Il canto del cigno verde

4 Marzo 2007 di Stefano Olivari

Dopo l’inverno, arrivano i quarti di finale contro una squadra emergente del calcio europeo: il Liverpool di Kevin Keegan. Andata il 22 marzo 1977 a Saint-Etienne, i Verts sono in formazione tipo con Santini al posto di Hervè Revelli, mentre al Liverpool manca la stella Keegan; arbitra l’ungherese Palotai, quello della maledetta finale di Glasgow. Il Liverpool è ben superiore alle precedenti avversarie, e Steve Heighway centra un palo clamoroso su un’azione di contropiede; in realtà è però il Saint-Etienne a fare la partita, creando numerosissime occasioni ed esaltando le qualità del fortissimo portiere Ray Clemence (fra i pallini del direttore della Settimana, senza un vero perché se non la nostalgia) che nega più di un gol fatto ai francesi increduli. A dieci minuti dalla fine però Dominique Bathenay riesce a sfondare con una splendida girata di esterno in mischia su calcio d’angolo, la palla termina proprio sotto la traversa e l’immenso Clemence non può nulla. Tuttavia i tifosi del Saint-Etienne non possono gioire: uno stupido sgambetto di Oswaldo Piazza su Callaghan a centrocampo viene sanzionato con un cartellino giallo dal suo nemico personale Palotai; il fuoriclasse argentino si inginocchia a chiedere perdono ma l’arbitro è inflessibile, a causa di un’altra ammonizione rimediata a Sofia nella prima partita Piazza salterà il difficilissimo ritorno a Liverpool, e questa assenza si rivelerà decisiva. 16 marzo ad Anfield quindi, con Herbin che ripropone la squadra dell’andata con il mediocre Merchadier al posto di Piazza, e Keegan che gioca dal primo minuto al posto dell’elegante interno baffuto Terry McDermott. I giocatori del Saint-Etienne, pronti ad una partita di ordinato contenimento per difendere il prezioso gol di Babatte non sanno ancora che a Liverpool si gioca contro dodici avversari, perchè la celeberrima curva Kop, un mare di tifosi ondeggianti che cantano per novanta minuti agitando le sciarpe rosse, rende subito l’atmosfera infernale. Prima che i francesi ci capiscano qualcosa Keegan riceve un corner corto sull’angolo e telecomanda un cross che tuttavia sembra troppo lungo; la palla però cade all’improvviso sotto l’incrocio di Curkovic che non riesce ad intervenire ed il Liverpool annulla lo svantaggio dopo soli 2 minuti; il Saint-Etienne allora inizia a giocare e Rocheteau ingaggia una sfida personale con Ray Clemence che risponde da fuoriclasse: la sfida è equilibratissima e stupenda. Il primo tempo termina con i Reds in vantaggio, ma dopo 5 minuti dalla ripresa Dominique Bathenay evita Jimmy Case poco oltre la metà campo, poi impazzisce e da 35 metri spara un missile terra-aria che Clemence non riesce nemmeno a vedere; la Kop è ammutolita per un secondo e leggendaria è l’esultanza del numero 6 verde, che cammina tranquillamente con le braccia al cielo, calmo come un gladiatore romano dopo battaglia vinta in mezzo alla folla urlante; ciò che è importante però è che ora il Saint-Etienne può difendere un vantaggio di due gol. La Kop riprende a incitare i suoi giocatori che attaccano in massa, e in mezzo alla difesa verde si sente terribilmente la mancanza della personalità e del fisico possente di Oswaldo Piazza: passano nove minuti e il Liverpool passa ancora con una percussione centrale di Kennedy, conclusa da un tiro non irresistibile su cui Yvan Curkovic avrebbe potuto forse fare qualcosa di più. La partita è splendida, Rocheteau si inserisce su un pallone mal controllato da Smith ed Emilyn Hughes, lo sottrae ed evita Clemence che con grande mestiere, vistosi saltato dall'”ange vert” cade goffamente impedendogli di raggiungere il pallone; l’arbitro Corver però lascia proseguire e non fischia un rigore abbastanza chiaro. Nel frattempo, al posto del centravanti Toshack, è entrato (con un classico numero 12, il calcio inglese di una volta…) David “Supersub” Fairclough, ventenne centravanti dai capelli rossi che aveva l’abitudine di partire dalla panchina e di segnare ogni volta che entrava; anche questa volta Fairclough non si smentisce: mancano 6 minuti alla fine, lo spavaldo Piazza che commenta la partita in tele vede i suoi compagni già in semifinale, Lopez e Janvion sono in vantaggio su una palla lunga ma Fairclough parte deciso, travolge i distratti difensori francesi (che avrebbero potuto se non altro stenderlo) e vola verso la porta sotto la Kop, che accompagna idealmente il suo tiro in fondo al sacco; è il 3-1 finale di una grande serata di Coppa dei Campioni del Liverpool, che due mesi dopo vincerà la sua prima Coppa dei Campioni a Roma contro il Borussia Monchengladbach: Supersub è l’eroe della serata.

Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com

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