Attualità
Da Evola a Ebola
Italo Muti 09/09/2014
Le notizie volano, le notizie crescono, le notizie affascinano, come l’ultima asserzione della Kyenge: “I migranti partono sani, si ammalano in Italia”. Al che la risposta è semplice: non partite che vi tenete la salute ed anche il cash, con cui state bene (2800 dollari la tariffa degli scafisti) visto che il costo della vita non è dappertutto quello di Monte Carlo.
A quanto ci consta la scabbia e la tbc non erano più presenti sul territorio italiano da tempo, ma evidentemente ci eravamo distratti pesantemente seguendo le evoluzioni informatiche di Piersandro, prima che partisse con il suo yacht per le meritate vacanze, prima in Grecia e poi a Portofino, dove settimana scorsa il direttore lo ha raggiunto, duettando poi in singolar tenzoni di sci nautico. Con il perdente che poi pagava la cena da Puny.
Piersandro, per certi aspetti lo Steve Wozniak di Indiscreto (il direttore è ovviamente Jobs, per senso del marketing e capacità di motivare i collaboratori), ci ha ribadito che la Grecia esiste, nonostante sia sparita da tutti i telegiornali, un po’ come il Monte dei paschi, scandalo assoluto che coinvolge direttamente il PD ed i suoi quadri, ma che proprio per questo non deve esser menzionato, nè tantomeno citato. Il grande timoniere non deve essere distratto, anche se ha più una valenza da gelataio, almeno secondo un noto giornale inglese.
Le riforme da entro un mese sono passate a 100 giorni, poi a 1000, come se il responsabile della comunicazione fosse Prandelli (e non è escluso che lo sia), uomo notariamente tetragono e refrattario a qualsiasi compromesso. Uno che ha messo in campo Cassano con la squadra in 10 per sfruttare la sua velocità nella partita decisiva nel campionato mondiale può benissimo curare la comunicazione del governo.
Un po’ come affidare la sanità alla Lorenzin, ministro che nega i casi di Ebola in Italia, che ha rifornito gli addetti all’accoglienza di mascherini coop con la sua effige. Basta quello. Abbiamo la Lorenzin, ça suffit, e l’Ebola non arriva: come non pensarci prima? Quasi da premio Nobel. Come Obama, d’altronde.
Come non premiare l’abbronzato mezzo kenyota che vuole combattere i jihadisti iracheni, peraltro finanziati da lui stesso, mentre si allea con gli stessi jihadisti in Siria contro Assad, pericoloso dittatore in mezzo a collaudate democrazie che però ci sono sfuggite al primo sguardo, oltre che ad Israele. Alleato con tutti quelli che fanno la guerra, se non è un Nobel per la Pace questo…
Intanto la Mogherini è diventata responsabile esteri e sicurezza dell’Ue, suscitando timore ed un filino di paura a Mosca, dove un Putin preoccupato da tale mossa alla Kasparov è pronto a sventolare bandiera bianca e a ritirarsi sugli Urali. O forse no. D’altra parte un ministro che si è abberverato alla scuola di pensiero Arci e del vago terzomondismo bersaniano non può che ssere una minaccia. Ma per chi l’ha eletta, non per lo zar, a cui basterà girare un interuttore per azzerare la partita.
Non resta, a nostro modesto pensiero, che riporre speranze in Piersandro, che insieme ad Alvaro Delmo è riuscito a sventare l’attacco degli hacker dell’Isis al Muro del Calcio. Fermo per due giorni, ma adesso ripartito a beneficio di tutti noi senza un vero scopo nella vita. Intanto sullo yacht i fluite colmi di Krug 1973 si sprecano, mentre il direttore inneggia al multiculturalismo e analizza gli ultimi discorsi della Boschi e della Moretti. In barca gli ospiti sono tutti di sinistra light, del genere terrazza melandrina o indiscretina. Il più fedele marinaio di Piersandro era invece di destra, leggeva Tex, Mister No ed Evola, ma adesso è rimasto senza punti di riferimento ed ha passato la crociera in silenzio meditando sulle prospettive di Fitto, sull’opposizione responsabile di Berlusconi e sul nuovo soggetto politico che ha in mente Passera. È stata la prima volta in vita sua in cui ha vomitato in mare: da Evola ad Ebola, troppo anche per un vecchio marinaio.
Considerazioni valide fino al prossimo bug, eterno. Perché i diamanti passano, ma un bug è per sempre.