Basket

I Lakers in visita da Biden

Stefano Olivari 22/01/2021

article-post

I Los Angeles Lakers capitanati da LeBron James hanno annunciato l’intenzione di andare in visita alla Casa Bianca per incontrare il neopresidente Joe Biden, appena sarà possibile per loro ed ovviamente anche per Biden. Una visita che sarebbe sostitutiva di quella post-titolo NBA, che non fecero in segno di disistima nei confronti di Trump. Una tradizione peraltro inaugurata dai Golden State Warriors nel 2017, perseguita sempre da Curry e compagni nel 2018 e confermata dai Toronto Raptors nel 2019. Non è chiaro quando la visita dei Lakers avverrà, magari faranno un tutt’uno con la probabile conferma come campioni NBA quest’anno, ma, come si dice, basta il pensiero.

Pensiero che poi è lo stesso che ci è venuto l’altroieri pomeriggio mentre seguivamo il giuramento di Biden e lo show annesso, dall’inno cantato da Lady Gaga a tutto il vippame presente del mondo dello spettacolo fino alla trasmissione condotta da Tom Hanks, che ha schierato Springsteen, Katy Perry, Justin Timberlake, eccetera. Insomma, tutti hanno visto tutto. Ed il punto secondo noi è il seguente: come mai questa unanimità anti-Trump, più ancora che pro Biden (in fondo, nella percezione di un nero, il solito vecchio politicante bianco), del mondo dello spettacolo e quella ancora più impressionante del mondo dello sport?

Stiamo parlando di un paese dove il 46,9% della popolazione ha votato per Trump, e se è vero che pro Trump sono soprattutto le classi sociali più basse… be’, pochi giocatori NBA hanno avuto un’infanzia agiata, anche senza metterci a fare la retorica del ghetto. L’81% dei giocatori della NBA può essere considerato afro-americano del tutto o in parte? Facendo la media dei vari sondaggi post-elettorali, il 20% dei maschi afroamericani ha votato per Trump, quindi è verosimile che un giocatore afro.americano su cinque sia pro-Trump.

La questione non è quindi ideologica, ma puramente logica: se il 25-30% dei giocatori NBA ha votato per Trump, perché questa unanimità di maniera anti-Trump? Domanda tendenziosa, perché la risposta è la solita: il voto di centro-sinistra è ‘per bene’, quello di centro-destra è ‘per male’, anche nella testa di molti elettori di centro-destra che hanno la testa piena di lezioncine interiorizzate da bambini. Nell’America dei media questo vale come in Europa. Il sogno è ovviamente che una squadra campione NBA a prevalenza repubblicana si rifiuti di andare alla Casa Bianca, ma non accadrà. E nemmeno parliamo della  psicologia media del campione sportivo, il cui immaginario personale ha valori assolutamente di destra.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    L’ora di Trapani

    Oscar Eleni appena liberato dai messicani del Chiapas che volevano invitarlo alla festa fra coccodrilli e avvoltoi, preso in ostaggio dagli squali di una baia australiana. Incubi e risvegli. Meglio fingere di stare bene anche in posti tremendi piuttosto che accettare il quotidiano. Si spara anche troppo, si accoltella tutto quello che non piace, si […]

  • preview

    Dan Peterson il numero uno

    «Sono a casa: Milano, sabato mattina, non stavo facendo niente in attesa della tua telefonata». Pronunciato esattamente così, con quel tono di voce che sa di grattacieli, blues, bibite frizzanti e gomma da masticare. Dan Peterson, 89 splendide primavere compiute lo scorso 9 gennaio (e mai un quinto fallo compiuto a livello umano), è tuttora […]

  • preview

    La NBA marcia su Roma

    Oscar Eleni seduto a tavola con i pescatori di Sommarøy, isola norvegese nella contea di Tromsø, dove hanno avuto l’idea che potrebbe toglierci dalle ansie e tristezze di oggi: annullare il tempo. Loro sono già obbligati a farlo quando arriva il sole di mezzanotte, il periodo di 63 giorni fra il 18 maggio e il […]