegnere che esaltava la vera Ferrari, chiedendo al Piccoli super tifoso pesarese di accompagnare Giandomenico Ongaro nel giardino dove stanno giocando a carte i tanti padri veri del nostro basket. Ammettiamo che c’è una certa differenza fra l’ex geniaccio del Berchet e delle Scarpette rosse e il fondatore dell’Inferno. Milano, col lutto sulla maglia, ha onorato l’uomo che era stato nella squadra per 8 scudetti e la prima coppa campioni, Pesaro ha cantato per un appassionato che ti era simpatico anche quando insultava per amore di Vuelle.
10 A Matteo SPAGNOLO che ha portato Trento verso la riva giusta quando si è fatto male Flaccadori. Questo brindisino del 2003, già ammirato a Cremona, ma, soprattutto sottratto dal Real Madrid al basket italiano che sbircia, ma non capisce, magari, sistemi come quelli della Stella Azzurra, è davvero il futuro e speriamo lo confermi anche in Nazionale.
9 A Guglielmo CARUSO un 2 e 08 nato a Napoli nel 1999 che con 9 su 11 ha sminato la strada di Varese sul campo di Scafati. Dicono che oltre a Brase e Galbiati qualche consiglio giusto gli arrivi anche da Scola. Niente accade per caso. Anche per lui bagno purificante nel giardino delle delizie azzurre senza dimenticare la scuola americana di Santa Clara.
8 All’EUROLEGA se fingerà di aver ascoltato le “vibrate proteste” della FIBA e delle federazioni, senza chiedere come mai questi “duri” non abbiano minacciato la NBA che i suoi cavalli super sfruttati non li molla davvero.
7 Ad Arturo KENNEY che nel ricordo di Giandomenico ONGARO ha fatto capire come negli anni dei pochi stranieri questi campioni venivano accolti per allargare la famiglia, soffrendo e credendo insieme come potrebbero giurare a Varese, Caserta, Treviso, Pesaro, Bologna, sia in casa Effe che nel regno delle Vu nere.
6 A veleno VITUCCI che ha trovato il dardo per colpire Tortona, per dire a Brindisi e ai suoi giocatori che Perkins e Reed possono aprire tante porte.
5 A TRENTO che dopo il bagno in Israele ha fatto ancora soffrire il MOLIN costretto a cercare dentro cuori che stranamente si perdono troppo spesso, salvo pentirsi.
4 Alla LEGA se dovesse chiedere l’affiliazione a quei satanassi del Nevada che a La Vegas hanno organizzato la federazione del “power slap”, la potenza dello schiaffo, convinti che molti in Europa li seguiranno soprattutto dopo certe partite.
3 Ai GIOCATORI come il sospeso MITOGLOU che si rivolgono a medici fuori dalle società e poi scoprono che la loro positività all’antidoping è stata provocata da chi prometteva il benessere dentro e fuori dal campo rovinando vita e carriera.
2 A RUZZIER che, giustamente, non ne può più di andare a referto per coprire la quota italiani della Virtus perché gli stipendi diciamo alti, la grande società, non bastano a giustificare scelte professionali dove devi sempre stare a guardare. Meglio primo in provincia che ultimo in città.
1 A SASSARI che sta mandano fuori di testa il Piero Bucchi che era giustamente convinto di avere una squadra da playoff. Il tempo per rimediare non manca, ma se il gruppo perde la bussola come a Trieste allora saranno guai e non soltanto in coppa dove viaggi e fatiche si fanno sentire.
0 Alla TELEVISIONE in generale perché Italia-Spagna di venerdì a Pesaro andrà sulla RAI, verrà proposta da SKY e servita anche da Eleven. O troppo o niente. All’italiana, come troppe volte.
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